Bologna, 2 maggio 2022 – Non ci stanchermo mai di dirlo: non si deve mai abbassare la guardia, neanche contro l’influenza. La circolazione dei virus in epoca di globalizzazione è veloce e nessuna malattia è abbastanza lontana da poter essere semplicemente ignorata.
Così, la notizia di 94 decessi negli States, in Colorado, a causa di una forma infleunzale, ha messo in massima allerta le autorità di vigilanza che monitorano gli andamenti epidemici.
Secondo gli esperti del Bureau of Land Management, i 94 cavalli deceduti sarebbero risultati positivi a un virus influenzale equino. Il primo decesso, avvenuto il 18 aprile, avrebbe riguardato un puledro. Ma nei giorni immediatamente successivi, altri 9 cavalli sarebbero stati rinvenuti privi di vita nei paddock che li ospitavano. Il 23 aprile, la triste conta era già arrivata a 56 decessi su una popolazione di 450 soggetti. Oggi siamo a 94 e purtroppo il bilancio non pare definitivo.
Il gruppo di cavalli che sta vivendo questo difficilissimo momento consta di 450 ‘wild’, radunati nell’autunno del 2021.
La sequenza influenzale individuata dagli esperti è riconducibile al subtipo H3N8 e non sembrerebbe riconducibile alla contagiosissima influenza aviaria (subtipo H5N1) che sta interessando i volatili negli States.
Sintomi di leggera influenza sono stati osservato nel 10-20% dei 2550 cavalli che sono ospitati presso gli stessi impianti in Colorado, anche se negli altri gruppi non si sono registrati decessi.
Il Bureau of Land Management, con in team di veterinari, laboratori sul posto, con gli epidemiologi del Dipartimento dell’agricoltura americano e con gli ufficiali veterinar del Colarado stanno cercando di mitigare i fattori che potrebbero contribuire a dare origine alla forma più pericolosa di questa influenza. Nonché a trovare un sistema perché non si diffonda ulteriorimente.
Ricordiamo che stiamo comunque parlando di ‘wild’, cavalli che diffcilmente possono avere accesso a un programma vaccinale e che quindi corrono rischi maggiori di contrarre malattie che possono rivelarsi letali.
La polemica
Il gruppo dei 450 in cui pare essersi sviluppata questa pesante forma inflienzale, con complicanze polmonari ed emoraggie, è composto da ‘wild’ radunati in fretta e furia nella zona del West Douglas, tormentata dagli incendi.
Ma la loro gestione, come più in genrale quella di tutti i ‘wild’ americani è un tema che non manca mai di sollevare dibattiti.
Molti ritengono che i centri predisposti dal Bureau of Land Management siano, per dimensione e tipologia, luoghi non idonei al benessere dei cavalli.
I cavalli colpiti dal virus, dicevamo, appartengono a un gruppo di 450 che condividono un unico enorme paddock. Ma il Cañon City Wild Horse and Burro Facility ospita oltre 2500 cavalli… Tutti in paddock ampi, anzi, ampissimi, ma piuttosto vicini gli uni agli altri.
Un virus altamente diffusivo potrebbe facilmente causare un disastro enorme. Nel caso di questa influenza, pare che il contagio stia già inetressando un altro branco di wild, il Sand Wash Basin Herd. Il loro paddock è a circa 300 metri da quello in cui si sono registrati i decessi.