Palermo, 22 febbraio 2018 – Il video lo abbiamo visto tutti: riprendeva un ragazzo staffato corto e in assetto da corsa che montava un cavallo lanciato al galoppo su una strada asfaltata del quartiere Zen di Palermo. Il video era stato girato da qualche seguace dell’improvvisato fantino: si sentono gli incitamenti, gli incoraggiamenti.
E poi si vede lo schianto: il ragazzo e il cavallo finiscono spalmati contro un palo del semaforo, impressionante.
Il video è stato messo sui social network, come si fa ormai con ogni cosa che riguardi la nostra vita: e per la vita di qualcuno è normale galoppare su una strada asfaltata come se si fosse su una pista, e chissà come mai.
L’unica cosa sorprendente, forse, è che in questo video il cavallo sia montato: le corse clandestine più spesso le fanno con i cavalli attaccati, galoppano lo stesso come disperati ma con dietro un sulky.
Chissà, magari così sono più tranquilli: nel caso qualcuno li becchi l’unica cosa che rimane da sequestrare è il cavallo, che i sulky in fibra di carbonio possono costare anche 9.000 Euro e spiace farseli portar via dalla Benemerita o dalla Pula – i cavalli chi se ne importa, ce n’è tanti.
Tante e diverse le reazioni suscitate dal video: rabbia, vergogna, disgusto, impotenza. Qualcuno che evidentemente non ha ben presente quel territorio – vasto, esteso, molto popolato e molto omertoso – si chiede anche “Ma cosa fanno le forze dell’ordine, eh? dove sono?”.
Le forze dell’ordine, mentre noi stiamo dietro una tastiera a distillare i nostri personalissimi e fondamentali pensieri, lavorano e indagano e hanno trovato sia il ragazzo che il cavallo.
Recita il comunicato stampa che ci è arrivato stamattina: “I Carabinieri della Stazione di San Filippo Neri sono riusciti in tempi brevissimi a ricostruire la dinamica dei fatti accertando che il video era stato registrato l’11 febbraio intorno alle 07.00 del mattino nel quartiere Z.E.N. 2. Il giovane fantino, un 26enne residente a Monreale, a seguito dell’incidente era stato trasportato presso l’ospedale “villa Sofia”, dichiarando ai sanitari di essere rimasto coinvolto in un sinistro stradale. A seguito della visita era stato dimesso, con una prognosi di 30 giorni.
Le successive verifiche effettuate in collaborazione con i Carabinieri Forestali del Centro Anticrimine Natura di Palermo hanno permesso di individuare il proprietario del cavallo, P.F. palermitano classe 1991. Durante l’ispezione dell’area dove era custodito il cavallo, nel quartiere Partanna – Mondello, l’animale è stato visitato da personale veterinario dell’ASP riscontrando un’escoriazione alla zampa posteriore destra. Il proprietario è stato sanzionato per non aver ottemperato agli obblighi di registrazione, in quanto custodiva anche un altro cavallo senza la documentazione necessaria per l’individuazione.Elevate contravvenzioni per € 5.498.
E’ stato infine riscontrato che le stalle erano state costruite in maniera abusiva e senza alcuna autorizzazione, con il contestuale sequestro dell’area e di altri 2 cavalli, in buono stato di salute ed affidati ai proprietari”.
Tutte le persone coinvolte sono a disposizione della magistratura che sta vagliando le loro posizioni, i cavalli stanno bene: questo è quello coinvolto nell’incidente del semaforo.
Da notare che il ragazzo (fratturato in più punti, omero compreso) fa il macellaio: e se volete parliamo anche di macellazione clandestina di carne equina, già che ci siamo.
Che una delle specialità gastronomiche qui (ma non solo locali) è la carne di cavallo, mangiatela che fa tanto bene e datela anche ai bambini, mi raccomando.
Che i due cavalli di cui sopra erano senza microchip, che possono aver dentro tutte le peggio cose tra farmaci dopanti e non.
Che siamo così sicuri sia una bella cosa impedire per legge l’esistenza di una limpida e chiara filiera alimentare anche per la carne equina (vedi cavalli Dpa/NonDpa) o magari proibire per decreto la macellazione ufficiale dei cavalli serve soltanto ad accattivarsi i voti e l’attenzione mediatica di persone sensibili?
Che a volte siamo un po’ cinici, che ci volete fare.