Bologna, 30 ottobre 2017 – L’emozione è forte anche il giorno dopo. Molto forte. Quattro italiani nei primi dieci posti del Gran Premio di Coppa del Mondo di Verona è un fatto totalmente inedito. Mai accaduto prima nella storia della gara mondiale veronese. Reso ancora più significativo da un secondo fatto: tutti e quattro sono arrivati in barrage. Per trovare una situazione simile – ma non uguale – bisogna tornare indietro fino al 12 novembre 2006: 4° posto di Jonella Ligresti su Nanta, 9° di Piergiorgio Bucci su Tableautin, 10° di Giorgio Nuti su Jeff du Boele. Tutti e tre in barrage. Tre azzurri in barrage li abbiamo avuti anche il 7 novembre 2004, ma infine solo due nei primi dieci: 3° Andrea Herholdt su Nanta, 8° Juan Carlos Garcia su Albin III, 11° Vincenzo Chimirri su Rosa VIII. C’è poi il precedente… anomalo, quello della prima edizione del Gran Premio mondiale, il 3 novembre 2001, quando andarono in barrage cinque binomi (nessun italiano) e quattro azzurri si classificarono al 6° posto ex aequo con un errore in percorso base – allora il regolamento della gara prevedeva che non si tenesse conto del tempo nel primo giro – e cioè Jerry Smit su Jamiro, Valerio Sozzi su Pilot High Flight, Gianni Govoni su Las Vegas e Roberto Arioldi su Dime de la Cour. Dunque una situazione non paragonabile a quella verificatasi ieri.
Ma le statistiche, per quanto significative, non raccontano le emozioni. E le emozioni sono più importanti delle statistiche. Perché nel bene come nel male le emozioni sono quella cosa che accende la passione. E la passione è quella cosa che ieri ha fatto scatenare un uragano di applausi dentro il Pala Bmw della Fieracavalli di Verona, una tempesta sonora che ha travolto tutto e tutti: un urlo collettivo che ha accompagnato le prestazioni favolose di Alberto Zorzi, di Lorenzo de Luca, di Emilio Bicocchi, di Luigi Polesello. Momenti di bellezza suprema. Quella bellezza che prende lo stomaco e la gola prima ancora che gli occhi. Poi è ovvio: c’è il lato razionale del tutto, ci sono i numeri, le penalità, lo sport, la classifica, gli ostacoli… eccetera eccetera. Cioè tutto l’insieme di cose pratiche e concrete che stanno alla base delle sensazioni, che generano le sensazioni. E rimanendo alle cose pratiche si deve dire che Luigi Polesello ieri ha affrontato il primo Gran Premio di Coppa del Mondo (del girone dell’Europa Occidentale, per la precisione) della sua vita: ed è arrivato a lottare per la vittoria nel gruppo dei finalisti! Pensate cosa gli si deve essere scatenato dentro… Si deve dire che Emilio Bicocchi ha fatto un percorso base sontuoso su Ares: e che poi in barrage l’esito è stato compromesso – forse – anche dal fatto che il cavaliere azzurro è partito come quarto su undici sapendo di avere dopo di lui avversari pericolosissimi. Un po’ come entrare nel castello delle streghe: sai che ci sono i mostri, ma non sai da che parte arrivano… Comunque Emilio Bicocchi nel corso di questa stagione agonistica ha elevato il suo rendimento e quello di Ares in modo davvero spettacolare: se avesse un secondo cavallo da gare importanti da alternare con Ares, Bicocchi sarebbe a ridosso dei più forti nella computer list mondiale. Senza alcun dubbio.
