Bologna, 11 agosto 2021 – Carola Semperboni è considerata la ‘piccolina’ del team rosa-azzurro del paradressage italiano a Tokyo2020. Perché è la più giovane anagraficamente e perché è anche una new entry del paradressage italiano.
In soli due anni dal suo esordio in gare di livello internazionale, questa talentuosa amazzone ha avuto modo di mostrare a tutti di che stoffa è fatta. E dopo un Campionato d’Europa, ecco la qualifica olimpica.
Piemontese, classe 2003, ha esordito nelle gare nazionali di paradressage per il grado 1 alla fine del 2016.
A distanza di qualche anno, Carola ha trovato, agonisticamente parlando, un’ispirazione forte e potente. Che risponde a nome di Sara Morganti, l’atleta con al collo titoli mondiali, argenti Europei e partecipazioni paralimpiche, che Carola stima. E che decide di emulare, percorrendone le orme.
«Se ci riesce lei, voglio provarci anch’io» si dice Carola. E inizia così la sua avventura nel paradresage. Lungo un percorso fatto di impegno, dedizione, fatica ma anche soddisfazioni.
Nel 2019 Carola Semperboni e il suo fidato Paul, «il miglior cavallo che potessi avere» come lei stessa lo definisce, esordiscono in internazionale al Cpedi di Casorate Sempione. Grazie alla performance convincente, arriva la convocazione in nazionale in occasione dei Campionati Europei.
Una bella soddisfazione per Carola che a soli 18 anni può già esibire un curriculum sportivo di tutto rispetto.
Carola Semperboni, insieme a Sara Morganti, Federico Lunghi e Francesca Salvadé hanno contribuito a staccare il pass Paralimpico per l’Italia grazie alle brillanti prestazioni ottenute all’evento internazionale di Ornago, ultimo appuntamento utile per racimolare punti per il ranking Paralimpico di qualificazione a Tokyo 2020.
I principali risultati di Carola Semperboni
Ind Team
2019 CH-EU-PED Rotterdam (NED) PAUL 6
2019 CH-EU-PED Rotterdam (NED) PAUL 9
L’etica sportiva
«Da disabile ho provato il significato di discriminazione, in ambito sportivo e anche nella vita quotidiana, quando gli altri ti sottovalutano. Sono riuscita a trasformare questa discriminazione nella mia forza. Lo sport rappresenta un modo per riscattarsi, per far vedere agli altri che valiamo sempre, indipendentemente dalla nostra condizione» ha dichiarato Carola Semperboni, diplegica dalla nascita. Una forza che traduce quotidianamente i resilenza. «Da quando ho iniziato a montare in paradressage ho capito che questo sport era la mia carta da giocare. Grazie a questa disciplina ho guadagnato fiducia in me stessa. Il paradressage oggi è il mio obiettivo, il mio scopo. E non importa se sono formica o lombrico». Carola e Paul si allenano presso la Nuova Cerrina di Rivalta (TO), i suoi coach sono Davide Cofanelli, Francesca Cavagliá e Laura Conz.
Il motto
Secondo Carola la parola ‘resilienza’ è molto adatta a quello che chi ha difficioltà come lei vive tutti i giorni. Da qui il motto che la accompagna, ovvero non mollare e dare sempre il meglio. «A Tokyo cercherò di concentrarmi e di entrare in bolla. Darò sicuramente del mio meglio. E quello che arriverà lo dedicherò alla mia famiglia e ai miei istruttori». Parola di Carola!
Non solo cavalli
Difficile per una ragazza tanto giovane avere una proiezione oggi oltre l’impegno che la assorbe così totalmente. Ma secondo quanto racconta, se non avesse ‘incontrato’ l’equitazione, probabilmente si sarebbe dedicata allo sci. Un’altra delle sue grandi passioni sportive. Anche se il rapporto con una discesa non è certo quello che trova con Paul o con altri cavalli.