Bologna, 15 maggio 2020 – In tanti lo dovrebbero aver provato di persona questi ultimi giorni, per l’ennesima volta: il piacere e l’emozione di essere riconosciuti dai propri cavalli dopo assenze più o meno lunghe, come quella che ci ha costretti a fare il Coronavirus.
Ma è sempre di conforto avere la certificazione scientifica di una impressione che potrebbe essere tacciata come empirica e poco oggettiva: come lo studio pubblicato da Nature il 14 aprile 2020, in cui si conclude che le cavalle sono in grado di riconoscere, addirittura in fotografia, la persona che si cura di loro anche dopo sei mesi di assenza.
Al netto di pregiudizi sperimentali e altre interferenze, i risultati della ricerca francese parlano chiaro: i cavalli hanno una avanzata capacità di riconoscimento facciale e sono in grado, esattamente come gli uomini, di riconoscere tra la foto di un essere familiare e quella di uno sconosciuto, anche se non appartiene alla loro stessa specie.
Lo studio dimostra poi che i cavalli hanno una memoria a lungo termine anche per i volti umani, e – last but not least – che sono in grado di imparare a interagire con lo schermo di un computer.
Oltre che di comprendere la natura rappresentativa delle immagini bidimensionali: una faccenda che rende molto più complicato trattarli come cose, invece di esseri senzienti.
Lo studio pubblicato dai ricercatori delle università di Tours, Renne e Nouzilly guidati dall’etologa Léa Lansade ha preso in considerazione un gruppo di 11 giovani cavalle di razza Pony Welsh di 3 anni, che vivono stabilmente insieme al pascolo con una grande scuderia comune a disposizione in caso di cattive condizioni meteo.
Le cavalle hanno sempre avuto libero accesso ad acqua e foraggio, le persone che “ci hanno messo la faccia” nell’esperimento erano tutte donne adulte.
Quindi sì, potete scatenarvi e gioire pubblicamente del vostro cavallo che vi ha riconosciuto e nitrito per salutarvi e accogliervi dopo le lunghe settimane di lontananza reciproca.
Anzi, già che ci siamo: perché non ci raccontate la prima volta che vi siete rivisti dopo le restrizioni dovute al Covid-19?