Bologna, 11 dicembre 2020 – Osservando i cavalli al prato, mentre giocano con il cane di scuderia, ci sarà capitato di pensare come, in certi momenti, sembra quasi che le due specie si imitino nei movimenti.
Bene, la notizia che ci arriva dalla scienza è che, in questo caso, non siamo diventati improvvisamente matti. Secondo uno studio condotto da scienziati-etologi dell’Università di Pisa, grazie alla così chiamta mimica facciale rapida, due differenti specie sono in grado, durante il gioco, di imitarsi.
Lo studio, condotto da Veronica Maglieri, Filippo Bigozzi, Marco Germain Riccobono e Elisabetta Palagi ha preso in considerazione il rapporto cani-cavalli e, attraverso contributi video di momenti di gioco in libertà, senza l’interferenza umana, ha evidenziato come effettuassero movimenti simili (rincorrersi, rotolarsi, simulare morsi…) e, ancora più in particolare, in determinate situazioni producessero con la mimica facciale una sorta di sorrito (relaxed open-mouth display) comune in ben 12 cani e 10 cavalli.
Da qui la tesi che, durante il gioco, specie diverse si imitino anche nelle espressioni facciali, mutuandole in maniera trasversale tra specie e specie.
Sempre secondo lo studio di Pisa, pare che il gioco sia un canale eccellente per creare una comunicazione tra esemplari differenti, una sorta di lingua comune impiegata tra tutti i mammiferi.
Il che alla fine è la vera notizia utile per noi e per i nostri cavalli: spendiamo più tempo per giocare insieme e il nostro rappporto migliorerà sicuramente.