Bologna, 30 dicembre 2024 – Il ‘caso’ è di quelli che sembrano fatti apposta per far riflettere… Nella contea di Franklin, negli Stati Uniti, la Kentucky Human Society è intervenuta appena prima di Natale per mettere in salvo un gruppo di 13 cavalli che erano detenuti in condizioni raccapriccianti in alcuni recinti.
Senza cibo, senza acqua, lasciati a ‘pascolare’ tra fango e deiezioni, i 13 animali sono stati tratti in salto dalla charity americana e sono stati portati presso la struttura di recupero di Willow Hope Farm, in Kentucky.
Con buone probabilità, la maggior parte dei cavalli salvati – se non tutti – potranno recuperare e vivere. Nonostante le condizioni pressoché disperate in cui sono stati trovati.
Dalle stelle alle stalle? Magari!
Fin qui, la storia è quella di sempre. Già tristemente nota e diffusa indipendentemente da latitudine e longitudine.
Questa volta però il motivo che spinge a una ulteriore riflessione riguarda War Envoy, uno dei cavalli strappati all’infausto destino.
Di lui sappiamo praticamente tutto. Dalla nascita, anzi da prima, fino a un certo punto… Dopo di che le sue tracce si perdono nell’irrispettosa e spesso fraudolenta gestione di molti come lui.
War Envoy è stato un campione del turf. Un cavallo da corsa nato il 28 marzo del 2012. 26 corse in carriera, due vittorie, tre secondi e cinque terzi posti. Per un totale di 494mila dollari vinti. Abbiamo tutte queste informazioni perché War Envoy, iscritto nel database dell’ippica statunitense, come tutti i cavalli del suo tipo, è stato regolarmente microcippato.
Quando il personale della Kentucky Human Society ha passato il lettore non poteva credere ai propri occhi…
«War Envoy è stato uno dei primi cavalli che abbiamo identificato e siamo rimasti scioccati nell’apprendere che ha fatto il giro del mondo, vincendo centinaia di migliaia di dollari per gli esseri umani, per poi finire nel fango fino alle ginocchia con altri cavalli che erano stati abbandonati», hanno dichiarato i rescuer dell’associazione umanitaria.
«War Envoy è probabilmente passato in più mani dai tempi delle corse. La realtà è che molti cavalli di molte razze fanno questa fine. Come comunità dobbiamo interrigarci seriamente su come possiamo sostenere meglio War Envoy e i cavalli come lui anche quando ‘vanno in pensione’ e cercano nuove carriere».
La qualità è per tutti
Naturalmente, il tema di una gestione corretta dei cavalli – a fine carriera e non – non è legato solo all’appartenenza a una tipologia di razza o impiego. Riguarda Purosangue e cavalli da passeggiata nello stesso identico modo. Accanto a War Envoy – che ci ha dato lo spunto per questa riflessione – nei paddock della disperazione della contea di Franklin c’erano altri galoppatori, c’erano Paso Fino e altri ancora di cui l’origine e la razza sono meno identificabili e totalmente ininfluenti. Per tutti loro, il discorso non cambia. Tutti hanno dato qualcosa di importante all’uomo.
Come vogliamo ricambiare?