Bologna 7 marzo 2022 – In una recente Live di Cavallo Magazine, quattro esperti veterinari sono stati nostri ospiti per parlare di vaccini. E naturalmente delle malattie che con loro si vorrebbero prevenire.
È stata l’occasione per apprendere che il temuto Ehv, l’equine herpesvirus, nelle sue molteplici varianti, non è affatto un ‘cliente’ sconosciuto. C’è da tanto tempo e la scienza ne conosce bene la mutevole natura.
Tuttavia, la prevenzione vaccinale verso questo virus, nota tra gli allevatori, ha colto i cavalli sportivi un po’ alla sprovvista. Ed è costata, solo l’anno scorso, la vita a 18 cavalli e uno stop dai pesanti risvolti economici alle manifestazioni.
Il focolaio europeo è stato ‘contenuto’ con nuove norme di biosicurezza, con una rete informativa-informatizzata messa in atta dalla Fei con prontezza. E se al momento dell’emergenza i vaccini scarseggiavano e sono stati oggetto di qualche odiosa speculazione, sono poi stati resi disponibili.
Salvo scoprire che, finita l’emergenza, si è affievolito anche il desiderio di ‘mettersi al sicuro’. E i programmi vaccinali inziati e non completati, hanno vanificato il proprio scopo.
Che l’Ehv sia un virus complesso, ce lo spiega la scienza. E ce lo indica anche una recente iniziativa dell’Us foundation che ha destinato ben due milioni di dollari a un fondo per la ricerca specifica su un vaccino a base di acido nucleico (DNA, RNA, mRNA).
E nel frattempo ci arriva la notizia dagli States che nel focolaio ora attivo in California – che sta già costando lo stop delle gare – ha già fatto in pochi giorni 5 cavalli morti.
A breve, alla fine di aprile, verrà reso noto anche uno studio commissionato dalla Fei, quale terzo ‘capitolo’ di un approfondimento articolato, proprio dedicato allo stato dell’arte dei vaccini per contrastare l’equine herpesvirus.
Monitoreremo il tutto con l’aiuto dei nostri esperti.