Roma, 29 marzo 2018 – “La cultura equestre italiana, la sua riqualificazione e le sue funzioni sociali e terapeutiche”. È questo il titolo dell’iniziativa voluta con determinazione dalla Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale, prontamente accolta e resa realtà grazie alla Università della Tuscia di Viterbo, con il contributo della Federazione Italiana Sport Equestri e del CONI per il rilancio della cultura equestre italiana.
Si tratta di un’azione coordinata tra i quattro Enti, orchestrata grazie all’impegno dell’Accademia Federigo Caprilli, che avrà per quanto riguarda le sessioni pratiche come sede il Centro Equestre dei Pratoni del Vivaro, ormai recuperato e restituito alla collettività.
Il progetto è stato presentato oggi, lunedì 26 marzo, a Palazzo Cipolla a Roma sede della Fondazione, alla presenza del Presidente della Fondazione Terzo Pilastro Internazionale Emmanuele Emanuele, del Presidente del CONI, Giovanni Malagò, del Presidente FISE, Marco Di Paola, del Rettore dell’Università della Tuscia, Alessandro Ruggeri e di Mauro Checcoli, duplice medaglia olimpica nella disciplina del Concorso Completo, attuale vice presidente dell’Accademia Caprilli e past-president della FISE.
Comunicato Stampa Fise.it
IL MASTER UNIVERSITARIO – Parte proprio da questo confronto il primo atto del progetto che vedrà l’istituzione di tre edizioni consecutive di un Master Universitario di primo livello che svolgerà le attività didattiche pratiche presso la sede nello storico Centro Equestre dei Pratoni del Vivaro, sede Olimpica e Mondiale, che porta oggi il nome di Ranieri di Campello, cavaliere di fama internazionale e Presidente della Federazione Italiana Sport Equestri negli anni del dopoguerra.
“Cultura, tradizione e innovazione nella gestione del cavallo sportivo”, è il titolo del Master che si svolgerà sotto l’egida dell’Università della Tuscia, con l’intervento di docenti del Dipartimento di Scienze Agrarie e Forestali (DAFNE) dello stesso Ateneo, della FISE e del CONI. Il programma di studi consegnerà a un gruppo di quindici giovani laureati gli strumenti culturali e didattici per diventare professionisti nella gestione del mondo equestre.
Con questa proposta, Fondazione Terzo Pilastro, Università della Tuscia, FISE e CONI insieme vogliono far tornare la cultura al centro dello sport. Grande attenzione, tra le materie di studio del Master, sarà dedicata alla capacità terapeutica dell’equitazione e del cavallo in generale e alle esigenze dell’allevamento italiano, attraverso la formazione di figure professionali competenti e consapevoli del loro ruolo centrale.
L’iniziativa consentirà di riportare l’Italia – nazione che ha dato origine alla moderna equitazione mondiale grazie alle geniali intuizioni di Caprilli e della Cavalleria Italiana – al ruolo primario che le spetta. Non potrebbe essere migliore occasione questa per celebrare il 150° anniversario della nascita di Caprilli che ricorre nel 2018.
Al Master – della durata di dieci mesi e la cui prima edizione partirà alla fine di giugno prossimo – saranno affiancate le numerose attività formative della FISE e dei suoi diversi Comitati Regionali, mentre l’attività sarà coordinata dall’Accademia Nazionale Federigo Caprilli, fondata e composta da cavalieri italiani olimpici e di fama internazionale e oggi, dopo Piero d’Inzeo e Adriano Capuzzo, presieduta da Giulia Serventi.
I PARTNER DEL PROGETTO – Il programma è stato attuato grazie al contributo triennale della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale, presieduta dal Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele, che ha dimostrato grande considerazione e preveggenza nei confronti dell’iniziativa. A completare l’operatività del progetto lo sforzo parallelo del CONI e della FISE, con i contributi messi a disposizione per l’impianto, oggi ancora di proprietà del Demanio, ma destinato presto al Comune di Rocca di Papa.
Uno speciale ringraziamento a Emilio Cianfanelli, già sindaco di Ariccia, e al direttore dell’Agenzia del Demanio, Roberto Reggi, per aver creduto nella forza trainante del progetto nei confronti dell’economia dei Castelli Romani.
