Srinagar, 10 gennaio 2019 – Siamo in Kashmir, nella zona del Gagangeer dove un cavallo cerca di rubare qualche filo di fieno da uno dei tradizionali covoni che, da queste parti, vengono sistemati sugli alberi: una misura precauzionale per proteggerli dall’acqua e dall’appetito degli erbivofi locali.
Un appetito che quest’inverno è particolarmente vivace: le temperature, meno rigide del solito, hanno infatti favorito nevicate più abbondanti del consueto rendendo così più difficile per i cavalli procurarsi l’erba al pascolo.
I cavalli in Kashmir sono indispensabili per governare le greggi di capre che, pettinate regolarmente, forniscono il prezioso filato che amiamo così tanto trasformato in sciarpe, pullover e maglieria assortita: ne esistono differenti qualità differenziate per finezza e lunghezza delle singole fibre, da notare che la richiesta di materiale a basso costo sta stravolgendo l’ecosistema a causa del maggiore sfruttamento dei pascoli.
Che, se mal gestiti e troppo impoveriti da un insistente pascolamento intensivo, collassano e non sono più utilizzabili per anni: la guerra del low price è già arrivata sin lì.