Firenze, 16 maggio 2018 – A distanza di ben 7 mesi dal ritrovamento di una cavalla ferita segnalata da alcuni cittadini, nonostante innumerevoli istanze e solleciti e perfino un passaggio formale dell’Asl, il Sindaco di Calenzano si rifiuta di assumersi le responsabilità che la legge gli attribuisce, causando enormi disagi a chi fino ad oggi ha provveduto a proprie spese al recupero e alle cure di un animale che sarebbe andato incontro a morte certa.
La vicenda è iniziata l’11/10/2017, quando la nostra associazione riceveva una segnalazione da parte di un cittadino di Calenzano (FI) relativa a un cavallo ferito in modo apparentemente grave, che da circa due giorni stazionava pressoché immobile in un terreno adiacente alla sua abitazione.
Il cittadino dichiarava di aver già segnalato la circostanza alla Polizia Municipale ma, visto il trascorrere del tempo senza che nessuno intervenisse, aveva deciso di rivolgersi a noi. Il giorno seguente effettuavamo un primo sopralluogo intorno alle ore 13, verificando la presenza del cavallo e constatando da una distanza di alcuni metri una grave ferita alla gamba.
Vista la difficoltà di avvicinare l’animale che era evidentemente spaventato, organizzavamo tempestivamente un secondo intervento per effettuare il recupero in condizioni di sicurezza, onde poi far valutare a un veterinario ippiatra l’effettiva gravità della situazione.
Prima di recarci sul posto avvisavamo telefonicamente l’Asl attraverso il numero delle urgenze e i Carabinieri di Calenzano. Al nostro arrivo sul posto trovavamo ad aspettarci un medico veterinario Asl, che assisteva alle operazioni di recupero e che, immediatamente dopo, constatava che il cavallo in questione, femmina di circa 3-4 anni, non era identificato con microchip come previsto dalla normativa. Il recupero della cavalla richiedeva diverse ore e si concludeva nella notte, a causa dello stato di sofferenza (profonda ferita a una gamba posteriore) e soprattutto del fatto che non era minimamente abituata al contatto con le persone.
Essendo priva di microchip, venivamo autorizzati appositamente dal veterinario Asl al trasferimento per le cure urgenti del caso. La cavalla presentava una ferita profonda alla gamba posteriore sinistra, con il buco che all’interno si estendeva in 3 lacerazioni: una di 30 cm, una di 20 e una di 15. Inoltre era ricoperta di zecche (ne venivano tolte oltre 200), infestata da pulci, infestata da parassiti interni (vermi) e presentava una forte forma di anemia. La mattina successiva al recupero scrivevamo al Sindaco di Calenzano per chiedere un provvedimento urgente di affidamento, obbligatorio in questi casi anche per motivi di igiene e salute pubblica.
Tre giorni dopo, vista l’assenza di risposte, inviavamo un sollecito. Il 6/11/2017 inviavamo una formale diffida e finalmente, due giorni dopo, il Sindaco di Calenzano Alessio Biagioli rispondeva, rimbalzando la responsabilità verso l’Asl ma di fatto eludendo la nostra richiesta.
Così, il 10/11/2017 rispondevamo alla lettera del Sindaco, ribadendo e puntualizzando gli aspetti formali della nostra richiesta, senza ricevere risposte. Pagina 2 di 2 Nelle successive settimane tentavamo varie volte di metterci in contatto telefonicamente con il Sindaco, onde meglio illustrargli a voce i termini normativi della questione e indurlo al rispetto delle disposizioni di legge: infatti, la sua inerzia metteva paradossalmente l’Associazione in una condizione di illegalità, ritrovandoci a gestire un cavallo non identificato e senza alcun provvedimento di assegnazione in custodia, oltre a renderci impossibile qualsiasi spostamento per migliorare il suo benessere e eventualmente sgravarci delle spese.
Ma tutti i nostri tentativi di avere un colloquio con il Sindaco risultavano vani.
Nel frattempo l’ASL di Prato il 24 gennaio provvedeva ad inserire il microchip identificativo alla cavalla e, come da normativa, in assenza di un proprietario la intestava al Comune di Calenzano.
Dopo ben tre mesi, il 26 aprile, ricevevamo una lettera del Comune che con pretestuose argomentazioni e vaghi riferimenti normativi sosteneva che il cavallo avesse in realtà un detentore e che quindi la sua gestione non fosse di competenza del Comune.
Immediatamente, nella stessa data, provvedevamo a rispondere, confutando quanto scritto e facendo presente che anche il Ministero della Salute e l’AIA Associazione Italiana Allevatori confermavano che in caso di ritrovamento di un equide vagante è il Sindaco che deve intestarselo e poi provvedere alla sua assegnazione ad associazioni o privati.
Intimavamo dunque al Comune di procedere entro il 30 aprile alla regolarizzazione della cavalla.
Non ricevendo alcuna risposta ed esperiti tutti i tentativi di dialogo, siamo stati costretti a depositare una denuncia in data odierna.
Questa ostinazione non ha alcuna giustificazione, vista la chiarezza della norma.
Recentemente anche l’ANMVI Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani lo ha ribadito, rispondendo ad alcuni quesiti sul tema, riportando il parere inequivocabile del Ministero dell’Interno, Dipartimento Affari Interni e Territoriali, sentito il Ministero della Salute, in merito al ritrovamento di bovini ed equidi non identificati: “La responsabilità di intervento è posta in capo al Sindaco, sia a norma di legge, sia in virtù del ruolo da questi rivestito di autorità sanitaria locale.
La presenza di equidi e bovini vaganti non identificati involge anche aspetti relativi alle emergenze sanitarie che interessano queste specie animali, alcune delle quali a carattere zoonotico, tali quindi da poter risultare rischiose anche per la salute umana”.
Comunicato Ufficio stampa IHP