L’Equine Veterinary Education Journal ha recentemente pubblicato un interessante studio che potrebbe aprire nuovi orizzonti alla cura degli ascessi nelle parti più profonde della suola.
Gli autori dello studio sono la dottoressa Amy Santonastaso e Travis Burns, capo del servizio di mascalcia, entrambi in forze al Virginia-Maryland College of Veterinary Medicine negli Stati Uniti.
Abitualmente, la ricerca e il trattamento di queste problematiche richiede un ‘fermo cavallo’ molto lungo. Con il rischio che contenendo il movimento dell’animale possano insorgere coliche o altre problematiche legate all’alimentazione e digestione del cibo.
Nel caso documentato da Santonastaso e Burns, il cavallo colpito presentava una evidente zoppia. Attraverso la risposta alla tradizionale pinza per testare lo zoccolo, i due esperti hanno identificato un’area approssimativa di indolenzimento senza tuttavia individuare evidenza della presenza di un ascesso.
Come di routine, si è provveduto al blocco farmacologico dei nervi. Prassi che ha portato a un significativo miglioramento della zoppia, senza che tuttavia le radiografie successive mostrassero la vera origine del problema.
In poche parole, uno di quei casi in cui si sa che qualcosa c’è anche se non si vede…
Come accade spesso in presenza di un ascesso subsolare, il cavallo è stato trattato con ammollo e impacco medicato. Inizialmente si è osservato un miglioramento ma la grave zoppia si è ripresentata nel brevissimo periodo peggio di prima.
Il cavallo è stato allora ricoverato in clinica per ulteriori approfondimenti anche se l’indagine radiografica continuava a non offrire spunti validi.
Un’indagine nel profondo…
Amy Santonastaso e Travis Burns a questo punto hanno avuto l’idea di indagare eseguendo una venografia digitale. In pratica hanno applicato un laccio emostatico sopra lo zoccolo e iniettato del liquido di contrasto nella vena digitale plantare. Non appena è stata effettuata l’iniezione, sono state scattate delle radiografie che hanno mostrano un’immagine precisa della vascolarizzazione dello zoccolo.
Il venogramma ha evidenziato con chiarezza una mancanza di materiale di contrasto che si muoveva attraverso la punta mediale dello zoccolo, caratteristica di un ascesso.
A quel punto, è bastato aprire, mirando selettivamente con precisione, un tratto di drenaggio nello zoccolo.
Lo stesso esame, ripetuto tre ore di distanza, ha mostrato una risoluzione quasi completa del deficit precedente. Il cavallo è guarito ed è stata in grado di tornare a camminare ‘scalzo’ dopo che il tratto di ascesso si è chiuso.
Santonastaso e Burns hanno spiegato che il venogramma digitale, una modalità di imaging semplice e facilmente accessibile, ha contribuito all’identificazione e alla localizzazione accurata dell’ascesso, accelerandone la risoluzione.