Bologna, 20 marzo 2023 – La convivenza tra agricoltori e bestiame è da sempre una nota dolente nella storia statunitense che non ha mai avuto risposta. Nonostante si tratti di un paese con un vastissimo territorio, grandi coltivazioni e grandi mandrie non sono mai andate d’accordo. Men che meno quando le mandrie sono quelle dei wild, i cavalli selvaggi. Spesso catturati in maniera cruenta, vittime di divisivi round-up con gli elicotteri e ammassati in recinti dai quali escono nella maggior parte dei casi per essere spediti oltreconfine per la macellazione, la questione dei wild muove più di una coscienza.
E ogni coscienza è un voto…
Così, il Bureau of Land Management, l’ente nazionale americano che si occupa della gestione delle terre, non smette di cercare soluzioni sempre più condivise. Che possano dare una risposta da un lato i possidenti terrieri e dall’altro i difensori dei wild che sempre più strenuamente cercano di proteggere questi cavalli. Che di fatto non appartengono a nessuno e tuttavia sono parte integrante della storia degli States.
Da WinEquus a PopEquus
Varato nel 1996, il BLM si è avvalso in questi anni di un modello informatico chiamato WinEquus. Secondo gli esperti risultava però di difficile utilizzo. E soprattutto forniva dati sulla popolazione dei wild non sempre utilizzabili in quanto lacunosi su informazioni di primaria importanza. Così, per superare le difficoltà e piegare la tecnologia al servizio di uomini e cavalli, si è cercato un nuovo sistema. Che ha visto recentemente la luce e si chiama PopEquus.
A fronte di una popolazione che tra asini e cavalli conta circa 82mila soggetti che pascolano sulle terre pubbliche governate dal Bureau of Land Management, PopEquus svolgerà un compito molto complesso. Creato dagli studiosi della US Geological Survey, dovrà fornire previsioni realistiche che aiutino a determinare l’uso di vari metodi di controllo della popolazione. Per proteggerne la salute e, al contempo, tutelare il territorio dalla sovrappopolazione.
In pratica, un modello informatico che aiuti a stabilire un piano di controllo delle nascite e a programmarne il costo.
Il modello, grazie a PopEquus, strumento accessibile a tutti nella formula open-source, può prevedere, ad esempio, quali saranno le dimensioni di una determinata mandria di wild dopo 10 anni di utilizzo di un vaccino per il controllo della fertilità in una percentuale di cavalle, nonché il costo previsto. I responsabili della BLM possono utilizzare queste informazioni per confrontare le diverse strategie di gestione possibili e operare le scelte migliori.
Il parere delle istituzioni
Secondo Holle Waddell, responsabile della Wild Horse and Burro Division del Bureau of Land Management si tratta di uno strumento innovativo. Capace di dare la risposta a molti problemi. «Diventerà prezioso per il personale e i dirigenti della BLM nel confrontare i diversi modi di gestire e proteggere i cavalli selvatici e il loro habitat nelle terre pubbliche. Soprattutto in un periodo di situazioni climatiche complesse come quello che stiamo vivendo. Con siccità e sovrappopolazione che continuano a minacciare la salute degli animali e del territorio».
Anche secondo la biologa Kate Schoenecker dell’USGS Fort Collins Science Center PopEquus costituisce un’innovazione a segno più. «La possibilità di confrontare i risultati di varie azioni gestionali e i relativi costi finanziari può aiutare a considerare e soppesare i compromessi più funzionali. Ci auguriamo che questo strumento sia educativo anche per il pubblico, in quanto mostra i vincoli e le complessità della gestione dei wild utilizzando scenari reali».