Bologna, lunedì 2 agosto 2021 – Archiviato il dressage, archiviato il completo, non rimane ora che il salto ostacoli. Si comincia domani con la prova qualificativa individuale (ore 12 italiane), poi mercoledì la finale (sempre ore 12 italiane), quindi il giovedì di riposo e poi la prova a squadre con la gara qualificativa venerdì (ore 12 italiane) e la finale sabato (ore 12 italiane).
Prima di entrare quindi nel turbine delle emozioni agonistiche di Tokyo 2020, prendiamoci un momento per assaporare una serie di curiosità, di fatti e di situazioni la cui consapevolezza renderà ancora più saporita la competizione che inizia domani.
DEBUTTO
La gara di salto ostacoli ha ufficialmente debuttato a Stoccolma nel 1912: quaranta concorrenti, otto nazioni, sei squadre. Una prova su un percorso per le medaglie individuali, stesso percorso ma una seconda prova per quelle a squadre. Il percorso è stato reso noto nelle sue caratteristiche mesi prima della gara.
DOPPIO ORO
Un solo cavaliere al mondo è riuscito a vincere due volte la medaglia d’oro individuale: il francese Pierre Jonquères d’Oriola (1920-2011): a Helsinki nel 1952 in sella ad Alì Babà e a Tokyo nel 1964 in sella a Lutteur B.
LE PRIME DONNE
Le prime amazzoni in gara nella competizione olimpica di salto ostacoli sono state la britannica e molto famosa Patricia Smythe e la meno conosciuta belga Brigitte Schockaert, entrambe a Stoccolma nel 1956 rispettivamente in sella a Flanagan (10° posto) e a Muscadin (34°).
RECORD DI MEDAGLIE
L’atleta vincitore del maggior numero di medaglie olimpiche in salto ostacoli è il tedesco Hans Guenter Winkler (1926-2018) il quale ne ha collezionate ben sette tra l’edizione di Stoccolma 1956 e quella di Montreal 1976: a squadre quattro d’oro, una d’argento e una di bronzo; individuali una d’oro. Questa stessa statistica è però ancor più impressionante se si considera che Winkler di Olimpiadi ne ha fatte sei: vincendo sempre una medaglia con la squadra… !
RECORD DI PRESENZE
E’ proprio il salto ostacoli la disciplina sportiva che ha registrato due record formidabili tra quelli di tutti gli sport olimpici. Con quella di Montreal 1976 infatti Piero e Raimondo d’Inzeo sono stati i primi atleti al mondo nella storia dello sport a collezionare otto presenze a cinque cerchi… Mentre a Londra 2012 il canadese Ian Millar ha raggiunto la sua decima presenza, divenendo così a tutt’oggi l’uomo record di questa prestigiosa classifica tra tutti gli atleti di tutti gli sport.
VECCHIETTO
Altro record stabilito da Ian Millar: con i suoi 65 anni a Londra 2012, il campione canadese è stato il più ‘anziano’ concorrente di sempre in una gara olimpica di salto ostacoli. Non solo: per quattro edizioni consecutive – dal 2000 al 2012 – Millar è sempre stato il cavaliere meno giovane impegnato in ciascuna di quelle gare di salto ostacoli.
IL PIU’ GIOVANE
Con i suoi 18 anni compiuti il 9 luglio 1994 la statunitense Reed Kessler a Londra 2012 è stata l’atleta più giovane in assoluto ad aver gareggiato nel salto ostacoli olimpico. Anche il coreano Kyon-Kec Min ha gareggiato diciottenne a Roma nel 1960, ma compiendo gli anni il 25 giugno dunque essendo di qualche giorno più… vecchio rispetto a Reed Kessler.
CAVALLO RECORD
Il cavallo vincitore del maggior numero di medaglie olimpiche in salto ostacoli è Authentic, compagno di gara della statunitense Elizabeth Patton Madden: con lei il baio Kwpn nato nel 1995 da Guidam x Katell xx ha vinto infatti l’oro a squadre ad Atene 2004 e ancora l’oro a squadre e il bronzo individuale a Pechino 2008.
