Colletorto (CB), 4 luglio 2018 – A tutto Molise nella terra dei sanniti è il trekking a cavallo della Fitetrec-Ante del 5 – 8 luglio. Il percorso si snoda da Colletorto passando per il Sant’Elena Tratturo Celano-Foggia-Castelbottaccio, Collemarasca-Trivento-Civitanova del Sannio con arrivo a Civitanova del Sannio-Riserva MAB Collemeluccio-Montedimezzo. Tecnico del percorso è Paolo Santoianni, guida equestre Fitetrec-Ante.
PROGRAMMA GIORNALIERO del 05–08 LUGLIO 2018
Giovedì 05 luglio 2018
Arrivo ore 16:00/19:00 registrazione e pernottamento c/o Equit. De Girolamo–Colletorto (CB)
Arrivo e registrazione cavalli e cavalieri – Cena e pernottamento
Colletorto
Paese dell’olivo e dell’olio questo comune ospiterà l’arrivo di amazzoni, cavalieri e cavalli in partenza per uno dei viaggi più affascinanti e suggestivi in programma nella stagione del Turismo Equestre Molisano. Borgo molisano in provincia di Campobasso localizzato nella valle del Fiume Fortore ha origini antichissime e tra tardo impero e alto medioevo era costellato di ville romane legate tutte alla produzione agricola ancora oggi fonte di reddito per molte famiglie. Nell’ agro di Colletorto sono presenti circa 120,000 alberi di ulivo secolari che testimoniano come la cultura dell’ olio e dell’ ulivo siano radicate da tempi antichi, i paesaggi la dicono lunga su questa coltivazione che supera il 60% della copertura del suolo. L’olivicoltura rappresenta di certo il pilastro dell’economia locale ma soprattutto una fonte di salvaguardia del territorio oltre che di multifunzionalità, infatti in un territorio delicato da un punto di vista idrogeologico questi alberi sono un elemento di stabilizzazione ecologica e di conservazione del territorio. E quando si parla di conservazione del territorio oltre che di valorizzazione e fruizione consapevole non si può che parlare di Turismo Equestre Sostenibile!
Venerdì 06 luglio 2018 Sant’ Elena Tratturo Celano-Foggia-Castelbottaccio PT
1° Giorno: km 35, Ore percorrenza: 6/7, Difficoltà: media
Tratturo Celano-Foggia
“…E vanno pel tratturo antico
al piano quasi per un erbal fiume silente
su le vestigia degli antichi padri…” – (G. D’ANNUNZIO, I Pastori)
Viaggiando per queste terre semi inesplorate sembra a volte di trovarsi in Australia, così paiono agli occhi di noi esploratori i tratturi molisani selvaggi e naturali. Non per nulla il Molise era la terra dei Sanniti. Popolo guerriero che tante pene dette al forte popolo, e lo stesso nome Molise pare derivi da Rudolfus del Molisio, nobile guerriero Normanno. Uno dei momenti più suggestivi della transumanza è quello del guado del Biferno, che attraversa il Molise per sfociare nell’ Adriatico, i cavalieri saggiano il letto del fiume e guidano la mandria che ne approfitta per l’ abbeverata. E lungo il greto è nato anche il Parco Fluviale del Biferno, con angoli suggestivi e naturalistici. Il tratturo Celano-Foggia è il più interno di tutta la rete dei tratturi e per questo motivo si inserisce meglio di tutti nella vasta rete di vie armentizie. Un viaggio dove si percorreranno 90 dei 208 km totali di questo tratturo ricco di storia che si perde nella notte dei tempi. Sui Tratturi, da secoli si possono osservare lunghe migrazioni di uomini e animali, liberi e testardi, sottomessi solo dal ritmo di madre natura, incessante musa ispiratrice che proietta a cielo aperto un’ esposizione perenne universale.
