Londra, 23 novembre 2017 – La Gran Bretagna e gli inglesi come popolo sono noti per l’amore che riservano agli animali e per il gran numero di ottime fondazioni che si occupano del loro benessere, in tutto il mondo: il concetto della protezione animale è nato lì, già in epoca vittoriana e libri classici da ragazzi come Black Beauty erano un po’ il manifesto degli attivisti che si battevano per il riconoscimento del loro diritto ad essere trattati in modo “umano”.
Tanto encomiabile trasporto emotivo ha sempre un po’ cozzato, bisogna dirlo, con l’altrettanto sviscerato amore di una parte dei Brittons per la caccia alla volpe, messa fuori legge nel 2005 in tutta la Gran Bretagna (quindi Galles, Inghilterra e Scozia) ma non nell’altro quarto del Regno Unito, l’Irlanda del Nord.
La stessa Theresa May, Primo Ministro britannico, aveva intenzione di far tornare legale il fox hunting e ha rinunciato solo dopo la sua débacle di giugno, che l’ha costretta a ridimensionare la sua posizione all’interno di una coalizione piuttosto rabberciata e fragile: ma evidentemente May non ha mollato la presa, e ha fatto approvare alla Camera dei Comuni un provvedimento che nega la capacità degli animali di provare dolore od emozioni – il che spiana chiaramente la strada ai field più ortodossi, quelli che non si accontentano del drag hunting* ma puntano dritti al Tally-ho.
Alla faccia della Dichiarazione di Cambridge sulla coscienza, tra l’altro.
Questa situazione è stata resa possibile dalla Brexit, che vede i deputati britannici impegnati a decidere cosa tenere e cosa buttare di quello sino ad ora regolato dalle leggi dell’Unione Europea: tra cui, per l’appunto, anche quelle riguardanti il benessere animale che formavano l’80 per cento della normativa britannica sul tema.
Per quanto riguarda le capacità emotive dei cavalli, le numerose e recenti ricerche confermano le nostre sensazioni empiriche di ippofili assatanati: certo che i cavalli hanno la capacità di provare emozioni e dolore – a quanto pare, molto più di certi legiferatori.
Per correttezza di informazione facciamo notare che in Italia la caccia alla volpe è legale, ma in compenso facciamo nostra la norma UE che riconosce gli animali sentano il dolore e le emozioni in modo simile agli esseri umani.
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* per un mero refuso avevamo scritto drug hunting, invece di DRAG hunting: ringraziamo l’attento Sergio Penner di avercelo fatto notare