Bologna, 20 luglio 2022 – Non c’è un virus abbastanza lontano. Il Covid ce l’ha insegnato. E l’Ehv-1 ha dato la controprova. Così, la notizia che ci arriva dall’Australia è di quelle da tenere monitorate. Seppur senza panico o allarmismi estemporanei.
Secondo il dipartimento di biosicurezza del Queensland, sarebbe stato confermato nell’area di Mackay il primo caso di positività al virus di Hendra dal 2017. Pochi giorni dopo la scoperta della positività, il cavallo colpito dal virus (e non coperto da vaccinazione) è stato sottoposto a eutanasia a causa del crollo verticale delle sue condizioni.
Quello di Hendra è un virus particolarmente pericoloso tanto per il tasso estremo di mortalità in tutti i soggetti non vaccinati, sia perché è una zoonosi che attacca altrettanto severamente anche l’uomo. In pratica, il virus noto come HeV può passare facilmente dai cavalli all’uomo e provocare esiti infausti.
Nel caso di Mackay, il dipartimento australiano di biosicurezza ha provveduto a isolare la proprietà e lo staff per trovare la fonte del virus, assicurare che nessun umano sia al momento infetto e, soprattutto, per contenerne la diffusione.
L’HeV è stato individuato per la prima volta in Australia nel 1994. Per la precisione nel sobborgo di Hendra a Brisbane. In quell’occasione furono colpite ben 21 scuderie di cavalli da corsa e due umani. Nel 2016 sono stati segnalati 53 casi di malattia che hanno coinvolto oltre 70 cavalli. Questi casi erano tutti concentrati sulla costa nord-orientale dell’Australia. Un totale di sette esseri umani hanno contratto il virus Hendra da cavalli infetti. In particolare attraverso il contatto ravvicinato durante la cura o la necroscopia di cavalli malati o morti.
Questa volta c’entrano i pipistrelli
L’ospite ideale di Hendra è un pipistrello (sì, questa volta per davvero…). Può diffondersi dalle volpi volanti ai cavalli, dai cavalli ai cavalli e da loro alle persone. Nell’uomo i sintoni vanno da quelli analoghi a una influenza di media intensità fino a crisi respiratorie gravi o malattie neurologiche anche fatali. Il problema è che, intanto che gli esperti stanno investigando la risposta del nostro organismo al virus con terapie anticorpali monoclonali, non c’è una terapia mirata oltre a un supporto intensivo del nostro organismo.
Per quanto riguarda i cavalli, invece, Hendra è un virus per il quale esiste un vaccino annuale. Che, dal momento che circola ancora, sarebbe opportuno tenere presente.
Il dipartimento di biosicurezza australiano da anni spinge proprio sulla sensibilizzazione dei proprietari dei cavalli affinché si usi il vaccino anche come misura di contenimento di questa pericolosa zoonosi.