Roma, 6 gennaio 2017 – Prosegue l’iter di rottamazione delle botticelle romane e dei relativi cavalli: “Roma Capitale ha pensato e ideato un regolamento estremamente restrittivo sulle botticelle per tutelare il benessere degli animali. Gli assessorati alla Sostenibilita’ ambientale e alla Citta’ in Movimento hanno redatto il testo definitivo dopo attenta valutazione di tutti gli aspetti tecnici burocratici e normativi. Il regolamento ora prosegue l’iter amministrativo per l’approvazione finale in Assemblea capitolina”, rende noto il Campidoglio in una nota.
“Nessun passo indietro sul regolamento: toglieremo i cavalli dalle strade, migliorando sensibilmente il loro benessere. Non vogliamo piu’ assistere a veri e propri episodi di sfruttamento. All’interno dei parchi e delle ville storiche sono stati definiti dei percorsi dolci idonei al transito delle botticelle nel rispetto della normativa vigente e della tutela degli animali” precisa Pinuccia Montanari, assessore alla Sostenibilita’ ambientale.
L’assessore alla Citta’ in Movimento, Linda Meleo: “Dopo anni di promesse, finalmente l’amministrazione ha studiato e messo in campo nuove regole che vanno a modificare alla base il servizio. Ai gestori delle botticelle si da’ la possibilita’ di dismettere la propria attivita’ trasformandola gratuitamente in una licenza taxi oppure acquisendo una botticella elettrica. Con senso di responsabilita’ abbiamo varato un regolamento che non solo tutela gli animali, ma definisce un quadro certo di regole”,
Ben diverso l’orientamento di Alessandro Atzeni di Uiltrasporti Lazio, settore taxi: «Forse la nostra sarà una voce fuori dal coro, ma crediamo che il nuovo regolamento sulle botticelle sia solo un accanimento nei confronti dei vetturini romani. È anche poco convincente la teoria del minore impatto sul traffico delle future bio botticelle. Non si capisce, infatti, che tipo di problema possano creare alla viabilità 43 carrozze a trazione animale, rispetto a tutto quello che circola nelle strade dell’Urbe. Sul discorso della tutela ambientale invece, vorremmo sapere se risulta più inquinante un processo di ricarica delle batterie delle carrozzelle del futuro oppure una alimentazione del cavallo a biada e fieno. Sulla salute dell’animale, in fine, recenti studi hanno dimostrato che i cavalli delle botticelle capitoline si trovano in buona salute e tollerano perfettamente il lavoro al quale sono sottoposti».
Da parte di chi scrive, fatto salvo il rigore nel far rispettare le norme del benessere animale: ma se i cavalli non possono più fare i cavalli per decreto legge – quindi non possono essere attaccati, e magari quindi a rigor di logica tra un po’ nemmeno sellati e montati, in virtù della corrente di pensiero che li teme sfruttati se utilizzati in qualche modo dall’uomo – cosa potranno fare mai? diventeranno obsoleti, inutili soprammobili – certo “d’affezione”, per la carità.
Ma tagliati fuori dalla nostra vita attiva, il che è francamente un delitto, perché un cavallo trattato bene, da cavallo, e amato e che può lavorare con il suo umano in qualsiasi modo è un cavallo felice: sono 10.000 anni che li selezioniamo per questo, se per legge non potremo più attaccarli o montarli diventeranno in fretta come, che ne so, canguri? daini? pavoni?
E voi, ne conoscete molta di gente che mantiene canguri, daini o pavoni per il gusto di avere qualche bella comparsa nel parco di casa? sì, qualcuno c’è, ma non proprio tantissimi.
Sarebbe poi carino sapere se si è prevista qualche via d’uscita garantita dei cavalli delle botticelle verso un destino sicuro, un equo (passateci la battuta) ammortizzatore sociale: al momento, non abbiamo notizie in merito.
In quanto aì cavallo animale d’affezione mi permetto un pensiero personale: il cavallo è molto di più di un “animale d’affezione”, il cavallo è un animale che ha condiviso con noi ogni lavoro, ogni momento bello o brutto che fosse della nostra storia. Questa cosa di volerne fare un ninnolo intoccabile, che non può lavorare attaccato ( e poi anche montato?) perché è sfruttamento non mi convince. No, non mi convince.
Fatto salvo il rispetto delle regole del benessere animale nel farlo lavorare, lo ripeto perché sia chiaro: è certo più facile proibire del tutto un servizio, evidentemente ,che far rispettare le regole che dovrebbero tutelare i cavalli.
Ma è davvero un corretto modo di procedere? tutto quello che non si riesce a far funzionare bene si proibisce, e via?
Fonte: Dire e Ansa