Parigi, martedì 6 agosto 2024 – Quello che ha portato oggi Emanuele Camilli ad affrontare la finale individuale di salto ostacoli delle Olimpiadi in sella a Odense Odeveld è un viaggio molto lungo che parte in realtà da quando il cavaliere azzurro Antonio Garofalo ha valorizzato questo giovane cavallo baio belga nato nel 2014 da Diamant de Semilly x Querlybet Hero. Garofalo si era detto certo delle qualità del cavallo fin dal principio: ma anche certo del fatto che Emanuele Camilli l’avrebbe condotto ai più alti livelli agonistici possibili.
Emanuele Camilli ha iniziato a montare Odense nel 2022, quando Chadellano PS era il suo numero uno. Poi dopo il Campionato del Mondo di Herning 2022 Chadellano è stato venduto e contemporaneamente Odense si è installato al vertice della gerarchia nella scuderia di Camilli. All’inizio del 2023 il cavaliere azzurro si era detto un po’ scettico sul fatto che fosse opportuno impegnare Odense nel Campionato d’Europa di Milano: poi però il cavallo ha dimostrato una maturità e una consistenza di rendimento tali per cui la sua presenza nella squadra organizzata e guidata dal c.t. Marco Porro è divenuta imprescindibile. E a Milano il binomio Camilli/Odense si è qualificato per la finale individuale, salvo poi rinunciarvi per la volontà del cavaliere di risparmiare al suo cavallo un impegno eccessivo non avendo oggettive possibilità di alta classifica. E soprattutto pensando agli appuntamenti che sarebbero sopraggiunti a lungo termine…
Dopo Milano la precisa strategia di Emanuele Camilli è stata quella di guadagnare i punti necessari per garantire all’Italia una qualificazione individuale alle Olimpiadi di Parigi. Per questo è addirittura volato oltre l’Oceano Atlantico per partecipare agli ultimi Csio e Csi a cinque stelle della stagione all’aperto, per questo rinunciando alle gare indoor di Coppa del Mondo in Europa. I risultati sono stati talmente positivi in quella serie di concorsi che il nostro cavaliere ha coronato l’impresa.
Ma non sarebbe comunque bastato… La qualifica individuale è per conto della nazione del cavaliere che la ottiene: se poi durante l’anno ci sono problemi di forma o di vendita del tal cavallo (o peggio complicazioni di salute), oppure se un altro binomio emerge in modo dirompente, la federazione di appartenenza di quel cavaliere può anche decidere di inviare ai Giochi un nome diverso. Ma Emanuele Camilli e Odense Odeveld hanno mantenuto tutto al meglio: risultati, forma, condizione, determinazione, volontà… tutto. E quindi Parigi.
Il resto è cronaca. Emanuele Camilli e Odense Odeveld hanno partecipato ieri alla qualifica individuale concludendo all’8° posto su 74 partenti. Un risultato entusiasmante: non solo per la finale raggiunta, ma anche per la qualità della prestazione fornita dal nostro cavaliere e dal suo cavallo su di un percorso che ha creato difficoltà ad alcuni tra i più forti binomi del mondo…
Oggi la finale di Camilli è cominciata nel peggior modo possibile: errore al numero uno! Quattro penalità che hanno poi condizionato psicologicamente il nostro cavaliere? Certo piacere non gli hanno fatto… Poi sono arrivati altri due errori e così il 21° posto. Ma davvero: non importa. Cioè: ovvio che sarebbe stato meglio vedere il nostro binomio tra i primissimi, ma è fuori discussione che il rendimento non solo a Parigi ma lungo tutto l’arco del ‘progetto’ che ha condotto Emanuele e Odense a Parigi è stato da applausi.
Applausi: quelli che idealmente, spiritualmente e moralmente inviamo a Emanuele Camilli, a Odense Odeveld, a tutta la squadra che lavora nel dietro le quinte dell’organizzazione del nostro cavaliere. Loro ci hanno fatto vivere un’Olimpiade emozionante e certamente indimenticabile.