Bologna, 7 agosto 2024 – In questi giorni da bollino rosso delle temperature può capitare di perdere un po’ di lucidità, anche quando si è tranquillamente semi-sciolti davanti a un video Tv/Pc/Tablet.
Quindi tra una gara olimpica e l’altra si sognano il fresco…la neve, il ghiaccio, il polo artico o antartico basta che sia qualcosa di freddo, gelido, assiderante.
Però se noi pensiamo ‘polo’ è inevitabile: al posto di pinguini (al Polo Sud…) e orsi bianchi (al Polo Nord…) ci vengono in mente i cavalli.
Quindi per correttezza, trattandosi di una rubrica olimpica ci occorre notare che sì: anche il gioco del Polo è stato tra le discipline presenti ai Giochi Olimpici.
Per la precisione fece la sua comparsa sotto la bandiera dai 5 anelli nel 1900, 1908, 1920, 1924 e 1936.
A dominare incontrastata nelle prime due edizioni la Gran Bretagna, unica bandiera in competizione che presentò squadre differenti.
Uno dei migliori giocatori di quegli anni fu Lord John Wodehouse, 3° Conte di Kimberley: vinse l’argento nel 1908 e l’oro nel 1920.
Lord Kimberley diede belle soddisfazioni anche come protagonista delle cronache mondane del tempo: sposò la socialite Frances Margaret Montagu, bellissima, irrequieta e già due volte divorziata.
In occasione delle loro nozze un ‘tabloid’ dell’epoca titolò, a tutta pagina: “L’amore di Lord Wodehouse saprà domare la sua vivace sposa?”, senza risparmiare battute sul motto di famiglia dello sposo, ‘Frappe Fort’ che in italiano suona ‘Colpisci duro’.
Per la cronaca: sì, il nostro bel cavaliere riuscì a domare la vivace sposa e vissero felici e contenti.
Almeno sino al 1941, quando Lord Kimberley fu ucciso nel bombardamento di Londra del 16 aprile di quell’anno.