OSTACOLO MOSTRUOSO
L’ostacolo di maggiori dimensioni proposto in un percorso olimpico è stato un largo (passaggio di sentiero per la precisione) nella seconda manche della gara individuale di Città del Messico 1968: 1.70×1.70×2.20… !!! Era il numero 5 di un percorso di sei ostacoli che terminava con una gabbia con l’ingresso di verticale di 1.60, poi 10.50 di luce e in uscita un oxer di 1.55×1.60×1.90. Questa seconda manche era infatti un percorso di “Potenza Speciale”. Un passaggio di sentiero ‘quadrato’ a 1.70 e largo 2.20 è una montagna spaventosa: cinque binomi tra quelli in gara l’hanno superato senza errori, tredici commettendo un errore e tra questi ultimi anche Snowbound, poi vincitore dell’oro individuale montato dallo statunitense William Steinkraus.
CATTIVERIA CRUDELE
L’Olimpiade di Barcellona 1992 in salto ostacoli sarà ricordata per tanti aspetti purtroppo negativi: un campo ostacoli arido e povero e squallido, percorsi di una severità esagerata che hanno messo in crisi cavalli fenomenali (primo tra tutti Milton… ), ma soprattutto per una ‘cattiveria’ del regolamento davvero senza pari. Fortunatamente solo per quella edizione dei Giochi, infatti, il regolamento prevedeva che il concorrente con il peggior punteggio tra i quattro della squadra non salisse sul podio assieme ai suoi tre compagni per ricevere la medaglia… L’antisportività fatta regola. Una crudeltà incomprensibile… Ne hanno fatto le spese l’olandese Bert Romp (oro), l’austriaco Boris Boor (argento), il francese Michel Robert (bronzo).
DIECI CAVALIERI
Questo il contingente che ciascuna nazione avrebbe dovuto inviare ad Anversa nel 1920 per prendere parte alla gara individuale (sei) e a squadre (quattro). Le due prove avrebbero avuto luogo lo stesso giorno, prima quella individuale e poi quella a squadre sullo stesso percorso, ma agli individuali era vietato partecipare alla gara a squadre. Solo l’Italia e la Svezia sono riuscite nell’impresa di presentarsi con dieci rappresentanti ciascuna: gli azzurri hanno vinto l’oro e l’argento individuali con Tommaso Lequio su Trebecco e Alessandro Valerio su Cento (Santorre de Rossi di Santa Rosa 7° su Neruccio, Garibaldi Spighi 10° su Virginia, Ruggero Ubertalli 17° su Proton, Emilio Benini 19° su Passero), e il bronzo a squadre con Ettore Caffaratti su Traditore, Alessandro Alvisi su Raggio di Sole, Giulio Cacciandra su Fortunello, Carlo Asinari di San Marzano su Varone. Tra le cinque squadre in campo (tutte a quattro binomi) l’oro è stato conquistato dalla Svezia davanti al Belgio.
CAVALLI ITALIANI
In questa edizione della gara olimpica – Tokyo 2020 – sarà in campo anche un cavallo italiano, nel senso di nato e allevato in Italia: si tratta di Benitus di Vallerano montato da Jasmine Chen per i colori di Taiwan, nato nel 2010 da Baedeker e da Cassandra di Villa Francesca (figlia di Cassini I x Natal). L’ultimo prodotto del nostro allevamento in gara nel salto ostacoli olimpico prima di lui è stato Fiorello II montato da Raimondo d’Inzeo alle Olimpiadi di Monaco 1972 con l’Italia medaglia di bronzo.
MEDAGLIE FEMMINILI
La prima donna capace di vincere una medaglia individuale in salto ostacoli è stata la britannica Marion Coakes: è accaduto a Città del Messico nel 1968, in sella a Stroller. La prima medaglia a squadre per un’amazzone è stata invece quella di bronzo della ugualmente britannica Pat Smythe nel 1956 a Stoccolma in sella a Flanagan.
