Bologna, 8 dicembre 2022 – Nume, Neve e Proserpina: anche il nome di un asino ha il suo perché… E questi sono quelli dei tre asini di razza Martina Franca nati e allevati nelle scuderie del Dipartimento di Medicina Veterinaria di Teramo, che hanno vinto al 67° Concorso del cavallo murgese e dell’asino di Martina Franca e la XV Mostra Nazionale, che si è svolta a Martina Franca (TA) durante lo scorso week-end.
Il Dipartimento, diretto da Augusto Carluccio, si dedica da 20 anni anche alla salvaguardia delle biodiversità animali a rischio di estinzione con le più innovative strategie legate alla riproduzione assistita. Docente di Clinica ostetrica e Andrologia veterinaria, nel 1994 Carluccio è stato il primo in Italia a contribuire alla nascita di due asinelli, Pericle e Perla, ottenuti da materiale seminale crioconservato e inseminazione strumentale.
«Da un nucleo originario – spiega Carluccio – costituito da un superbo maschio, Talete, e da 3 meravigliose fattrici, Giada, Flora e Flavia, la consistenza di questa razza ora si attesta sui 20 soggetti allevati nel fondo rustico di Chiareto.
Non è un allevamento fine a se stesso, ma è una delle strategie messe in atto per la salvaguardia della razza Martina Franca a rischio di estinzione.
Ma non solo. I soggetti allevati sono coinvolti, proprio per il loro carattere mansueto, nelle attività sanitarie didattico-pratiche dei nostri studenti, soprattutto e principalmente per chi si avvicina per la prima volta agli equidi.
Questo importante riconoscimento, un 1° posto per l’asina Proserpina e due terzi posti con lo stallone Nume e con Neve, colloca l’allevamento asinino di Teramo fra i migliori d’Italia e a pieno titolo il Dipartimento può partecipare a diversi progetti europei per la tutela e salvaguardia della biodiversità.
In questi anni diversi fondi, sono stati erogati dalla Regione Puglia per la ricerca indirizzata e finalizzata alla conservazione della razza asinina di Martina Franca e del cavallo Murgese, tanto che è stata creata una vera e propria banca dei gameti, anche questa con il coinvolgimento di tutti i nostri studenti».
Un esempio virtuoso della ricerca al servizio dei territori.
Fonte: comunicato Unite