E poi le nostre due stelle. Che storia questi due campioni… Lorenzo de Luca ha dato sfoggio di tutta la sua immensa classe e formidabile bravura ottenendo un risultato grandioso con un cavallo che – pur essendo il numero uno nella computer list dei cavalli da salto ostacoli – non è certo l’Ensor de Litrange delle migliori occasioni. Halifax van het Kluizebos non è semplice e non è sempre molto regolare: ma quando le cose gli girano per il verso giusto è uno spettacolo di energia, rabbia agonistica, fuoco bollente. Lorenzo de Luca lo monta in un modo che a prescindere dal risultato è pura gioia per gli occhi: cavallo sotto e cavaliere sopra danno l’impressione di essere guerrieri di un unico esercito. Eccitano gli istinti. Scaldano gli animi. Trascinano le folle.
Alberto Zorzi è entrato in barrage per penultimo. Prima che la finalissima avesse inizio si era tentato un pronostico un po’… partigiano: l’avversario più pericoloso potrebbe essere Simon Delestre su Ryan des Hayettes che parte per ultimo, Zorzi fa uno zero abbastanza veloce per costringere il francese a tentare il tutto per tutto, ma proprio tentando il tutto per tutto arriva un errore e Zorzi vince il Gran Premio. Fatto. In realtà i piani (di noi tifosi… ) sono stati scombinati dalla straordinaria prestazione di Maikel van der Vleuten che conduceva Verdi – cavallo normalmente adatto alle grandi gare di precisione più che ai barrage da vivere sul filo dei centesimi di secondo – a una vittoria meravigliosa, giocando il barrage non solo sulla velocità ma soprattutto sulla morbidezza delle girate e sulla istantanea rispondenza del cavallo a qualunque infinitesimale sollecitazione. E’ stata una prestazione maiuscola, la sua: bisogna assolutamente dargliene atto e merito.
Ma Alberto Zorzi… Insieme a Lorenzo de Luca rappresenta in questo momento un patrimonio inestimabile per il salto ostacoli azzurro. Fair Light van het Heike non è Cornetto, questo bisogna riconoscerlo. Con lei Zorzi non può permettersi il benché minimo errore, la benché minima distrazione, perfino un solo infinitesimale calo di attenzione, o perfino un momento di affidamento a lei… No. Il cavaliere azzurro deve tenere la cavalla a sé lungo ogni centimetro di tracciato, ogni volta che la cavalla mette a terra un piede… Alberto Zorzi deve essere l’argine che incanala senza cedimento alcuno il fluire delle acque. Non può esagerare mai, perché ogni esagerazione si paga su Fair Light… Ieri non avrebbe potuto fare più di quello che ha fatto. E infine ha conquistato l’ennesimo meraviglioso risultato di questa sua meravigliosa stagione agonistica. Un risultato che gli consente di balzare al comando della classifica del girone dell’Europa Occidentale di Coppa del Mondo (la più bella delle cose inutili, peraltro, visto che essere lassù non conta nulla all’atto pratico: l’importante è essere nei primi diciotto alla vigilia della finale di Parigi del prossimo aprile, ma primo o diciottesimo è la stessa cosa), il che se non altro è la dimostrazione di un valore sul campo. E tra qualche giorno uscirà anche la computer list mondiale della Fei per il mese di novembre: vedremo se succederà qualcosa…
Ma quello che di certo sta succedendo è che tutti noi ci possiamo permettere di godere di uno spettacolo davvero straordinario, in senso letterale: ve li ricordate i tempi in cui avere un solo italiano nei primi cinquanta posti della computer list era una gioia eccezionale, i tempi di quando avere un solo italiano nei barrage dei grandi Gran Premi rappresentava un traguardo di successo, i tempi di quando era un fatto straordinario che un cavaliere italiano raggiungesse la fase finale di un campionato internazionale… e invece la norma essere relegati ai margini di tutto? Ecco, bisogna tenere molto bene a mente le sensazioni e le emozioni di quei tempi (quasi l’altro ieri, in realtà… ), ammirando questo spettacolo, lo spettacolo dell’oggi. Perché così lo si gusta molto, ma molto, ma molto di più…
LA CLASSIFICA DEL GRAN PREMIO DI COPPA DEL MONDO
http://www.longinestiming.com/#!/equestrian/2017/1409/html/en/longinestiming/resultlist_07.html