MEDAGLIE CONSECUTIVE, RECORD ITALIANO
Solo italiani i cavalieri capaci di vincere una medaglia individuale in due Olimpiadi consecutive: Tommaso Lequio oro nel 1920 e argento nel 1924, Raimondo d’Inzeo argento nel 1956 e oro nel 1960, Piero d’Inzeo bronzo nel 1956 e argento nel 1960.
GIA’ CAMPIONI
Tra i concorrenti in gara a Tokyo 2020, hanno già vinto in passato una medaglia d’oro olimpica il brasiliano Rodrigo Pessoa (individuale nel 2004), lo svizzero Steve Guerdat (individuale nel 2012), la francese Penelope Leprevost (a squadre nel 2016), i britannici Ben Maher e Scott Brash (entrambi a squadre a Londra 2012), la statunitense Laura Kraut (a squadre a Pechino 2008).
TEDESCHI SUPERSTAR
La Germania è la nazione che detiene il record di medaglie d’oro olimpiche: cinque individuali e otto a squadre… !
DUE VOLTE ORO
Sono cinque i cavalieri che nella stessa Olimpiade hanno realizzato la formidabile impresa di conquistare la medaglia d’oro sia individuale sia a squadre: Berlino 1936 il tedesco Kurt Hasse su Tora; Londra 1948 il messicano Humberto Mariles Cortes su Arete; Stoccolma 1956 il tedesco Hans Guenter Winkler su Halla; Los Angeles 1984 lo statunitense Joe Fargis su Touch of Class; Atlanta 1996 il tedesco Ulrich Kirchhoff su Jus de Pomme.
IL DISASTRO DI LOS ANGELES 1932
Crisi economica e distanza dall’Europa sono stati i motivi principali per una presenza davvero minima di squadre nel salto ostacoli a Los Angeles nel 1932 (tre: Stati Uniti ovviamente, poi Svezia e Messico). Ma come se non bastasse tutto ciò, il direttore di campo ha disposto un percorso di difficoltà davvero eccessiva, tanto che nessuna delle tre squadre è riuscita a completare la prova… Di conseguenza le medaglie non sono state assegnate! Tra gli undici individuali invece cinque hanno terminato la gara con 8, 12, 16, 24 e 50 penalità… Vincitore il giapponese Takeichi Nishi su Uranus, primo e unico giapponese fino a oggi ad aver vinto una medaglia olimpica in salto ostacoli.
DISTANZE GIUSTE
La prima volta in cui il percorso olimpico di salto ostacoli ha presentato distanze precisamente calcolate tra gli ostacoli disposti in linea è stato a Berlino nel 1936, direttore di campo il tedesco August Andreae.
DISTANZE SBAGLIATE
A Roma nel 1960 il direttore di campo Alberto Lombardi nel percorso valido per le medaglie individuali (due manches uguali a Piazza di Siena) ha costruito la doppia gabbia e la gabbia con distanze deliberatamente sbagliate. Il principio di ciò stava nel fatto che il buon cavaliere doveva dimostrare di sapersi comunque adattare alle circostanze. Reminiscenza di mentalità militare: andando a saltare in campagna le distanze tra le staccionate dei passaggi di strada non erano certo disposte secondo le necessità dei cavalli e dei cavalieri…
INCREDIBILE… SE NON FOSSE VERO
Nel 2008 a Pechino per l’assegnazione della medaglia d’oro è stato necessario ricorrere a un barrage tra il canadese Eric Lamaze su Hickstead e lo svedese Rolf Goran Bengtsson su Ninja. Ebbene, i due rivali hanno terminato il percorso del barrage con lo stesso identico tempo al centesimo, 38.39… ! Ma Bengtsson – purtroppo per lui – con un errore…
LA PRIMA VOLTA A DUE PERCORSI
A Helsinki nel 1952 per la prima volta nella storia del salto ostacoli olimpico la gara si è disputata su due percorsi dai quali si è ricavato il risultato utile sia per la classifica individuale sia per quella a squadre.
