Spesso si rimane meravigliati da quella comunicazione istintiva, da quella magia invisibile che si crea tra il cavallo-terapista e l’umano che sta aiutando. Si tratta di qualcosa di intangibile, eppure tangibilissimo al tempo stesso…
Ora, a sostegno di questa relazione straordinaria arriva anche la scienza, con uno studio condotto da un pool di studiosi disseminati tra la Svizzera, l’Austria e l’Olanda. Insieme, con i propri istituti di ricerca alle spalle, gli scienziati hanno stabilito un contatto molto concreto tra i cavalli e i loro assistiti durante le sedute di ippoterapia.
Si può affermare tranquillamente che si tratta di una questione di… cuore. Ma quello vero però.
Secondo lo studio, nelle sedute di terapia assistita con i cavalli, i cuori dell’uomo e del cavallo si adattano uno all’altro. E si abbassa in maniera rilevante il livello di stress, uno dei punti cardine proprio di questo genere di terapia.
Quindi, oltre al benessere fisico che l’ippoterapia può portare agli umani, cresce l’attenzione anche per quello più prettamente legato alla psiche.
Un battito all’unisono ma bisogna essere amici
Nello studio presentato sulla rivista scientifica Complementary Therapies in Clinical Practice, si sono misurati i valori fisiologici legati alle reazioni legate allo stress. La frequenza cardiaca e il cortisolo sono stati misurati per la prima volta in pazienti con un deficit intellettivo nella prima età adulta, nonché in un terapeuta umano e in cavalli da terapia. Le misurazioni sono state effettuate prima, durante e dopo una sessione di terapia standardizzata.
«Abbiamo scoperto che i battiti cardiaci si adattavano l’uno all’altro e si sincronizzavano, ma solo a determinate condizioni» ha spiegato la dottoressa Anna Naber, del centro terapeutico infantile viennese Lichtblickhof
Il fattore decisivo, secondo gli esperti, risiederebbe in una relazione positiva tra i partner dell’interazione: il cuore del paziente batteva in sincronia con quello del cavallo solo se si trattava dell’animale preferito. E l’effetto tra terapeuta e cavallo era maggiore quando il terapeuta interagiva con un cavallo con cui aveva un forte legame.
Stress addio
Chi monta regolarmente a cavallo o frequenta una scuderia ha piena conoscenza di come ciò possa creare un senso completo di rilassamento e benessere mentale. Ma una cosa è averne esperienza, un’altra è disegnare un perimetro scientifico intorno a quelle che per noi sono solo sensazioni.
Così, lo studio austro-svizzero ha approfondito anche questo aspetto, sempre osservando pazienti con problematiche legate alla sfera cognitiva, intellettiva e psicologica.
Ne è emerso che l’ippoterapia ha un effetto di riduzione dello stress verificabile scientificamente. Dopo il contatto con il cavallo, i pazienti adulti avevano livelli più bassi di cortisolo, l’ormone dello stress. La salivazione e il battito cardiaco erano più bassi, a indicare un maggiore rilassamento.
La cosiddetta variabilità della frequenza cardiaca, una misura della capacità dell’organismo di adattarsi e regolarsi allo stress, era più alta. Il che indica un alto livello di benessere. Secondo l’osservazione dello psicologo clinico, la soluzione di un problema da affrontare con il cavallo era accompagnata da una frequenza cardiaca più bassa rispetto a quando veniva meno il supporto dell’animale.
La morale
La scienza continua a indagare l’intima connessione con il cavallo di cui l’uomo può beneficiare. E le meraviglie sconosciute che molto spesso, attraverso le terapie assistite, possono da un lato essere empiricamente provate e dall’altro solo immaginate. Manca in molti casi quel passaggio che colleghi questi due punti affinché la terapia assistita possa diventare, al di là di ogni possibile dubbio o scettiscismo, una vera scienza. Una nuova frontiera della medicina verso la quale tendere con entusiasmo.
Per chi volesse documentarsi sull’intero studio (in inglese, formato pdf) CLICCA QUI