Milano, 3 giugno 2017 – Ancora proteste per un allestimento di Bohème che prevede l’entrata in scena di un cavallo (che interpreta il collaboratore equino di un fiacre) e di un asinello (figurante generico tra la folla).
La protesta questa volta parte da Gianluca Comazzi, capogruppo di Forza Italia in Consiglio Comunale.
“Con grande stupore sono venuto a conoscenza che nella prossima rappresentazione alla Scala della Boheme in cartellone dal 7 giugno – dice Comazzi – saranno utilizzati un asino e un cavallo che da più giorni partecipano alle prove. Tanto si parla di sfruttamento degli animali nei circhi ed ora nel teatro d’opera più famoso al mondo, in una citta’ che si considera all’avanguardia nella tutela degli animali si acconsente al loro utilizzo in uno spettacolo. Devono trascorrere ore sul palcoscenico e dietro le quinte, sotto stress e in condizioni non idonee alla loro natura. Con le tecniche odierne si possono dare immagini di grande impatto visivo e scenografico senza l’uso di animali vivi. Milano darà al mondo una brutta immagine del suo teatro più importante. Asl e Comune ritirino immediatamente l’autorizzazione all’utilizzo degli animali“.
Da parte nostra, dando per scontato che cavallo e asino attori siano ovviamente addestrati a dovere per la bisogna e quidi più che abituati a situazioni umane del genere, non vediamo nulla di grave in tutto ciò: se si volesse costringere un cavallo brado a starsene sul palco della Scala convieniamo che la cosa gli causerebbe stress, ma trattandosi – come in questo caso – di animali abituati a lavorare in situazioni particolari con l’uomo, riteniamo che non ci siano i presupposti per una preoccupazione simile.
Sono ben altre le situazioni di stress in cui si potrebbero trovare un cavallo od un asino, attori o meno che siano: per gli equini come per gli umani, l’importante è essere preparati al lavoro da svolgere.
Certo che se il cavalier Berlusconi, leader di Forza Italia, abbraccia gli agnellini sotto Pasqua ci sta che un capogruppo del suo partito si lasci ispirare e voglia abbracciare (idealmente, per lo meno) cavalli e asini lavoratori: ma non dobbiamo dimenticare che il lavoro nobilita tutti, anche gli equini.
E chi scrive per voi pensa, nel suo piccolo, che trasformare cavalli, asini & c. in belle statuine intoccabili in un prato equivarrebbe a degradarli da fedeli compagni dell’uomo a semplici comparse: sono selezionati da millenni per ascoltari e accontentarci, l’importante è farlo nel modo dovuto.
Ma quanti di voi che li conoscono non si sono mai accorti di come sono soddisfatti di un lavoro fatto bene e dei nostri complimenti, chi non si è mai commosso ai loro sbuffi di soddisfazione ad un pacca complimentosa sul collo o ad un “bravo” deciso, dopo un esercizio un po’ complicato?
Solo chi non conosce i cavalli (e gli asini) può pensare che non abbiano piacere di lavorare con noi, quando ci comportiamo da umani come si deve: ma se non li conosci come puoi pensare di interpretare il loro pensiero?
Lo spettacolo incriminato è quello che vede regia e scene di Franco Zeffirelli, ripresa la prima da Marco Gandini e con la direzione di Evelina Pidò che sarà in scena dal 7 giugno al 14 luglio 2017.
La Bohème di Giacomo Puccini, opera in quattro quadri che vede per protagonisti Rodolfo e Mimì, è stata completata nel 1895 ed è ambientata nella Parigi del 1830.