Verona, 26 ottobre 2018 – Li potete vedere girare per i viali di Fieracavalli in questi giorni: neri come la notte, imponenti, seri da fare soggezione, in perfetto assetto da ordine pubblico.
Sono i cavalli Murgesi della Polizia di Stato: vi è venuta la voglia di consocerli meglio? eccovi serviti!
Ce li racconta il dottor Mario Cardea, direttore del Centro Coordinamento Servizi a Cavallo e Cinofili di Ladispoli.
Dottor Cardea, chi sono i vostri cavalli? «Scegliamo cavalli idonei ai servizi di polizia, indipendentemente dalla razza cui appartengono anche se in questo momento stiamo privilegiando i cavalli Murgesi per i servizi di ordine pubblico: l’importante per noi è che abbiano fobie e siano capaci di imparare.»
Quali sono i compiti che dovranno affrontare? «Un cavallo di polizia deve affrontare pattuglie nei parchi e in ambiente cittadino, è impiegato in aree dove ci sono difficoltà, in mezzo alle autovetture ed è molto richiesto dalle autorità nelle occasioni di rappresentanza ufficiali. In più ci sono i cavalli della fanfara, che devono rispondere a requisiti notevoli di docilità».
Quali sono le caratteristiche caratteriali e morfologiche che devono possedere? «Il nostro cavallo deve avere una altezza minima d 1,65 cm al garrese, buona muscolatura, assenza di difetti alle articolazioni, un bell’aspetto. Ma deve essere soprattutto idoneo a svolgere il nostro lavoro: una nevrilità eccessiva non ci serve, occorrono cavalli ponderati con reazioni misurate».
Quale è l’addestramento di un cavallo da pattuglia? «La base è il classico lavoro in piano con cessione alla gamba, cambiamenti di fronte ma anche il superamento di ostacoli. Poi impara a lavorare in coppia in ambiente esterno: sulla strada, nei parchi, e in mezzo alle autovetture. Quindi lo abituiamo agli imprevisti: ad esempio un panno che vola, col vento forte i cavalli sono sempre un po’ più nervosi. I nostri operatori poi imparano a riconoscere i pericoli in anticipo per prevenire le reazioni del cavallo, dando sicurezza al quadrupede»
Chi è che si occupa della loro formazione? «Istruttori della Polizia di Stato con competenza specifica: hanno svolto servizio a cavallo di ordine pubblico e sulle strade, quindi hanno acquisito esperienze sul campo ma vengono nominati solo dopo un apposito corso di addestramento per le finalità della polizia di pattuglia e ordine pubblico ai fini della prevenzione dei reati».
Quanto dura l’iter formativo di questi cavalli prima di poterli definire operativi? «Può variare da alcune settimane per cavalli che presentano già le caratteristiche necessarie, fino anche a 4/6 mesi per i soggetti in cui crediamo ma hanno bisogno di un po’ più di lavoro per raggiungere il livello necessario, come capita a volte con quelli donati».
Come si svolge la vita quotidiana di questi cavalli, una volta entrati in servizio effettivo? «Sono impiegati secondo l’ordine di servizio del Dirigente dell’Ufficio, che è agli ordini del questore: di solito in turni mattino/pomeriggio e a volte serali, di solito 4 ore per turno che diminuiscono però per i soggetti più anziani».
Quali sono le difficoltà che più spesso si incontrano durante l’addestramento? «Le maggiori difficoltà si incontrano quando un cavallo presenta qualche fobia o se ha subito qualche incidente, il ri-condizionamento non è sempre facile; inoltre possono sorgere criticità con i soggetti che non imparano dalle esperienze avute, ma grazie ai nostri operatori risolviamo quasi sempre anche questi casi».
Quali sono invece i problemi più significativi che possono incontrare nel lavoro di pattuglia? «Quando durante il servizio un soggetto subisce un trauma: un colpo d’arma da fuoco o un petardo esploso troppo vicino oppure un cavallo cade, magari in una buca. In questi casi occorre molta pazienza per riportarlo alla sua serenità».