Bologna, 9 marzo 2022 – Esperienza acquisita sul campo da cavaliere. Una formazione professionale di imprenditore agricolo con la passione dell’informatica (sua la paternità del primo sistema di gestione risultati informatizzato per il completo). Una forte componente di passione e tradizione familiare nel mondo dei cavalli… Tutto questo (e molto ancora…) ha consentito a Giuseppe Della Chiesa di guadagnare un ruolo importante nella comunità mondiale del concorso completo.
Show Director di Concorso Completo e Attacchi ai FEI World Equestrian Games™ di Roma (1998), delegato tecnico e disegnatore di percorsi FEI dal 2002 – tra le esperienze di rilievo in questo ruolo spiccano tre edizioni del Badminton Horse Trials (2014-2016) e gli Europei Seniores ai Pratoni del Vivaro (2007) – membro del Bureau FEI e Chairman della Commissione FEI Completo (2010-2017), Della Chiesa ha alle spalle una significativa carriera di cavaliere in corsa (gentleman rider in piano e ostacoli con 75 vittorie in attivo), in completo (campione italiano e riserva della squadra azzurra ai Giochi Olimpici di Barcellona del 1992) e in salto ostacoli.
L’intervista
A 24 anni dal FEI World Equestrian Games™ di Roma, i Pratoni del Vivaro tornano a ospitare un evento di levatura mondiale. Cosa è cambiato nel lato sportivo delle discipline che saranno in scena nei mondiali del prossimo settembre?
«Il cambiamento più importante è certamente quello legato alla formula tecnica di entrambi i campionati per la prova di campagna: cross country e maratona con distanze e fasi ridotte e maggiore tecnicismo degli ostacoli. Il fattore “resistenza” ha progressivamente perso peso, lasciando sempre maggiore spazio alla richiesta di tecnica. La percentuale standard del peso delle prove che in completo si basava per dressage/fondo/salto ostacoli sulla ‘formula’ 3/12/1 è infatti molto modificata rispetto al passato. Il binomio deve essere competitivo allo stesso modo in ciascuna prova. Stesso avviene anche per gli attacchi. Questo cambiamento ha ovviamente influenzato anche la scelta dei soggetti da impiegare, il training di cavalieri e cavalli, la costruzione degli ostacoli del cross e l’ideazione dei percorsi. Sia per gli attacchi che per il completo è completamente cambiato il modo di costruire. Oggi praticamente il 90% dei salti del cross-country saranno mobili come pure il 50% di quelli della maratona. Il legname che utilizzeremo viene dalla Polonia. Stanno arrivando e sono arrivati tronchi di dimensioni che in Italia si trovano con difficoltà. Il fatto che gli ostacoli siano mobili, e quindi stivabili nei magazzini, ci consente una valida alternativa all’utilizzo del solo castagno che è molto duraturo nel tempo per la sua resistenza ma anche molto costoso. Guardando a 24 anni orsono devo riconoscere che enormi passi in avanti sono stati fatti per ciò che riguarda l’attenzione al benessere dei cavalli e alla sicurezza dei cavalieri, elementi ormai fondamentali nell’organizzazione delle gare».
Come è composto lo staff che lavora con lei e su cosa è stata concentrata l’attività nei primi mesi di lavoro?
«Per la parte completo sono affiancato da Giulia Rocchetti come assistente e da Carola Brighenti che avrà il ruolo di Sport Manager. Carola, ex amazzone completista, da anni lavora in Gran Bretagna e ha all’attivo l’esperienza di Equestrian Coordinator ai Giochi Olimpici di Tokyo 2020. Come assistente course designer avrò al mio fianco il francese Alain Ponsot che ha già lavorato ai Pratoni lo scorso novembre e tutto il personale dell’impianto. Per gli attacchi abbiamo coinvolto il team che opera ad Aquisgrana con Birgit Rosenberg (Sport Director) e Fritz Otto Erly che è delegato tecnico FEI sia per attacchi sia completo. A capo dello Show Office c’è Cindy Timmer. Il disegnatore del percorso sarà invece il tedesco Josef Middendorf che potrà contare come aiuto sulla professionalità del nostro Gabriele Panier».
Su cosa è stata concentrata la vostra attenzione durante i primi mesi di lavoro?
«La sistemazione dell’impianto ha richiesto grandi risorse, sia in termini di tempo sia di investimenti. All’epoca dei FEI World Equestrian Games abbiamo avuto pochissimi mesi di lavoro, per l’esattezza solo sei. L’Italia con Roma è subentrata dopo il ritiro di Dublino nell’organizzazione dei Giochi e il Comitato Organizzatore, che faceva capo al Gruppo Editoriale Monti Riffeser, insieme alla FISE, hanno fatto un vero piccolo miracolo nel mettere in piedi un evento che ha avuto unanimi consensi. L’impianto dei Pratoni era in piena attività e comunque frequentemente ospite di gare di massima levatura internazionale e il team di lavoro, che contava sulla decennale presenza di due uomini chiave come Albino Garbari, stimato disegnatore di percorsi, e Vittorio Gavini era straordinariamente efficace. La candidatura di Roma per i Mondiali 2022 è partita da più lontano (2019) quando, dopo un decennio di traversie causate da problemi burocratici collegate alla vendita dell’area, problemi che hanno causato la chiusura dell’impianto e purtroppo il suo conseguente deterioramento, la gestione dello stesso è stata affidata dal Comune di Rocca di Papa alla Federazione Italiana Sport Equestri. In vista dei Mondiali tutta l’area è stata sottoposta ad operazioni di bonifica e tutti i campi di gara e di esercizio, con la sola eccezione dello storico campo ostacoli in erba che ospita le prove di salto ostacoli (da 120×80 metri) sono stati rifatti ex novo. Parliamo di un campo in sabbia silicea (90×60) per il dressage del completo con campo prova annesso (65×45) e di due campi di lavoro in sabbia silicea (80×60 e 45×70). L’area delle scuderie, che comprende anche la clinica veterinaria, comprenderà 320 box e tutte le infrastrutture della zona atleti (segreteria, servizi, alloggi groom, uffici, ristorante accreditati etc.). Questo centro ha grandissima esperienza e tradizione nell’ospitalità di grandi eventi. I test event di maggio saranno un efficace banco di prova. Siamo tutti molto motivati e felici di tornare a vedere i Pratoni del Vivaro nuovamente al centro dell’attenzione mondiale».
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Fonte EquiEquipe/PRATONI2022