Parigi, mercoledì 31 luglio 2024 – Domani a Parigi inizia il programma olimpico del salto ostacoli. Giovedì 1 e venerdì 2 agosto la competizione a squadre, poi lunedì 5 e martedì 6 quella valida per le medaglie individuali. Come si sa, l’Italia è assente nella prima, ma nella seconda avremo in gara Emanuele Camilli. In attesa di lasciare la parola al campo ostacoli, vediamo un po’ di numeri e alcune curiosità (tra le tante possibili… ) che ci permetteranno di ‘insaporire’ ulteriormente uno spettacolo di suo già molto gustoso! Vediamo, dunque…
Trentacinque le nazioni rappresentate: venti con la squadra, quindici a titolo individuale per un totale di 75 binomi.
La Lituania, l’Estonia e la Thailandia sono rappresentate per la prima volta a un’Olimpiade di salto ostacoli, ciascuna con un concorrente individuale. Mentre gli Emirati Arabi Uniti per la prima volta con la squadra.
Il brasiliano Rodrigo Pessoa è il ‘veterano’ tra i concorrenti in campo a Parigi: questa è la sua ottava presenza dopo quelle di Barcellona 1992, Atlanta 1996, Sydney 2000, Atene 2004, Pechino 2008, Londra 2012, Tokyo 2020 (oro individuale ad Atene e bronzo a squadre ad Atlanta e Sydney). Quindi la serie completa con l’esclusione solo di quella di Rio de Janeiro 2016: quasi paradossale che un campione del suo calibro abbia perso proprio l’Olimpiade in casa… motivo per cui a quel tempo c’è stata una polemica piuttosto forte con il selezionatore George Morris.
Il giapponese Taizo Sugitani a Parigi affronta la sua settima Olimpiade, mentre per lo svedese Rolf Goran Bengtsson, lo statunitense McLain Ward, lo svizzero Steve Guerdat e il saudita Ramzy Al Duhami sarà la sesta.
Il più giovane concorrente nello sport equestre olimpico di Parigi è proprio nel salto ostacoli: Omar Abdul Aziz Al Marzooqi (Emirati Arabi Uniti) nato il 28 marzo del 2003 e dunque 21 anni. Il più anziano in salto ostacoli è lo svedese Rolf Goran Bengtsson nato il 2 giugno 1962 e dunque 62 anni. Ma subito dietro di lui c’è lo svizzero Pius Schwizer nato il 13 agosto 1962 e dunque quasi 62…
Il concorrente più medagliato alle Olimpiadi in gara a Parigi è lo svedese Peder Fredricson con 4 medaglie, due individuali e due a squadre.
Sono 33 i concorrenti che affrontano la loro prima Olimpiade.
Sono 65 i cavalli che gareggeranno per la prima volta in un’Olimpiade.
Sono tre gli ex campioni individuali olimpici in gara: il brasiliano Rodrigo Pessoa (Atene 2004), lo svizzero Steve Guerdat (Londra 2012), il britannico Ben Maher (Tokyo 2020).
Sette cavalieri tra quelli in gara a Parigi hanno vinto la medaglia d’oro a squadre: lo statunitense McLain Ward (2018), i britannici Scott Brash e Ben Maher (2012), il francese Kevin Staut (Rio 2016) e i tre svedesi di Tokyo 2020 (nel 2021) Henrik von Eckermann, Peder Fredricson, Malin Baryard (lei però qui a Parigi è riserva).
La giuria vede come presidente la ‘nostra’ Frances Hesketh Jones Triulzi (Italia), componenti Patrice Alvado (Francia), Harrij Braspenning (Olanda), David Distler (Stati Uniti), Karoly Fugli (Ungheria).
Il delegato tecnico della Fei è il brasiliano Guilherme Jorge Nogueira.
I direttori di campo sono lo spagnolo Santiago Varela Ullastres e il francese Gregory Bodo.
Queste le nazioni in gara con la squadra: Australia, Austria, Belgio, Brasile, Canada, Francia, Germania, Gran Bretagna, Irlanda, Israele, Giappone, Messico, Olanda, Polonia, Arabia Saudita, Spagna, Svizzera, Svezia, Emirati Arabi Uniti e Stati Uniti d’America.
Queste le nazioni rappresentate a solo titolo individuale: Argentina, Cile, Colombia, Danimarca, Egitto, Estonia, Grecia, Italia, Lettonia, Lituania, Norvegia, Portogallo, Siria, Thailandia e Venezuela.
La composizione delle squadre è a quattro binomi dal 1912 al 1924. Poi a tre dal 1928 al 1968. Nuovamente a quattro dal 1972 al 2016. Infine a tre dal 2020 (nel 2021).
Ad Anversa nel 1920 i sei concorrenti previsti per ciascuna nazione nella prova individuale non potevano prendere parte anche a quella a squadre. Quindi ogni nazione avrebbe dovuto inviare dieci cavalli e dieci cavalieri per essere rappresentata al completo: ci sono riuscite solo Italia e Svezia… Tommaso Lequio e Alessandro Valerio rispettivamente oro e argento, Svezia oro, Italia bronzo.
