Verona, 12 novembre 2019 – L’etica nel rapporto uomo/cavallo è stato il tema portante della 121° edizione di Fieracavalli Verona, ma anche l’ippica quest’anno si è inserita da protagonista nell’evento scaligero con la presentazione del progetto Final Furlong dedicato al benessere dei cavalli.
Ed oltre a questo aspetto è anche il ritorno alle consuetudini di un passato ricco di cultura equestre, che apprezziamo moltissimo: perché era uso che i ragazzi imparassero a montare anche in pista, perché le stesse persone andavano e venivano da un mondo all’altro, tra ippica e sport equestri arricchendo l’uno e l’altro di contaminazioni proficue.
Per questo siamo felici di vedere che non solo è stato varato il progetto Milano San Siro Jumping Cup, ma che nelle giornata conclusiva della kermesse veronese è stato firmato Final Furlong, il Protocollo Etico d’Intesa tra Imprenditori Ippici Italiani e la Federazione Italiana Sport Equestri
Al centro dell’accordo il cavallo e tutte le discipline che lo vedono coinvolto, perché il mondo dell’equitazione e quello dell’ippica si sono uniti nella condivisione degli indirizzi etici nello sport e nel rapporto tra uomo e cavallo.
Gli obiettivi da raggiungere?
Favorire e promuovere attività formative per il miglioramento delle pratiche di gestione e di
allenamento dei cavalli.
Raggiungere la trasparenza delle prestazioni ed il benessere dei cavalli dei propri associati.
Avviare piani di recupero di cavalli a fine carriera da destinare ad attività diverse da quelle praticate
in età giovanile.
Promuovere il recupero della cultura ippica ed equestre da trasmettere alle nuove generazioni.
Promuovere gli approfondimenti della conoscenza del cavallo sotto l’aspetto fisiologico ed
etologico.
Sviluppare in tutte le diverse discipline sportive la responsabilità etica nei confronti del cavallo, del
suo benessere in tutte le fasi della sua vita.
Sviluppare e promuovere progetti scolastici sul ruolo che la figura del cavallo ha avuto nella storia e
nella cultura umana.
E in più, lo ripetiamo: è l’occasione di imparare l’un l’altro, aumentare il livello della conoscenza a 360° di quel mondo immenso che è fatto dai cavalli, da tutti i cavalli e dalla loro gente, e specialmente quelli così ricchi di storia e cultura specifica come sono il mondo del trotto e del galoppo.
Perché noi possiamo montare su una sella inglese o una bardella, metterci il cap o lo Statson, guidare con due redini lunghe o non mettere affatto l’imboccatura…ma il cavallo, e i suoi diritti, rimangono sempre gli stessi.