Questo storico progetto può considerarsi un primo passo verso l’istituzione, nei prossimi anni, della prima Università del cavallo, con sede ai Pratoni del Vivaro. Una proposta che, dando vita a una rete virtuosa di iniziative e di valori culturali, sportivi, sociali ed economici, consentirà di allargare l’offerta formativa a disposizione non solo di tutta la Nazione, ma anche dei Paesi del Mediterraneo e del Mondo.
“Un corso post-universitario come quello che ci apprestiamo ad inaugurare mancava del tutto, nell’offerta formativa del nostro Paese ed anzi dell’intera Europa. – ha affermato il Prof. Emanuele, Presidente della Fondazione Terzo Pilastro – Si tratta di una lacuna importante che ho ritenuto doveroso colmare, da un lato per salvaguardare una tradizione di eccellenza qual è, appunto, la cultura equestre italiana, contribuendo a creare degli esperti del settore che possano peraltro inserirsi con successo in questa fetta del mercato del lavoro; dall’altro, per dare un rinnovato impulso all’apprendimento della pratica dell’Ippoterapia, oggi ridefinita in Interventi Assistiti con Animali, – sempre più utilizzata come prezioso supporto di fronte a molteplici patologie – rivolto sia a studenti normodotati, affinché siano in grado di praticarla nella loro professione, sia ai giovani diversamente abili, per consentire loro di apprendere tecniche utili al proprio inserimento sportivo”.
Entusiasta Mauro Checcoli, nel vedere prendere forma un progetto che da oltre 20 anni lo impegna nel mondo dell’equitazione: aprire orizzonti che rivalorizzino la preziosa cultura equestre che l’Italia possiede e che ha in parte trascurato e dimenticato. Il primo a parlare di etologia e a studiare i comportamenti del cavallo fu proprio l’italiano Caprilli, che dettò i principi su cui si basano tuttora gli sport equestri, e che hanno permesso di delineare il profilo del cavallo sportivo moderno nella necessaria evoluzione dall’impiego militare che lo aveva caratterizzato fino ai primi del ‘900.
Grande energia è arrivata con la pronta risposta dell’Università della Tuscia, che come esposto dal suo Rettore Alessandro Ruggieri, ha potuto facilmente “saltare le barriere” della burocrazia e mettere in cantiere in tempi molto brevi il progetto. Nella nuova visione che l’Università stessa si prefigge, salvare cultura e saperi che oggi rischiano di perdersi se non adeguatamente salvaguardati, ed offrire nuove opportunità professionali, questo master rappresenta un fiore all’occhiello che apre a nuove coniugazioni con il mondo dello Sport, altro obiettivo che sicuramente propone sbocchi professionali nel futuro dei giovani.
“Sono particolarmente felice ed emozionato – ha commentato il Presidente della FISE, Marco Di Paola – di poter testimoniare la nascita di questa storica iniziativa. In questo progetto ritengo di essere stato un semplice strumento di raccordo, e voglio prima di tutto rivolgere un particolare ringraziamento al Presidente Emanuele, uomo illuminato a cui si devono numerosi progetti di successo, a Mauro Checcoli che ritengo custode di una grandissima tradizione, di una cultura che dobbiamo difendere e valorizzare, all’università della Tuscia che ha prontamente colto l’occasione che il master rappresenta, a tutti coloro che hanno contribuito alla nascita di questo progetto messo a disposizione, non solo del mondo degli sport equestri, ma anche e soprattutto dell’intera collettività”.
In chiusura l’intervento di Giovanni Malagò, che ha sottolineato quanto lo sport possa essere parte integrante della cultura moderna: non a caso ha citato la recente presentazione dell’intervento sul recupero di Piazza di Siena e di Villa Borghese, dove Fise e Coni si sono impegnati e stanno investendo per rivalorizzare il prestigioso ovale, riportato quest’anno al manto erboso, e al restauro delle gradinate e delle zone circostanti, come pure il recupero dell’area del Galoppatoio. Così coniugato, ha dichiarato Malagò, lo sport può portare benefici anche al nostro sconfinato patrimonio culturale, troppo spesso trascurato e poco valorizzato. Il compito del Coni è di sostenere la formazione dei nuovi campioni dello sport e di nuove figure professionali eccellenti.