A Los Angeles 1932 nessuna delle sole tre squadre in gara è riuscita a terminare la prova: tutte eliminate, dunque medaglie non assegnate… !
A Berlino nel 1936 per la prima volta il percorso olimpico è stato disegnato calcolando precisamente le distanze tra gli ostacoli posti in dirittura, e non solo in combinazione. Direttore di campo August Andreae.
A Helsinki 1952 la prova unica per assegnare le medaglie sia individuali sia a squadre è stata per la prima volta disputata con la formula di categoria a due percorsi.
Nel 1956 le Olimpiadi sono state organizzate a Melbourne, ma il programma dello sport equestre si è tenuto a Stoccolma, in Svezia, a causa del lunghissimo periodo di quarantena che i cavalli avrebbero dovuto osservare per entrare in Australia.
Roma 1960 è stata la prima Olimpiade in cui la classifica individuale e quella a squadre sono state stilate al termine di due prove distinte.
A Tokyo 1964 per la prima volta (a tutt’oggi unica) un cavaliere si è ripetuto nel vincere la medaglia d’oro: il francese Pierre Jonquerès d’Oriola, già campione nel 1952.
Città del Messico 1968 ha visto in campo per il secondo percorso (definito di ‘potenza speciale’) l’ostacolo più alto e largo mai registrato in un’Olimpiade: un passaggio di sentiero di 1.70×1.70×2.20… Una montagna impressionante!
Nel 1972 a Monaco di Baviera il campione azzurro Graziano Mancinelli ha vinto la medaglia d’oro individuale in sella a un cavallo – Ambassador – di 8 anni: oggi il limite minimo d’età per i cavalli è di 9.
I terreni dei campi di gara di Bromont/Montreal 1976 sono stati preparati da Herman Duckek, il quale assolverà tale compito fino alle Olimpiadi del 2000; ed è stato lui a preparare il terreno di gara allo Stadio Flaminio di Roma per il Campionato del Mondo di salto ostacoli e di dressage inseriti nei World Equestrian Games 1998.
Mosca 1980 e Los Angeles 1984 sono state caratterizzate dal boicottaggio politico: tutto il cosiddetto ‘blocco’ occidentale non ha preso parte alle Olimpiadi in Russia per protesta contro l’invasione sovietica dell’Afghanistan, mentre per rivalsa il blocco sovietico non ha preso parte a quelle negli Stati Uniti. Ma ovviamente il danno è stato enorme per le prime e minimo per le seconde, in termini di qualità oltre che di quantità di partecipazione.
A Seul 1988 il direttore di campo – il tedesco Olaf Petersen – propone per la prima volta ostacoli che nella costruzione richiamano temi relativi alla storia, alla cultura e al folklore locali: poi diventerà cosa abituale.
Barcellona 1992 è teatro di un fatto sconcertante: il concorrente il cui risultato viene scartato dal computo generale della squadra non sale sul podio insieme ai compagni per ricevere la medaglia… Un vero scandalo sportivo.
Atlanta 1996, prima donna direttrice di campo nella storia delle Olimpiadi: è la statunitense Linda Allen.
Sydney 2000: l’olandese Jereon Dubbeldam e De Sjiem conquistano la medaglia d’oro senza aver mai vinto un Gran Premio internazionale insieme prima di quel momento…
Ad Atene 2004 il doping è tra i principali protagonisti con quattro cavalli positivi (due in salto ostacoli e due in completo). Parte da qui una profonda revisione del regolamento antidoping da parte della Fei, con l’obiettivo di distinguere chiaramente tra legittimi trattamenti utili al benessere del cavallo prima e durante la gara e trattamenti mirati invece al potenziamento della prestazione.
Pechino 2008, ancora doping: quattro cavalli positivi alla Capsaicina vengono estromessi dalla finale individuale. Nel barrage per la medaglia d’oro accade un fatto sensazionale: i due contendenti – il canadese Eric Lamaze su Hickstead e lo svedese Rolf Goran Bengtsson su Ninja (cavallo formato e valorizzato a livello internazionale da Giorgio Nuti quando di proprietà di Andrea Conti) – fermano il cronometro con lo stesso identico tempo al centesimo di secondo, 38.39. Ma zero penalità per il primo, 4 per il secondo…
Londra 2012 e Rio de Janeiro 2016 nel segno di uno dei più grandi campioni della storia del salto ostacoli mondiale: Nick Skelton. Oro a squadre a… casa e oro individuale in Brasile, sempre in sella al portentoso Big Star.
Tokyo 2020 è stata la prima Olimpiade della storia a essere posticipata: a causa del Covid le gare a cinque cerchi si sono disputate nel 2021. Ed è stata anche la prima Olimpiade con il ritorno della composizione delle squadre a tre binomi dal 1972.