Verona, 13 novembre 2016 – Abdel Said è nato nel 1989: è un ragazzo piccolino e con lo sguardo vorace di chi vorrebbe sempre vincere. I suoi occhi di carbone si accendono come braci ardenti quando c’è da osare anche l’impossibile: per lui il limite invalicabile rappresenta una sfida troppo attraente ed eccitante per non tentare di vincerla. Ecco perché quando quella sfida la vince solitamente Abdel Said produce risultati che hanno dello straordinario (qualche volta gli va male e possono essere dolori, però… ): come oggi nel Gran Premio di Coppa del Mondo a Verona, con un barrage giocato con una sfrontatezza molto vicino all’incoscienza, ma alla fine indispensabile per mettersi alle spalle fior di cavalli e di cavalieri. La sua Hope van Scherpen Donder gli è stata compagna perfetta, ma va detto che Said con tutti i suoi cavalli tenta di raggiungere sempre e comunque il suo e il loro massimo: e tanto più l’impresa appare estrema, quanto più lui esalta la sua cifra agonistica. Oggi tutti hanno tentato di rincorrerlo, invano: l’ultimo a entrare in campo è stato il francese Simon Delestre (vincitore di questa gara lo scorso anno su Ryan des Hayettes) in sella a Chesall Zimequest, praticamente uno dei migliori tre binomi del 2016, velocità, potenza e precisione assicurate. Niente da fare: quasi due secondi di distacco… E prima di lui, uno dopo l’altro tutti hanno dichiarato la loro resa: nessuno dei dodici avversari del cavaliere egiziano è riuscito a scendere sotto i 38 secondi. Quello di Abdel Said è stato dunque un vero e proprio trionfo, una scarica di energia che ha colpito il Pala Bmw di Verona lasciando gli avversari quasi tramortiti.
Capitolo azzurri. Delusione e rimpianto: termini appropriati solo perché le aspettative erano molte e di alto livello, per merito di cavalli e cavalieri che ci hanno accompagnato lungo un 2016 favoloso. Oggi però non è andata bene. Il rimpianto è per un Alberto Zorzi che deve essere uscito dal campo di gara con un nervoso esplosivo: lui veneto a Verona, lui che ha vinto il primo GP di Coppa del Mondo della stagione 2016 a Oslo, lui che a esserci ci teneva come non mai, ebbene… un percorso netto bellissimo ma… con un errore al numero uno! Un salto effettuato non si è capito se con un po’ di disattenzione o svogliatezza da parte di Fair Light van het Heike, oppure con un difetto di pressione da parte di Zorzi stesso… chissà, in ogni caso un errore tanto imprevedibile quanto determinante per escludere il nostro cavaliere dal barrage decisivo. Il rimpianto è anche per Emilio Bicocchi che dopo un eccellente percorso netto su Ares, in barrage ha stabilito il terzo miglior tempo in assoluto ma con un errore: addirittura prima dell’ingresso in campo di Delestre il nostro azzurro sarebbe stato al secondo posto senza quelle maledette 4 penalità. Certo: uno può dire che se quelle 4 penalità non ci fossero state il cronometro sarebbe stato meno indulgente… ma insomma, che Bicocchi/Ares siano riusciti a essere veloci più di tutti a eccezione di Said e Delestre è particolare non di poco conto: la loro è stata una gara favolosa. Gianni Govoni ha fatto uno zero molto laborioso e di grande tensione su Antonio: partire poi per secondo in barrage certo non ha aiutato il nostro campione, che andando alla ricerca di un tempo di eccellenza è incappato in un errore. Tutti gli altri si sono fermati in percorso base. Purtroppo con una brutta e sfortunata situazione per Bruno Chimirri su Tower Mouche: ingresso su largo nella gabbia numero sei (zero fino a quel momento), il cavallo fa errore, si riceve, inciampa, va quasi giù davanti, poi si rimette in piedi ma ovviamente senza più alcuna possibilità di saltare anche il verticale di uscita, quindi con fermata… Poteva anche venirne fuori una brutta caduta, che per fortuna non c’è stata. Un episodio che ovviamente ha scombinato l’equilibrio del binomio dando un brutto colpo alle più che legittime aspettative di Chimirri di fornire una prestazione di eccellenza (poi un altro errore entrando in doppia gabbia). Un epilogo obiettivamente ingiusto rispetto a ciò che cavallo e cavaliere hanno fatto nel loro 2016. Juan Carlos Garcia su Gitano van Berkenbroeck ha avuto l’ingrato compito di partire per primo: è venuto un errore che poteva anche non esserci, peccato perché Garcia il barrage lo meritava senza alcun dubbio. Per quanto riguarda Lorenzo de Luca si deve dire che il suo risultato ce lo si sarebbe augurato migliore, ovviamente, ma Limestone Grey in questo momento non vale Ensor de Litrange, pur avendo mezzi e qualità indiscutibili: detto ciò, bisogna ribadire che de Luca è un cavaliere magnifico. Note dolenti per Emanuele Gaudiano e Piergiorgio Bucci: niente di clamoroso, per carità, però che Caspar e Casallo Z escano dal percorso base con due errori ciascuno non rende giustizia alle imprese che questi due formidabili binomi hanno realizzato nel 2016 (Casallo tra l’altro era alla prima gara importante dopo la brutta caduta patita a Lione: per fortuna ha dimostrato di non averne risentito in alcun modo). Ecco: quindi sì, un po’ di delusione, bisogna dirlo. Però alla fin fine si scopre anche un certo piacere nel constatarlo: perché tale sensazione nasce solo ed esclusivamente a ‘causa’ del livello eccellente di risultati e prestazioni cui ci hanno abituato i nostri bravissimi cavalieri e cavalli nel corso di questo indimenticabile 2016. In altri tempi il risultato di questo Gran Premio con due azzurri nei primi dieci ci avrebbe spinto a considerazioni quasi trionfalistiche, non dimentichiamolo… Questo vorrà pur dire qualcosa, no?
LA CLASSIFICA DEL GRAN PREMIO DI COPPA DEL MONDO
http://www.longinestiming.com/#!/equestrian/2016/1256/html/en/longinestiming/resultlist_08.html
LA CLASSIFICA DEL GIRONE DELL’EUROPA OCCIDENTALE