I regi tratturi, quelli principali, sono cinque, essi prendono il nome dalle località estreme: L’Aquila-Foggia (244km), Pescasseroli-Candela (221 km), Celano-Foggia (208 km), Centurelle-Montesecco (155 km), Castel di Sangro-Lucera (130 km)
Da San Giuliano di Puglia a Castelbottaccio – Il primo giorno trasferiti cavalli e cavalieri all’ attacco del tratturo nel territorio di San Giuliano di Puglia, si percorreranno territori selvaggi ed aspri inizialmente in direzione sud-ovest per poi riprendere la direzione nord-ovest dopo Ripabottoni, comune molisano divenuto famoso per il bizzarro caso dei migranti che nel 2018 ha fatto parlare la stampa internazionale dalla Bbc alla Cnn, infatti i cittadini di Ripabottoni, contrariamente alla tendenza nazionale, si sono indignati alla notizia della chiusura del centro di accoglienza straordinaria chiedendo il ritorno di coloro (i migranti) che ritenevano oramai parte integrante della comunità. Borgo rustico assai caratteristico, tipicamente medievale con stradine strette sorge su un’ altura, qui i ritmi dell’ uomo seguono ancora quelli della natura che lo circonda, mantenendo alto il livello di qualità della vita. Da qui ci dirigiamo passando qualche facile dislivello dal torrente Cigno sotto Sant’ Elia a Pianisi sino a giungere al fiume Biferno. La vegetazione che ci accarezza mentre la attraversiamo è ricca e caratterizzata da arbusti, uliveti e campi coltivati a cereali. I guadi sono un ottimo punto di abbeverata per i nostri cavalli, chiare e fresche acque che li dissetano e li acquietano con il loro scorrere. Avvolti dalle ginestre e da arbusti di rosa canina nei tratti dove il tratturo è ancora naturalmente ampio c’è una ricchezza di sulla e scorzonera, detta anche “asparago d’inverno” un ortaggio poco conosciuto ma dalle rilevanti caratteristiche nutritive. A passo lento guadando il Biferno saliamo in direzione Castelbottaccio, Punto Tappa della nostra prima giornata di viaggio, importante momento di conoscenza tra i cavalieri e affiatamento con i cavalli. Le prime ore del cammino sono quelle più delicate dove l’ accompagnatore o la guida con la loro esperienza e sapienza sanno mettere a loro agio i viandanti, tranquillizzare quelli più ansiosi e intervenire qualora un cavaliere non sia adatto ad un cavallo, prevenendo disagi che potrebbero inificiare la riuscita del viaggio. Un buon accompagnatore oltremodo è colui che durante l’ escursione sa appassionare illustrando le caratteristiche del contesto geografico, storico, naturalistico ed antropico.
Sabato 07 luglio 2018 – Collemarasca-Trivento PS -Civitanova del Sannio PT
2° Giorno: km 35, Ore percorrenza: 6/7, Difficoltà: media
Morgia Sant’Angelo – “Chi tà li cazzune n’arivà ma’ addijune” (detto molisano). Ancora una giornata all’insegna delle bellezze naturalistiche di questa regione lasciatoci alle spalle Castelbottaccio si sale verso il colle Marasca, 900 m slm, qui il tratturo è integro e largo come un tempo circa 111 metri, un gigante verde davanti ai nostri occhi ancora stupiti davanti a questo panorama, che ha dell’ incredibile, ci si sente fuori dal mondo ma nella storia e incontrando le vacche che ci osservano curiose capiamo che questo è il loro regno che ogni primavera le attende con erba sempre verde e rigogliosa e fiori profumati. Passando dai bacini di Biferno e Trigno potremo osservare Morgia Sant’ Angelo, detta anche la Leonessa per la somiglianza al maestoso felino che fa da guardiano alle sue genti. Questa rappresenta nella terra dei sanniti uno dei fenomeni carsici che hanno portato alla formazione di strutture calcaree di particolare bellezza di cui Morgia Sant’Angelo ne è un superba testimonianza. Quest’ultima fu sede di un insediamento umano fin dalla preistoria, fu adibita a luogo di culto intorno al 700 d.c. da popolazioni longobarde e nel 1524 vi fu sepolto il vescovo di Telese Biagio Caropipe. La grotta fu successivamente utilizzata anche a scopi profani, quale ricovero delle greggi; secondo un antica tesi la grotta Leonessa dovette all’ origine costituire un polo di aggregazione rituale, incentrato sul culto micaelico. L’importanza strategica del sito, l’ampio panorama che spazia nelle vallate circostanti e la presenza di numerosi corsi d’acqua ed il ricovero offerto proprio dalla grotta furono i motivi per cui i sanniti decisero di utilizzare la grotta di Morgia Sant’Angelo come importante punto di avvistamento a difesa dei loro territori. Nel 2000 è stata oggetto di un intervento di riqualificazione a cura della Comunità Montana del Titerno.
