Varese, 1 agosto 2019 – Il più giovane maniscalco d’Italia, il 22enne Sergio Bertocchi ha trovato il posto giusto per forgiare i suoi ferri: è il Maglio di Ghirla, in Valganna, che macina le acque del fiume Margorabbia dal XVIII secolo e adesso, grazie ad un accordo con la comunità montana, è diventato la bottega di questo ragazzo con i capelli biondi, gli occhi azzurri e le idee molto chiare.
«E’ per merito di un cavallo che sono qui adesso» ci spiega Bertocchi, «quello che ho ferrato per una cliente che mi ha poi messo in contatto con Paolo Sartorio, presidente della Comunità Montana del Piambello, cui il Maglio appartiene dal 1996. Ci siamo trovati subito molto d’accordo sul modo in cui gestirlo e adesso sono praticamente tornato a casa: mio padre è di Ghirla, mio nonno faceva il mulattiere su queste montagne».
Quali sono i vostri progetti?
«Se tutto andrà bene, vorremmo che la gente ritornasse a portare qui i propri cavalli per farli ferrare: magari tenendo aperto anche il sabato e la domenica, fare come una volta che quando dovevi rimettere i ferri portavi il cavallo nella bottega del maniscalco, e non viceversa. Sarebbe un modo per attrarre un po’ di turismo: far girare più gente per il paese farebbe bene a tutta la valle».
Come ha imparato a fare il maniscalco?
«In Italia non c’è più una scuola di mascalcia, il Ce.Mi.Vet. di Grosseto ha chiuso e non ci sono vere e proprie scuole: avevo frequentato un corso a Pavia, ma mi sono reso conto da subito che non era per niente sufficiente ad esercitare davvero. Così mi sono appoggiato a due buoni maestri: prima Carlo Montagna a Milano, e ora da Anselmo Loi a Verona. E visto che non si finisce mai di imparare, con questo mestiere sarà veramente difficile annoiarmi: per fortuna grazie all’associazione UNOM la mascalcia sta facendo grandi passi nella formazione delle nuove leve».
Perché ha scelto questo lavoro?
«Che domanda difficile. L’ho sempre voluto fare da quando sono piccolo, e in realtà non mi sono mai chiesto il perché». Sergio si ferma un attimo, tace per un secondo senza timidezza, sta proprio pensando a ritrovare la ragione per cui adesso è lì, al maglio di Ghirla, con la fucina che riverbera il suo calore da altoforno e un cavallo tranquillo legato vicino, in attesa dei suoi ferri: «Ma è perché mi piace lavorare coi cavalli, e ci tengo al loro benessere: e quello che mi piacerebbe far capire ai ragazzi che passeranno di qui è che sembra sempre troppo facile buttare 4 ferri sotto un cavallo, ma non lo è per niente».
E se abbiamo capito un po’ chi è Sergio Bertocchi, siamo disposti a scommettere un soldino che la parte che gli piace di più di questo lavoro è proprio quella lì, quella così poco facile.