Bologna, 1 agosto 2021 – Non è facile riprendere il filo olimpico di una competizione in cui oramai sappiamo, un cavallo è stato vittima di un incidente fatale. Ma questo impone la cronaca. Nel rispetto di tutti gli altri concorrenti. Che, al pari di Jet Set, avevano e conservano il sogno olimpico. La performance più ambiziosa nella carriera di chiunque: uomini e cavalli.
E quindi partiamo proprio dalle nostre azzurre che nella lunga notte del cross giapponese hanno galoppato con un cuore grande così.
Vittoria Panizzon, Susanna Bordone e Arianna Schivo si sono misurate su un percorso veramente tecnico mettendo a segno delle prove importanti.
Nette con un lievissimo esubero di tempo Vittoria e Arianna, hanno affrontato tutti i salti con grandissima energia. Per Susanna sarebbe stata la giornata perfetta se non fosse stato per il frangibile 14C, l’angolo che tra l’altro ha ‘castigato’ anche Michael Jung.
Lei era la più veloce tra le nostre amazzoni e sarebbe rimasta ampiamente nel tempo dato che ha chiuso la sua galoppata in 7:42 sui 7:45 prescritti.
Si noti che sono stati solo 6 i binomi tra tutti i partenti a non incorrere nell’aggravio cronometrico sul percorso olimpico. Dato che, 14C a parte, impreziosisce ancora di più la grinta di Susanna.
Anche Vittoria e Arianna non sono state assolutamente da meno. La Panizzon ha chiuso in 7:54, con 3,60 di penalità. La Schivo in 7:52, con 2,80.
Del resto sono stati molti i cavalieri che hanno stimato stretto (di almeno 5 secondi) il tempo ufficiale… Ma i sei che hanno battuto il cronometro indicano che… si poteva fare.
A questo punto, la posizione dell’Italia dopo il cross, con un computo di squadra di 132,80, ci vede settimi in classifica provvisoria. Ma la strada è ancora lunga e il salto ostacoli è sempre una prova complessa e di grande selezione per molti buoni galoppatori.
Da sinistra, Vittoria Panizzon, Arianna Schivo e Susanna Bordone © FISE/Stefano Grasso
Ai piani alti
Il miglior cross della competizione a Tokyo 2020 è stato messo a segno dal britannico Oliver Townend con Ballaghmore Class. Già secondo dopo il rettangolo, questo binomio, con il netto nel tempo ha agganciato il vertice della classifica provvisoria, di fatto aprendo una performance strepitosa per l’intero team britannico.
Dei 6 netti nel tempo, tre sono sotto la Union Jack. Laura Collet ha girato in 7:43, Ton McEwen in 7:40. E con un risultato del genere, il vertice della classifica a squadre è tutto loro. Al suono olimpico di 78,30 dopo le due prove.
In virtù dell’ottima prova di Shane Rose e Andre Hoy, seconda piazza provvisoria a squadre per l’Australia. Anche questo accreditassimo team è andato a un passo dal tris perfetto, se non fosse stato per il leggero fuori tempo di Kevin McNab e Don Quidam, costato 2,80 penalità. Sicuramente di massimo pregio il cross del veterano Andrew Hoy. Fermato sul percorso per l’incidente a Jet Set, ha ripreso una galoppata energica e perfettamente fluida. Il passo del grande campione, che ha contribuito al 96,20 di squadra.
Nella classifica individuale invece, secondo posto per la tedesca Julia Krajewski. Quarta dopo il dressage, ha capitalizzato l’ottimo rettangolo per minimizzare lo 0,40 di penalità sul tempo e fermare le penalità complessive a 25,60.
Ma la tedesca deve aver sentito il fiato sul collo della britannica Collet che in sella a London 52 ha confermato i punti negativi del dressage, chiudendo come abbiamo detto netta e nel tempo a quota 25,80.
Piccolo terremoto in casa Jung. Il ‘marziano’ si è trovato a fare i conti con il frangibile 14C, mentre galoppava come un proiettile. Ha chiuso in 7:35 ma con il peso di 11 penalità che, aggiunte al suo rettangolo da 21,10, l’hanno portato a 32,10, in decima posizione.
L’ultimo atto del completo olimpico è in programma all’Equestrian Park di Tokyo domani alle ore 17.00 (le 10.00 in Italia) con finale a squadre e ultima qualifica individuale. Alle 20.45 (le 13:45 in Italia) la finalissima individuale.
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