Domenica 08 luglio 2018 – Civitanova del Sannio-Riserva MAB Collemeluccio-Montedimezzo PS
3° Giorno: km 18, Ore percorrenza: 4, Difficoltà: media
Riserva MAB Collemuccio-Montedimezzo “Il paesaggio culturale come spirito plasmato”. Ancora una riserva naturale che fa parlare di sé da anni, riconosciuta nel 1977, sarà la meta del nostro viaggio che ci ha visti “esploratori” di terre lontane raccolte in una natura impavida ed incontaminata, ove le genti ancora mantengono le tradizioni della pastorizia e della transumanza degli animali, realtà che permettono di mantenere il territorio fruibile anche a tutti coloro che vorranno cimentarsi in gite a piedi, in mountain bike e a cavallo. L’ importanza di continuare a vivere le nostre aree verdi permetterà anche alle generazioni future di poter godere di viste mozzafiato e di poter calpestare la storia godendo della “naturalità” dei sentieri, delle valli e dei corsi d’acqua che rinverdiscono ogni qualvolta se ne mantiene intatto l’ecosistema. La Riserva Naturale di Collemelluccio è un’area naturale protetta della regione Molise, in provincia di Isernia. Ricade interamente nel territorio comunale di Pescolanciano ed occupa una superficie di 347 ha. È stata istituita nel 1971 ed è una Riserva della biosfera UNESCO, insignita della qualifica internazionale per la conservazione e la protezione dell’ambiente, all’interno del programma sull’Uomo e la biosfera – MAB (Man and Biosphere). Gli habitat principali includono boschi di abeti argentati, querce, faggete e gli abitanti dei piccoli villaggi sparsi nella riserva sono dediti all’agricoltura, all’allevamento e all’artigianato tradizionale. Lo sviluppo demografico nell’area circostante la riserva ha seguito la tendenza decrescente tipica delle zone montane interne e sia le attività artigianali che il turismo non hanno un grande impatto sul territorio. Il paesaggio è caratterizzato da rilievi, pianure fluviali e lacustri e da alcune sorgenti d’acqua e vanta la presenza di numerose specie animali, tra le quali la salamandra occhialuta, la rana italica, il lupo grigio e la puzzola. Nei boschi ben curati potremo scovare avvertiti dalle orecchie dei nostri cavalli, la fauna presente come il Nibbio Reale, il Falco e la Poiana. Il “paesaggio culturale come spirito plasmato”(Geist 1964) osserva come ogni paesaggio sia la risultante della somma di una serie di strati fondamentali. In sintesi secondo Geist il paesaggio culturale ed il paesaggio naturale coesistono e si intrecciano continuamente, articolandosi in numerose componenti che intrattengono continue relazioni le une con le altre. L’equiturismo è un importante anello di congiunzione tra uomo e ambiente che ha un’ importanza strategica nella valorizzazione del territorio della sua multiculturalità e della sua naturalità, intervenendo anche in zone come questa dove lo spopolamento è in atto da tempo e aiutando a comprendere come la fruizione turistica del territorio può diventare una fonte di economia trattenendo le future generazioni in queste terre che tanto hanno ancora da dare.
Note Informative: Tecnico Paolo Santoianni Guida Equestre Fitetrec-Ante
I percorsi sono vari, alcuni con notevoli dislivelli, adatti a cavalli con adeguata preparazione . Sono richieste buone capacità equestri alle tre andature e autonom di gestione del cavallo. Chi desidera può partecipare con il proprio cavallo. Assistenza lungo il percorso con auto dedicata. Amici e parenti possono aggregarsi ai punti sosta e punti tappa. Per motivi organizzativi il tragitto potrà subire delle variazioni.
Comunicato Stampa Fitetrec-Ante, a cura di Romina Ripa (cartografia fornita da Fitetrec-Ante)