Bologna, 4 agosto 2024 – Mai come in occasione di questi Giochi ci sarebbe voluto un podio più spazioso. L’assegnazione del titolo individuale ha messo davvero a dura prova la giuria composta da Michael Osinki (USA) in K, Mariette Sanders (Ned) in E, Raphael Saleh (fra) in C, Henning Lehrmann (Ger) in H, Susanne Baarup (Den) in B, Magnus Ringmark (Swe) in F e Isobel Wessels (Gbr) in M.
Nei tre gruppi di binomi in gara, non c’è stato nessun Freestyle sotto il 74% e dal 13esimo in classifica in su nessuno sotto l’80%. Ma solo un binomio ha infranto il muro del 90% e per Jessica e Dalera è stato ancora oro. Dopo quello a squadre qui a Parigi, gli ori individuali e a squadre di Tokyo 2021, dopo l’oro a squadre nel 2018 ai Weg di Tryon e dopo una costante permanenza ai vertici della World Ranking, il binomio da battere non è stato battuto.
In un Freestyle molto ‘chansonier’, c’è da scommettere che la von Bredow-Werndl ha fatto sue le parole di Edith Piaff che cantava ‘Non, Je ne regrette rien’. Neanche questi due fenomeni hanno rimpianti… Solo medaglie e una gioia molto speciale che traspare ogni volta che scendono in campo.
In un programma molto curato, la prova di Dalera ha – com’è naturale – puntato sulle figure con coefficienti per 2 o per 4, con una pioggia di 9 e 10 per un punteggio totale di 90,093% (82,357 tecnico, 97,829 artistico).
Alle spalle di questo formidabile coppia (chiamarli binomio a questo punto è perfino riduttivo…) un’altra icona da brivido: Isabell Werth. Con Wendy (solo 10 anni…) la regina dei rettangoli – probabilmente la più medagliata in assoluto negli sport equestri – ha chiuso la prova valevole la medaglia d’argento a Parigi 2024 con 89,614% (81,714 nel tecnico e 97,514 nell’artistico), davvero a un soffio dalla compagna di squadra: meno di 1 punto percentuale. Ma Wendy è molto giovane: i suoi 10 anni hanno davanti tanto, nonostante Dalera con i suoi 17 dimostri ancora molta freschezza…
A completare il podio, l’atra grande attesa per una medaglia, ovvero Lottie Fry con Glamourdale. Per questo binomio, il verdetto della giuria è stato pari a 88,971%, con un tecnico da 81,714 e un artistico da 96,657. Anche la loro è stata una performance da urlo, con un accenno di God Save the King all’ingresso che ha ceduto il passo a un ritmatissimo Another One Bites the Dust dei Queen. In un quadro generale, fermo restando che stiamo pur sempre parlando di un bronzo olimpico, Glamourdale – che quest’anno non si è visto tanto in giro – Aachen e pochissimo altro – ha mostrato tutta la sua verve, ma è apparso leggermente sottotono rispetto alle sue abituali emozionanti movenze. E questo forse non ha consentito alla bravissima Fry il sorpasso desdierato.
Ma come si diceva all’inizio, questa finale individuale avrebbe davvero meritato un podio più largo… Che tenesse dentro almeno i binomi fino alla sesta posizione; tutti davvero meritevoli e protagonisti di prove molto emozionanti. Ottima l’olandese van Liere con Hermes, altrettanto speciale – e forse un po’ troppo severamente penalizzata – la Laudrup-Dufour, magnifico Carl Ester con Fame, una cavalla che in passato ha mostrato spesso intemperanza e che pare invece aver raggiunto una maturità e una serenità davvero encomiabili.
Insomma, una finalissima in cui perfino i meno ‘proni’ verso la disciplina, non sono riusciti a staccare gli occhi dal rettangolo. E dove lo spettacolo dei cavalli ha esibito tutto il suo valore.
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