Bologna, 31 ottobre 2021 – Secondo un recente studio condotto in Gran Bretagna, il consolidamento di abitudini positive nella routine quotidiana del cavallo fa bene tanto al beneficiario – il cavallo appunto – quanto a chi ne è l’autore.
Osservate in natura, le operazioni di grooming tra cavalli infondono tranquillità in quanto ripetitive. E, si sa, il nostro amico a quattro gambe è abitudinario. Nel reiterarsi delle azioni trova sicurezza mentre le ‘improvvisazioni’ tendono a destabilizzarlo.
Le ricercatrici Jo White e Ruth Sims hanno avviato uno studio per esplorare il potenziale di interventi semplici per sviluppare una forma di benessere attraverso comportamenti abitudinari. Il Pawhbs: pro-animal welfare habitual behaviours. L’aspetto interessante che è emerso è che tutto ciò riguarda sì il cavallo ma anche chi gli sta accanto.
Abitudini di benessere
Lo studio, apparso su Animals, ha evidenziato che il carattere routinario di molte operazioni di gestione del cavallo contribuiscono alla formazione e al mantenimento di abitudini.
E quale migliore abitudine da usare per condurre l’osservazione scientifica se non il tanto desiderato grattino sul garrese?
In pratica, con un grattino al giorno per un periodo da tre a cinque minuti, le ricercatrici hanno voluto perimetrare il campo obiettivo-azione attraverso il rinforzo di un’abitudine positiva.
Lo studio ha preso in esame un campione di nove cavalli. Per ciascuno è stata creata una relazione stretta e consistente tra il ‘grattino programmato’ è un’operazione routinaria. Per esempio la pulizia dello zoccolo.
I partecipanti allo studio hanno monitorato per 30 giorni le reazioni e sensazioni corrispondenti all’esecuzione del ‘grattino’, con riflessioni e osservazioni. Tanto quelle dei cavalli, quanto le loro.
Molti tra i partecipanti ‘umani’ alla ricerca, durante l’intervista finale, hanno spiegato che questa ‘coccola’ rientrava già nella gestione del proprio cavallo. Altri invece hanno ammesso che si trattava di una nuova abitudine.
In tutti i casi, non era però mai stata considerata un’azione routinaria automatica.
Di fatto, una volta impostato come azione ripetitiva e ‘regolata’, dalle osservazioni di White e Sims è emerso che il grattino ha avuto un impatto positivo sul comportamento umano e ha contribuito a produrre un’abitudine positiva nella gestione di scuderia.
Alcuni partecipanti hanno perfino rilevato che, la costituzione di questa routine li ha fatti sentire più calmi nella gestione del cavallo.
Lo studio… secondo lui
Anche sul fronte dei cavalli l’istaurarsi di una routine positiva ha avuto visibili riscontri. Hanno iniziato infatti a cercare il contatto che procura loro piacere e, così facendo, hanno procurato essi stessi piacere e gratificazione emotiva in chi stava loro vicino.
«I risultati dello studio hanno acceso una luce sull’importanza della relazione tra obiettivo-routine-premio al fine di produrre un comportamento di qualità attraverso le abitudini. Con particolare enfasi sul ruolo della risposta del cavallo in quanto indicatore di Pawhbs. È stato interessantissimo notare anche il valore della ricompensa emotiva nelle persone impiegate». Hanno spiegato le due autrici dello studio.
Ancora una volta, il binocolo della scienza ha messo nero su bianco qualcosa che chi è abituato ad avere un rapporto di qualità con i cavalli porta nel proprio Dna, senza saperlo.
Ma uno studio di questo genere non è affatto banale… E servirà a tanti per migliorare il proprio rapporto con i cavalli e nello stesso tempo far crescere il benessere di entrambi: equini e umani.
L’intero studio, pubblicato sotto la Creative Commons Licence può essere letto (in inglese) CLICCANDO QUI