Bologna, 18 dicembre 2020 – Pensavate ci fossimo dimenticati della nostra serie di consigli sul trasporto cavalli, a cura dell’addestratore Francesco Taraschi?
Certo che no, e proseguiamo oggi con il suo secondo suggerimento per un più agevole e semplice trasporto dei nostri cavalli: stimolare la loro abilità cognitiva ed il loro autocontrollo.
A voi il suo approfondimento, buona meditazione!
Un cavallo dotato di cognizione elabora il mondo attraverso gli stimoli presenti, richiamando alla memoria eventi passati su cui basare le azioni future.
Eravamo rimasti che un soggetto dotato di cognizione elabora il mondo attraverso gli stimoli presenti, richiamando alla memoria eventi passati su cui basare le azioni future.
Se accettiamo come fulcro del rapporto con il cavallo che esso sia un essere Senziente e quindi un essere dotato della capacità di sensazione, porremo maggiore attenzione alla conoscenza di questo concetto.
L’apparato fisico sensoriale è considerato quello che fornisce il necessario materiale che sarà elaborato dall’attività celebrale.
Detto questo, ci rendiamo conto che il tipo di educazione e comunicazione che instauriamo è decisamente importante.
Bisogna assolutamente cambiare il nostro modo di pensare.
E agire, studiare, esaminarsi e approcciarsi in modo nuovo e diverso nel rapporto sia sportivo sia ludico con il nostro cavallo.
Cambiare significa mettersi in gioco, ma soprattutto guardare le cose da una prospettiva diversa.
Il metodo Tellington TTouch® da indicazioni specifiche che potremmo utilizzare per educare ed accompagnare verso una crescita psicomotoria il nostro cavallo.
Tre di queste, a mio avviso, sono indispensabili per prepararlo e addestrarlo a salire e viaggiare in serenità sul mezzo di trasporto e su questi verte il mio secondo suggerimento:
– Il Ttouch
– Gli esercizi per un alto apprendimento
– La visualizzazione
Il processo cognitivo passa attraverso la percezione dalla presa di coscienza di un determinato movimento, alla gestione del proprio corpo in una situazione di difficoltà.
Ed ecco perché l’esperienza della pedana di carico, della sua consistenza fisica, della sua forma, della sua inclinazione, del suo rumore ed anche del suo odore diventa un’esperienza fondamentale.
Esperienza dove è necessario un addestramento che stimoli sicurezza, ragionamento e rimanga nella memoria come esperienza positiva.
Educare il cavallo attraverso la stimolazione del suo sistema propriocettivo significa avere un controllo sulla corretta esecuzione di un movimento.
Ma anche nel gestirne una eventuale correzione nel caso in cui ci sia un imprevisto dovuto anche a fenomeni esterni.
In pratica:
- Salire su di una rampa inclinata di un van e girarsi nella posizione di viaggio con presa di coscienza, senza catapultarsi di nuovo fuori se non si chiude velocemente la paratia, come avviene in molti casi.
- Mantenere la calma anche quando gli altri cavalli caricati sono agitati sia durante il carico sia durante lo scarico.
- Salire gestendo il movimento degli arti anche quando la rampa è scivolosa per vari motivi.
- Sopperire alla mancanza di esperienza o di buona creanza del caricatore.
Gli esercizi che favoriscono un alto apprendimento quali il labirinto, la stella, la pedana aiutano a stimolare la percezione e la propriocezione, nel momento di difficoltà sia emotiva che motoria.
Inoltre vari TTouch® arrivano in soccorso alle parti del corpo in difficoltà.
Stimolano ad una reazione i propriocettori specializzati dando le informazioni necessarie al sistema nervoso centrale sulla posizione assunta dal corpo ma anche sulla dinamica del movimento.
Esercitarsi nel labirinto attraverso gli spostamenti del corpo nel percorso, nella richiesta dei vari alt, nei passi indietro. Passare sopra le barriere a terra in modo del tutto casuale, eseguire il cosiddetto cha-cha-chà, attraverso una conduzione lenta e consapevole. Questo crea nel cavallo una presa di coscienza ragionata che verrà poi memorizzata come esperienza spaziale positiva del proprio corpo.
Il nostro compito è quello di osservare e proporre il lavoro di addestramento visualizzando il risultato.
Ma soprattutto attraverso questi esercizi e TTouch® essere coscienti di ciò che stiamo chiedendo, imparando assieme al cavallo la danza del corpo e della comunicazione profonda attraverso uno scambio energetico che ci pervaderà l’animo.
Se lo lasciamo passare tutto sarà molto semplice!
Riporto qui un pezzo non mio, che ho trovato utile spunto di riflessione durante il mio percorso e in particolare nell’ambito di questo nostro secondo suggerimento.
“Il Metodo Tellington TTouch® non fa i miracoli. Spesso ci vogliono anni per apprezzare un cambiamento, specialmente quando lavoriamo su problemi di una certa importanza e consolidati nel tempo.
Ma è l’unico strumento non farmacologico di mia conoscenza che rappresenti un aiuto concreto per chi si trova in difficoltà e non riesce da solo ad individuare una via di uscita.”
Quando un cavallo è più sicuro della sua coordinazione ed equilibrio e riceve una comunicazione più chiara dal suo conduttore il trailer, come molte altre situazioni, non è più un problema.
Vi è piaciuto il secondo suggerimento di Francesco Taraschi? Qui il primo, e qui un approfondimento sul Metodo Tellington TTouch®