Parigi, martedì 6 agosto 2024 – Tutto in una gara. La storia, il risultato, le emozioni, lo spettacolo, la bellezza, i sogni, gli incubi… e le medaglie. Tutto questo in una gara: tutto questo in una gara…
Oggi la finale olimpica individuale di salto ostacoli ha prodotto un barrage perfetto: tre binomi per tre medaglie. Ciascuno dei tre cavalieri sapeva di avere una medaglia garantita: certo, fa un’enorme differenza il tipo di metallo, ma se fossero stati quattro (o più) si sarebbe verificata quell’atroce situazione per cui uno dei contendenti avrebbe vissuto una personale tragedia (sportiva).
No, in tre per tre medaglie. Il tedesco Christian Kukuk (34 anni) su Checker, primo a partire e per questo leggermente svantaggiato, nessuna medaglia individuale in carriera. L’olandese Maikel van der Vleuten (36 anni) su Beauville, secondo a partire, medaglia di bronzo individuale alle Olimpiadi di Tokyo 2020 nel 2021. Lo svizzero Steve Guerdat (42 anni) su Dynamix de Belheme, campione d’Europa in carica, oro individuale alle Olimpiadi di Londra 2012, tre volte vincitore della finale della Coppa del Mondo: se avesse vinto avrebbe eguagliato il record assoluto del francese Pierre Jonquerès d’Oriola, unico nella storia ad aver conquistato due volte la medaglia d’oro individuale di salto ostacoli alle Olimpiadi.
Ha vinto Christian Kukuk, unico a zero in barrage e comunque più veloce di entrambi gli avversari (4 centesimi di secondo su Guerdat… !). Il cavaliere tedesco rappresenta la ‘rivincita’ per una Germania che nella gara a squadre ha ottenuto ‘solo’ il 5° posto dopo una prova di qualificazione che l’aveva vista regina assoluta con tre percorsi netti (unica formazione capace di tanto). Christian Kukuk ha raggiunto questo formidabile risultato grazie alle sue magnifiche qualità di cavaliere, alle qualità di un cavallo – Checker – che ha dimostrato una crescita continua e costante nel tempo, e forse soprattutto grazie a quella impareggiabile fucina di campioni che risponde al nome di Ludger Beerbaum e alla sua storica proprietaria e mecenate, Madeleine Winter-Schulze, una donna alla quale lo sport equestre tedesco (completo, dressage e salto ostacoli indifferentemente) dovrebbe erigere un monumento. Ludger Beerbaum è l’uomo che tecnicamente parlando sta dietro alla carriera di Marco Kutscher, Christian Ahlmann, Henrik von Eckermann, Philipp Weishaupt e Christian Kukuk: quante sono le medaglie individuali e a squadre (più quelle dello stesso Beerbaum) che stanno al collo di tutti loro?
Steve Guerdat e Dynamix de Belheme sono arrivati a Parigi nel ruolo di grandi favoriti. Il podio di Parigi è sempre stato l’obiettivo del campione elvetico per la sua cavalla, calibrata su questo fin dal principio del 2023 e per ciò centellinata negli impegni e negli sforzi. Poi c’è stata la sconcertante prestazione nella prima prova a squadre che ha fatto pensare a Guerdat di aver sbagliato qualcosa nella preparazione di Dynamix nell’immediata vigilia di Parigi, assumendosene tutta la responsabilità. Devo trovare una soluzione, ha scritto Steve sui suoi profili sociali. Soluzione perfetta: Dynamix ha fatto una finale superlativa, esattamente nel modo che tutti si sarebbero aspettati. Non è certo una barriera che cade in un barrage decisivo come questo che può rovinare il quadro d’insieme…
Maikel van der Vleuten si conferma sul terzo gradino del podio sempre in sella a Beauville. Vincere consecutivamente due medaglie individuali alle Olimpiadi e sempre con lo stesso cavallo è un’impresa possibile solo per i veri grandi. Anche il cavaliere olandese ha calibrato la sua cavalla precisamente per l’appuntamento di Parigi, risparmiandole molte gare difficili e stressanti per mantenerla al meglio della forma fisica e tecnica in vista delle Olimpiadi: missione decisamente compiuta.
E gli altri? Due cavalieri hanno dimostrato eloquentemente come un percorso di salto ostacoli a questo livello richieda equilibri sottilissimi tra cavallo e cavaliere e una capacità di non sbagliare nemmeno il dettaglio più infinitesimale da parte dell’atleta in sella: Karl Cook e Henrik von Eckermann. Lo statunitense ha commesso un errore fatale sulla triplice di ingresso della gabbia n. 12, un’imprecisione nella distanza di avvicinamento imperdonabile. Lo svedese numero uno del mondo atteso senza alcun dubbio sul podio individuale in sede di pronostico ha avuto un problema di gestione della distanza nella linea 6-7-8 (riviera, verticale, largo) che ha determinato un brutto salto sull’8: King Edward a quel punto si è trovato senza il sicuro controllo del suo cavaliere addosso ai ripari delle cellule del traguardo poste sul terreno lì nei pressi… il cavallo è andato da una parte, il cavaliere dell’altra… e così la caduta fatale: eliminazione! Due binomi che sarebbero stati (quasi) certamente in barrage senza tali sconcertanti contrattempi.
Martin Fuchs e Leone Jei sembravano avviati allo zero sicuro, ma la perdita di una staffa su uno degli ultimi ostacoli superato con un’azione particolarmente energica del campione elvetico ha forse compromesso il risultato: Fuchs non ha avuto alcun problema nel proseguire ma l’ultimo ostacolo lo ha tradito, e forse lo avrebbe fatto anche se Fuchs la staffa l’avesse avuta… Anche la statunitense Laura Kraut su Baloutinue e l’austriaco Max Kuehner su Elektric Blue P hanno ugualmente commesso un errore sull’ultimo ostacolo, un imponente passaggio di sentiero al termine di prestazioni favolose.
In totale sono stati undici i percorsi conclusi con 4 penalità agli ostacoli, sei con 8, quattro con 12 e uno con 20. Poi due eliminati e tre ritirati. Per il pubblico di casa grande delusione per l’errore di Julien Epaillard su Dubai du Cedre, ultimo a partire grazie alla magnifica gara portata a termine ieri… e comunque al 4° posto finale. Un errore ha infranto i sogni anche del campione uscente, l’oro individuale di Tokyo, il britannico Ben Maher: il quale tuttavia può essere ben felice dell’oro a squadre e del modo in cui la sua cavalla Dallas Vegas Batilly – entrata all’ultimo momento nella gara olimpica in sostituzione di Point Break – ha portato a termine i quattro percorsi delle due prove, squadre e individuale.
Emanuele Camilli? Del cavaliere azzurro si dirà in altra parte: qui va solo sottolineato come il suo sia stato un risultato da elogiare senza mezzi termini, soprattutto tenendo conto del cammino svolto da lui e dal suo Odense Odeveld per arrivare a Parigi.
Quello che si può dire in conclusione del programma olimpico del salto ostacoli è che l’Olimpiade di Parigi sarà davvero indimenticabile, assolutamente indimenticabile: sotto tutti i punti di vista. Uno spettacolo come quello che abbiamo ammirato in questi giorni sul meraviglioso campo ostacoli di Versailles costituisce la migliore rappresentazione possibile dei migliori valori possibili del nostro sport.
LA CLASSIFICA FINALE
https://olympics.com/OG2024/pdf/OG2024/EQU/OG2024_EQU_C73(S)B_EQUOJUMPINDV———-FNL-000100–.pdf