Bologna, 29 luglio 2024 – I binomi del dressage olimpico hanno già iniziato i training e le familiarization con i terreni di gara sotto l’occhio vigile del Delegato tecnico Enzo Truppa ma almeno ancora per oggi il palcoscenico è tutto per il completo.
Le Olimpiadi sono così: si lotta e si soffre per quattro anni che si condensano in pochi giorni. Che però poi durano per tutta la vita.
Le Olimpiadi del completo di Parigi 2024 sono state a dir poco magnifiche. Tolta la pioggia del primo giorno, quella della prova in rettangolo, il resto della competizione ha avuto luogo in buonissime condizioni e soprattutto con una location sullo sfondo come se ne sono viste poche nelle Olimpiadi più recenti. Il parco del palazzo di Versailles ha fornito scorci che, uniti al gesto dei cavalli in gara, rimarranno nella memoria degli appassionati. Che dire di quella lunga galoppata che sembrava sospesa sull’acqua con il ‘palais’ a chiudere la prospettiva? Non c’è che dire. Ostacoli belli in cross, un percorso tecnico che non ha creato problemi seri a nessuno, un salto ostacoli con tribune gremite, un dressage ben valutato.
La competizione a squadre in chiave azzurra
16 bandiere hanno animato la competizione a squadre nella quale, sulla carta, l’Italia aveva le carte in regola per essere nelle immediate vicinanze del podio. Purtroppo, come ci ha descritto la cronaca di queste giornate, non è stato così. A causa di un incidente senza alcuna conseguenza per il cavallo, Emiliano Portale è stato eliminato dopo la sua buona prova in rettangolo. A decretare l’ingiusta discesa all’infermo di questo eccellente binomio è stato un leggero sanguinamento del labbro di Future, che in ottemperanza di un regolamento ferreo, prevede l’eliminazione. Con aggravio di punti per eliminazione e sostituzione con la riserva. Pietro Sandei che è entrato in gara in cross per consentire alla squadra di andare avanti ma a quel punto l’impresa era già compromessa. Soprattutto in virtù del parterre di eventers di prima grandezza che per loro natura sono abituati a non sbagliare mai. Un vero peccato per Portale e una corsa in salita per l’Italia Team che però non ha ceduto di un millimetro e ha proseguito la competizione con molta determinazione. Giovanni Ugolotti con Swirly Temptress in rettangolo ci ha fatto sognare. Ottima la sua ripresa che lo aveva portato a ottenere il miglior punteggio azzurro ma una incomprensione con la cavalla all’uscita della combinazione 21, la D, del cross gli è costata una fermata e gli ha fatto perdere tempo. Ributtandolo indietro nella classifica e togliendogli di fatto la possibilità di poter ambire alla finale individuale.
Obiettivo invece fortemente perseguito e centrato in pieno dall’ottima Evelina Bertoli con Fidjy des Melezes. L’intera gara di questo binomio è stata all’insegna della regolarità. L’una ha sopperito alle difficoltà dell’altra nelle diverse fasi della competizione e alla fine ne è uscito il migliore dei risultati azzurri. Eve e Fidjy hanno finito al 22esimo posto ma soprattutto hanno dato prova di una tempra disica e psicologica davvero encomiabile.
Le dichiarazioni di Bertoli e Sandei
Evelina Bertoli – «Avrei messo una firma – ha detto l’amazzone azzurra – per fare una gara come questa. Non mi riferisco solo alla prova odierna (salto ostacoli ndr.), ma sono contenta per come sono riuscita a montare anche nel dressage e nel cross country. L’errore al verticale numero 10 – ha aggiunto Bertoli, commentando la sua prova di qualifica – è arrivato perché mi sono abbassata un po’ troppo e ho tenuto troppo con la mano, ma sia io che Fidjy siamo stati più attenti nella parte più impegnativa del tracciato, con una linea finale difficilissima, in cui è stata proprio la mia cavalla ad aiutarmi. Fidjy è stata bravissima in tutte e tre le prove – ha detto poi l’amazzone concentrandosi sulla finale – e quella di oggi non era una gara per niente facile per lei. Nell’ultimo tracciato non sono partita benissimo, perché ero un po’ lenta, poi ho montato meglio e la cavalla si è data veramente da fare. Era la mia prima Olimpiade – ha concluso – e non avrei davvero potuto aspettarmi di meglio. Il mio bilancio è assolutamente positivo».