LA PRIMA VOLTA CON DUE GARE DISTINTE
A Roma nel 1960 per la prima volta nella storia il format olimpico del salto ostacoli ha previsto una gara a due manches per le medaglie individuali (in Piazza di Siena) e un’altra gara a due manches alcuni giorni più tardi (nello Stadio Olimpico) per le medaglie a squadre.
SUPERCAMPIONI
Tra i vincitori della medaglia d’oro individuale olimpica solo due cavalieri nell’intera storia del salto ostacoli mondiale sono stati capaci di conquistare il titolo individuale anche nel Campionato d’Europa e nel Campionato del Mondo: il tedesco Hans Guenter Winkler e l’olandese Jeroen Dubbeldam. Winkler – scomparso nel 2018 – ha vinto le Olimpiadi a Stoccolma 1956, il mondiale (ben due volte!) a Madrid 1954 e ad Aquisgrana 1955, l’europeo a Rotterdam 1957. Dubbeldam (classe 1973) ha vinto le Olimpiadi a Sydney 2000, il mondiale a Caen 2014 e l’europeo ad Aquisgrana 2015.
PADRI E FIGLI
Il grado di parentela che si è più spesso riscontrato tra due atleti che hanno partecipato alle Olimpiadi in salto ostacoli è quello di padri/figli: il britannico Harvey Smith e Robert e Steven; i belgi Ludo e Nicola Philippaerts; i francesi Marcel e Philippe Rozier; gli svizzeri Thomas e Martin Fuchs; i brasiliani Nelson e Rodrigo Pessoa; gli olandesi Albert e Vincent Voorn; gli svizzeri Philippe e Steve Guerdat; i giapponesi Masayasu e Taizo Sugitani; i polacchi Jacek e Jan Bobik; i canadesi Ian e Amy Millar; gli spagnoli Luis Alvarez Cervera e Eduardo Alvarez Aznar; gli argentini Justo e Matias Albarracin.
MARITI E MOGLI
Non è accaduto molto di frequente che mogli e mariti abbiano preso parte alla prova olimpica di salto ostacoli: lo hanno fatto solo gli statunitensi Frank Chapot e Mary Mairs, gli svizzeri Paul Weier e Monica Bachmann, i messicani Joaquin Perez des las Heras ed Elisa Fernandez, gli svedesi Peder Fredricson e Lisen Bratt.
FRATELLI, E ALTRI
Piuttosto consistente l’elenco dei fratelli che hanno partecipato alla prova olimpica di salto ostacoli: Piero e Raimondo d’Inzeo naturalmente, ma poi anche Salvatore e Antonio Oppes, i britannici John e Michael Whitaker, gli elvetici Markus e Thomas Fuchs, i tedeschi Alwin e Paul Schockemoehle, gli svizzeri Max e Heidi Hauri, i brasiliani Christina e André Johannpeter, gli olandesi Gerco e Wim Schroeder, gli svedesi Peder e Jens Fredricson, gli argentini Lucas e Gregorio Werthein, i britannici Robert e Steven Smith, gli hongkonghesi Samantha e Patrick Lam. Due… fratelli in realtà cugini sono i nostri Bruno e Vincenzo Chimirri. Poi ci sono due casi di zio/nipote: gli svizzeri Markus e Martin Fuchs e i giapponesi Tadayoshi Hayashi e Koki Saito (per quest’ultimo la prima Olimpiade sarà proprio questa di Tokyo).
UN CAVALIERE, DUE NAZIONALITA’
Diversi atleti hanno affrontato l’Olimpiade di salto ostacoli in rappresentanza di due nazioni: si tratta del colombiano Juan Carlos Garcia per la Colombia e per l’Italia, del britannico Peter Charles per l’Irlanda e per la Gran Bretagna, del tedesco Ulrich Kirchhoff per la Germania e per l’Ucraina, dell’olandese Jos Lansink per l’Olanda e per il Belgio, del belga Jean Claude van Geenberghe per il Belgio e per l’Ucraina, della brasiliana Luciana Diniz per il Brasile e per il Portogallo, del britannico Tim Grubb per la Gran Bretagna e per gli Stati Uniti.