Bologna, 7 novembre 2106 – Per ben due anni consecutivi i tifosi italiani hanno vissuto grazie a lui momenti di emozione indimenticabile sugli spalti del Gran Premio di Coppa del Mondo di Verona: 2° posto nel 2012 e 3° nel 2013, sempre in sella al suo ‘vecchio’ e portentoso Neptune Brecourt. Quest’anno invece Luca Moneta, milanese, 49 anni il prossimo 23 dicembre, a Verona non ci sarà: e la cosa sembra un po’ strana, solo per il fatto che la sua presenza in campo in Fieracavalli ultimamente era sempre stata una certezza. Certo, il tempo passa, le cose succedono, i cavalli cambiano o modificano il loro livello di forma e competitività, e poi comunque quando in un concorso bisogna fare una selezione per arrivare a un ristretto numero di partecipanti c’è sempre qualcuno che rimarrà scontento sentendosene escluso: esattamente come succede a Piazza di Siena per lo Csio di Roma con puntuale regolarità ogni anno. “Sì, certo, è vero”, conviene Luca Moneta, “però sinceramente io mi sarei comunque aspettato di esserci vista la mia situazione agonistica e dei miei cavalli. Detto questo, io non ho mai messo in discussione la scelta del selezionatore azzurro, chiunque egli sia stato nel corso degli anni, per una questione di principio: chi seleziona seleziona e chi fa l’atleta fa l’atleta. Prendo atto della cosa, anche se non posso nascondere che questa esclusione mi mette in grande difficoltà con i miei proprietari e i miei sponsor. Sinceramente io ero convinto di esserci: avrei potuto capire l’esclusione dal Gran Premio, se mi fosse stato detto guarda che in questo momento ci sono binomi più in forma non avrei avuto assolutamente nulla da ribattere, ma quanto meno una convocazione senza Gran Premio me la sarei aspettata. A Losanna, nell’ultimo cinque stelle che ho fatto contestualmente alla tappa del Global Champions Tour di Roma dove non sono stato convocato, ho vinto due gare ranking… Insomma, credo di essere uno che in gara dice la sua. Però, ripeto: alla fine bisogna preoccuparsi delle cose per cui ci si può occupare, inutile preoccuparsi per quelle in cui non si può fare niente. Io penso a montare bene a cavallo e a fare il mio sport: questo è il mio compito, e credo di farlo abbastanza bene visto che sono 73° nella computer list mondiale di salto ostacoli. Certo che mi aspetto di essere aiutato e sostenuto dalla mia federazione: essere presente nei concorsi importanti come quello di Verona mi permetterebbe di guadagnare punti e quindi di rimanere competitivo mantenendomi nello sport ad alto livello”.
Naturalmente sono considerazioni molto comprensibili dal punto di vista di Luca Moneta. Il problema è sempre quello di riuscire a far quadrare le cose nei limiti delle disponibilità oggettive: “Io ho convocato sei binomi azzurri per affrontare il Gran Premio di Coppa del Mondo”, dice il selezionatore azzurro Roberto Arioldi, “e di certo Luca Moneta in questo momento non ha un cavallo in grado di poter saltare bene una gara di quel livello. Poi tra tutti gli altri cavalieri italiani solo uno corrisponde a una mia scelta, e cioè Paolo Paini: Sbardella è entrato come migliore italiano del circuito top, Coata come vincitore del campionato Mipaaf. Il resto sono wild card del comitato. Diciamo che in questo momento Luca Moneta non sta davanti a nessuno dei sei convocati da me, anzi sette comprendendo anche Alberto Zorzi. Il problema è tutto qui”.
Quale è la morale finale? Solo una: che mai come nel corso di questo 2016 il salto ostacoli azzurro ha proposto problemi di… abbondanza. Una cosa è certa: Roberto Arioldi si augura di averne ancora di più per il 2017, mentre dal canto suo Luca Moneta non smetterà in alcun modo di puntare al rientro in quella prima squadra della quale fino a solo qualche tempo fa era un punto fisso.