La ricerca di un equilibrio etico per la presenza del cavallo nello sport non smette mai di rivolgersi alla scienza per trovare le soluzioni migliori. Soprattutto in quegli ambiti dove i riflettori puntano spesso verso delle vere criticità.
Recentemente, la Horseracing Integrity and Safety Authority (Hisa) ha diffuso, soprattutto tra gli addetti ai lavori, uno studio che identifica alcuni tra i fattori di rischio che riguardano le fratture degli arti prossimali anteriori. In pratica fratture omerali e scapolari tra i Purosangue.
Secondo i dati raccolti da Hisa, tra gli incidenti fatali per i Purosangue in allenamento, il 15% riguarda proprio le fratture omerali e scapolari.

Oltre il 40% dei cavalli che hanno subito fratture di questo genere (tra quelli che sono stati segnalati all’HISA) non avevano svolto lavori in velocità sulla distanza breve nei 60 giorni antecedenti all’incidente.
Come a dire che, almeno in questo caso, la velocità non c’entra. Anzi, laddove non c’è un training che la preveda, il rischio aumenta.
Ciò che invece fa accendere una spia di allarme riguarda il fatto che tra i maggiori fattori di rischio ci siano l’inizio dell’allenamento e il rientro in lavoro dopo un lungo periodo di inattività.
Dato questo molto prezioso per tutti i trainer che hanno così un nuovo strumento per mettere al riparo il cavallo da possibili guai irreversibili.
Una banca dati di grande valore
Questa è la prima volta che l’HISA condivide pubblicamente uno studio che scaturisce dai risultati raccolti sul suo portale, mettendoli a disposizione di tutto il settore per supportare una cura più informata, promuovere le migliori pratiche e ridurre il rischio di lesioni e incidenti agli equini.
«L’obiettivo dell’HISA è ridurre il numero degli incidenti mortali tra i cavalli. La sensibilizzazione è il primo passo verso il suo raggiungimento. La condivisione di questo studio riflette il nostro impegno per una sicurezza fondata sui dati e sottolinea la responsabilità collettiva, anche a titolo preventivo, che abbiamo nell’intervenire sui cavalli a rischio» ha dichiarato la dott.ssa Jennifer Durenberger, direttore della sicurezza e del benessere degli equini dell’HISA. «Il nostro obiettivo – ha aggiunto – è tradurre il crescente corpo di informazioni che confluiscono sul nostro portale in una guida attuabile che possa rendere il nostro sport più sicuro».
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