Pietro Sandei – «L’idea di ritirare Rubis nasce dai Campionati Italiani. Avremmo voluto arrivare fino alle Olimpiadi, come ultimo tassello della carriera agonistica. Ci siamo messi in gioco, la convocazione è arrivata e ci siamo riusciti. Il grazie va a lui, perché è un cavallo infinito e ha dimostrato quello che è, e quello che vale. Mi ha dato la possibilità di realizzare un mio sogno (i Giochi ndr), e un palcoscenico come questo credo sia quello migliore da regalare a lui come chiusura della sua carriera. Adesso – ha concluso Sandei – Rubis andrà in pensione in un bel prato a casa mia con gli altri cavalli».
Il ringraziamento del presidente
«Volevamo fare una bella Olimpiade», ha dichiarato il Presidente della FISE, Marco Di Paola. «Siamo partiti bene – ha aggiunto il numero uno degli sport equestri italiani – ma un colpo di sfortuna ci ha subito bloccato e demoralizzato. Nonostante questo, i nostri ragazzi, ai quali va tutta la nostra gratitudine, hanno reagito dando una grande prova di orgoglio. Dobbiamo ringraziare tutti gli atleti, cavalli e cavalieri, perché se sono stati qui a Parigi – loro prima Olimpiade – è perché hanno lavorato sodo durante tutto il quadriennio e hanno effettuato una lunga e faticosa preparazione. Lo score e i risultati del primo giorno sul campo stavano confermando il buon lavoro fatto in questi anni. Grazie Evelina, grazie Pietro, grazie Giovanni. Un pensiero particolare voglio rivolgerlo a Emiliano che si è trovato a dover affrontare una situazione molto particolare. So che Portale è un grande atleta e sono certo che ha già superato e sta già pensando al prossimo futuro».
Dominio britannico
Tornando alla competizione a squadre in chiave ‘mondo’, verrebbe da dire che l’unica vera sorpresa sta nel podio mancato dalla Germania che, a causa dell’eliminazione in cross di Christoph Wahler è finita nelle retrovie. Per il resto, anche se aperto fino all’ultima barriera, il podio ha confermato i pronostici con la Gran Bretagna di McEwen, Collett e Canter in oro. Buonissima performance per il team di casa, fortissimo e assai determinato, con tre rettangoli sotto i 30 30 punti negativi, un cross netto e due con ‘spiccioli’ per il tempo e un salto ostacoli che ha alla fine fatto la differenza con i cugini d’oltre Manica. Terza piazza al Giappone che, a ben guardare, era stato già stato a ridosso del podio olimpico della disciplina a Tokyo 2020, dove si era dovuto accontentare del quarto posto. Con trainer del calibro dei Funnell e di Fox-Pitt e con una determinazione totalmente nipponica, questa volta il Sol Levante brilla sul podio a Versailles.
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Il sequel di Et
Il completo Olimpico di Parigi incorona uno dei fenomeni dell’eventing internazionale. Sono 12 anni che Michael Jung raccoglie medaglie olimpiche e, dato che quella di squadra quest’anno gli è sfuggita, ha pensato bene di assicurarsi l’oro individuale con una gara da brivido. Jung, soprannominato Et, monta allo stesso modo – in maniera straordinaria – in tutte e tre le specialità. Secondo dopo il rettangolo (17,80), in cross ha praticamente volato senza esitazione su tutti i salti, arrivando al percorso errorabile per la finale individuale con il solo punteggio del rettangolo. L’opera d’arte porta il neo di una barriera in salto ostacoli che tuttavia non ha compromesso un punteggio davvero stellare.
In realtà, il neozelandese Chriss Burton, medaglia d’argento, avrebbe perfino fatto meglio di Jung ma partiva con 22,00 in dressage e quindi non è riuscito nel sorpasso finale nonostante abbia portato a termine anche lui una prova davvero impeccabile. Terzo gradino del podio per Laura Collett che ha pagato carissimo il cattivo rapporto con il cronometro. Di fatto, senza l’aggrazio di 0,80 in cross e 0,8 in salto sarebbe stata davanti a Jung. Impressionante vedere come sia stretta la forbice che separa i primi tre binomi sul podio…
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