Bologna, 25 febbraio 2019 – Il caso di Valle Lepri, uno scorcio di verde selvaggio, fiumi e canali accarezzati da canneti a loro volta spettinati dal vento, che si stende verso il nulla nella pianura di Ferrara ci deve insegnare qualcosa. Il gruppo di volontari, la cui leader é Nicole Berlusconi, nipote di Silvio, sta cercando di trovare una soluzione per 26 cavallini abbandonati per anni al loro destino e la cui storia ha commosso l’Italia. Per troppo tempo nessuno si é occupato di loro, lasciati alla deriva nella turbolenza giudiziaria, fatta di vendite e cause, dei terreni sui quali vivono, anzi sopravvivono. Ora alcuni volontari hanno ottenuto la proprietá della mandria e stanno cercando con la Regione Emilia Romagna di trovare, da queste parti, una sistemazione per i cavallini. Servono una quarantina di ettari e forse l’oasi del Delta sarebbe una via d’uscita. Ma la burocrazia, come sempre, rallenta anche le soluzioni per uscire dall’emergenza. Nessuno fino ad oggi si era accorto di loro? Perché istituzioni, privati, apparati giudiziari che si occupano dei terreni li hanno ignorati? Gli animalisti militanti sono mai passati da questi parti?
La societá civile si occupa tutti i giorni del benessere animale fra convegni, appelli, battaglie mediatiche ma ha chiuso un occhio su questi animali che hanno rischiato di morire di stenti. Molti di essi hanno infatti giá ceduto. E invece questa piccola mandria é un patrimonio perfettamente inserito nell’ambiente che si allunga verso il Delta, uno dei luoghi piú affascinanti d’Italia vestito di natura incontaminata. Nel nostro Paese ci sono altri branchi di cavalli che vivono liberi e selvaggi, un valore genetico da difendere. Valle Lepri serva da lezione.
di Beppe Boni – Condirettore de Il Resto del Carlino di Bologna e Direttore di Cavallo Magazine –
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