Bologna, 19 marzo 2022 – Visto che oggi è la Festa del Papà festeggiamo anche i cavalli padri, come dicevano una volta.
Anche perché ci sono poche cose più belle di uno stallone che si pavoneggia, libero di esprimere tutta la sua grazia e la sua forza: così poche che quasi non ce ne viene in mente nessuna altra.
Ma che siano davvero stalloni o solamente maschi interi (e che quindi non hanno mai montato) sono cavalli che richiedono una logistica più accurata e una gestione più attenta degli altri.
Con loro non si può improvvisare, e sono sicuramente da sconsigliare a qualsiasi cavaliere o amazzone alle prime esperienze a meno di non essere seguiti h24 da qualche persona più che esperta.
Necessitano di delicatezze particolari anche per preservare la loro stessa salute: occorre stare molto attenti a eventuali torsioni dei testicoli, ad esempio.
Quindi occhio in scuderia: se i suoi ‘gioielli’ sono più gonfi, caldi o diversi dal solito chiamare subito il veterinario.
Altra patologia abbastanza frequente è l’ernia scrotale: anche se di piccole dimensioni può portare a fastidi, rigidità, difficoltà ad eseguire determinati movimenti durante il lavoro.
I maschi criptorchidi, quelli con un testicolo trattenuto nel canale scrotale, possono avere problemi caratteriali dati: la sua non completa discesa provoca dolore, e il cavallo può reagire male quando soffre.
In questi casi è importante una visita veterinaria per determinare, la posizione esatta del testicolo e decidere il da farsi.
Ancora più importante con loro la corretta educazione.
Sottolineiamo corretta, senza le apparenti scorciatoie delle cattive maniere. Perché se a volte un castrone può perdonare un metodo violento lo stallone non lo farà, e prima o poi risponderà allo stesso modo a chi gli ha fatto del male.
L’opinione di un ex-guardia scuderia degli istituti di Incremento ippico di Ferrara e Catania, Ignazio Buitta: «È il maschio più forte che predomina e garantisce la migliore selezione. Gli stalloni che vivono rinchiusi in box, a contatto con l’uomo sono molto più mansueti e malleabili, si adeguano a vivere con l’uomo e si affezionano a chi li accudisce. Certo annusando una cavalla in calore l’istinto si risveglia , ma sarà sempre facilmente controllato. Altra cosa è con cavalli acquistati dallo stato brado da abituare alla vita di scuderia. Occorre avere tanta pazienza e abilità nell’entrare in simbiosi con l’animale. Certo ci vorranno più attenzioni, furbizia, un continuo parlargli e stargli attorno: ma col tempo ti sarà amico».
Stupiti di trovare tanto spazio dedicato alla corretta gestione in un pezzo dedicato al benessere degli stalloni?
Eppure è la prima, vera preoccupazione che dobbiamo avere: perché un cavallo maleducato è pericoloso, e un cavallo pericoloso non ha mai una buona vita.
Le note caratteriali di Francesco Taraschi, addestratore
Gli stalloni tendono a essere più ricettivi, più attenti all’ambiente e più territoriali, anche per via del ruolo che hanno in natura. Irruenti, facili a distrarsi, tendono a mantenere il controllo della situazione per evitare l’ingresso di intrusi nel branco. Utilizzano spesso il proprio corpo come mezzo di intimidazione e minaccia, hanno bisogno di una accurata educazione sulla gestione degli spazi.
L’attenzione in più di Giuseppe Grandi, medico veterinario
Attenzione alla scuderizzazione e ai trasporti. L’olfatto dei cavalli è sviluppatissimo, mettere uno stallone in un box vicino a una giumenta, magari in calore o da lei precedentemente occupato non farà altro che risvegliare eccessivi entusiasmi e rendere più complicata la sua gestione in concorso o in viaggio. Per lo stesso motivo gli artieri dovrebbero occuparsi prima degli stalloni, quindi delle cavalle. Buona abitudine delle scuderie da corsa: nel lavoro mattutino i maschi vanno sempre davanti e le femmine seguono.
Qui la storia di un grande padre che ci ha lasciati da poco, Diamant de Semilly