Palermo, 1 ottobre 2016 – E’ morto ieri mattina ,in pieno centro di Palermo: era uno dei cavalli utiizzati dagli “gnuri“, i fiaccherai che con la loro carozzella portano in giro i turisti per il capoluogo siciliano.
Arrivato in piazza Massimo il cavallo si è accasciato a terra ed è morto: i primi a protestare sono stati proprio gli gnuri, riprendendo una lunga diatriba in essere con il Comune di Palermo che non permette nemmeno loro di sostare con i cavalli all’ombra al di fuori dei loro “parcheggi” dove attendono i turisti ma non ha previsto punti di sosta e pensiline ad hoc per i cavalli, pur dotati di regolare permesso di lavoro e transito, e li costringe a seguire un itinerario ritenuto troppo lungo e faticoso.
E ci sta bene che si protesti per queste cose, giustissimo.
Ma se il cavallo davvero è morto per la troppa fatica, il suo gnuri avrebbe dovuto fermarlo prima: non ci possono essere scuse, riguardo a questo.
Sono in corso le indagini sull’accaduto, in primis quella di accertare l’identità dell’equino grazie ai dati inesriti nel microchip e che è stata presa in carico dai Vigili Urbani – quindi la controparte degli gnuri, che evidentemente contrattacca cercando di capire se il proprietario del cavallo stia rispettando la regola prevista secondo cui ogni carrozzella possa essere utilizzata con un solo ed unico soggetto (e anche qua ci sarebbe da dire: ne potessero usare due, almeno non si correrebbero i rischi di straordinari forzati).
Queste le parole di Nunzio Reina, presidente di Confartigianato Palermo: «L’avevamo detto in tempi non sospetti: quello stabilito dall’amministrazione comunale non sarebbe stato un percorso sostenibile. Il cocchiere aveva appena terminato il giro turistico previsto dal Comune, con tanto di vicoli stretti, strade in salita e asfalto dissestato. Una volta arrivato davanti al Teatro Massimo il cavallo si è accasciato e non ha più dato segni di vita. Sono le conseguenze di quello che è stato deciso a maggio, quando alle carrozzelle è stato impedito di attraversare corso Vittorio Emanuele», continua Reina. «Nonostante le proteste e i sit-in dei lavoratori, l’amministrazione ha optato per un percorso alternativo che va totalmente contro la salute degli animali. Nel caso specifico si trattava di un cavallo giovane, le cui condizioni erano state considerate perfette. Ma per tutta l’estate è stato sottoposto a sforzi senza precedenti: gli stalli disposti dal Comune sono all’aperto, sotto il sole e quando i cocchieri spostano i propri animali, vengono multati. Quello che è accaduto era evitabile, chiediamo una soluzione alternativa per i cocchieri, prima che un episodio simile possa ripetersi».
Qui la notizia originale, dal Corriere della Sera