Bologna, venerdì 6 agosto 2021 – Emozioni tutto sommato controllate oggi a Tokyo per la prova qualificativa alla finale a squadre di domani: l’importante per ciascuna delle diciannove formazioni in campo era stare nei primi dieci posti per andare poi a giocarsi il tutto per tutto domani quando si ripartirà da zero.
Emozioni… controllate non vuol però dire zero emozioni, tutt’altro. Intanto cominciamo con il dire che le polemiche e le discussioni circa la decisione di disputare questa gara olimpica con tre binomi per ciascuna squadra invece di quattro saranno molto probabilmente destinate a riprendere vigore. Da questo punto di vista il caso eclatante di quest’oggi non poteva essere… più eclatante, infatti, poiché riguarda proprio la rappresentativa di casa, il Giappone. Daisuke Fukushima su Chanyon (l’eroe giapponese della finale individuale… !) chiudeva con due errori, risultato che assolutamente non avrebbe compromesso nulla: ma il cavallo di Koki Saito, Chilensky, si procurava un taglio a un nodello durante il lavoro in campo prova, cosa di per sé non grave per la salute del cavallo ma abbastanza per dover rinunciare alla gara. A quel punto, non ci sarebbero state ragionevoli possibilità di ambire a un posto tra i primi dieci e così i tecnici giapponesi ritiravano il terzo binomio, Eiken Sato su Saphyr des Lacs… Chiara dimostrazione di ciò che vuol dire gareggiare a tre senza la possibilità del punteggio da scartare: il Giappone passa da una quasi certa presenza in finale (mai dire mai, certo, ma la forma dei binomi è in questo momento smagliante) a una cancellazione dalla gara…
Stessa cosa dicasi per l’Irlanda: la negativa prestazione di Shane Sweetnam su Alejandro come primo a partire della squadra (eliminazione per una bruttissima caduta dopo una serie di salti da incubo) ha indotto Bertram Allen con Pacino Amiro e Darragh Kenny con Cartello a rinunciare: due binomi che avrebbero potuto certamente portare a termine una prestazione eccellente, ma che altrettanto certamente non sarebbe bastata per conquistare la finale (il regolamento in teoria l’avrebbe permesso: le squadre a due sarebbero state classificate con la somma di quei punteggi ma dopo le squadre a tre). E a proposito, in condizioni ‘normali’ Sweetnam si sarebbe ritirato prima di arrivare a quella rovinosa caduta, ma se l’avesse fatto avrebbe condannato la squadra, cosa poi di fatto accaduta: invece ha continuato mettendo a serio rischio l’incolumità sia sua sia di Alejandro… Questo tanto per dire che la formula a tre tra le sue controindicazioni vede anche questa, che non è di certo da sottovalutare…
Idem per il Messico, che oggi ha iniziato facendo sogni audaci: nessun errore per Enrique Gonzalez e Chacna (1 sul tempo), ma poi l’eliminazione di Eugenio Garza Perez su Armani per due secche disobbedienze su un muro che ha creato diverse difficoltà, e poi 5 penalità per Patricio Pasquel e Babel… Fine del sogno!
Sia come sia, questa era la regola ed era valida per tutti. I cavalieri svedesi ancora una volta hanno fatto faville dopo aver raggiunto l’altroieri tutti e tre il barrage della finale individuale: tre percorsi netti per una Svezia unica squadra a zero penalità per merito di Henrik von Eckermann su King Edward, Malin Baryard Johnsson su Indiana e Peder Fredricson su All In. Tre netti agli ostacoli ma tutti penalizzati sul tempo per i concorrenti belgi: ha impressionato non poco Pieter Devos su Claire Z che è entrato al posto di Niel Bruynseels ed è per giunta partito per primo, quindi con una bella responsabilità sulle spalle… e però autore di una prestazione di forte determinazione e di grande volontà. Anche per la Germania identico risultato del Belgio: tre percorsi penalizzati solo sul tempo.
Le altre squadre qualificate sono la Svizzera nella quale c’è stata la bellissima prova del binomio subentrante, Bryan Balsiger su Twentytwo des Biches (1 punto), e il… riscatto di Martin Fuchs e Clooney (magnifico percorso netto) dopo la delusione per il mancato accesso al barrage della finale individuale dell’altroieri, unitamente alle 9 penalità di Steve Guerdat su Venard de Cerisy; gli Stati Uniti con un errore a binomio; la Francia, in cui il subentrato Simon Delestre su Berlux ha dato vero spettacolo (1 punto); la Gran Bretagna, che ha rischiato di pagare a caro prezzo il forfait di Scott Brash con Jefferson (lieve risentimento del cavallo dopo la finale individuale), binomio in forma esplosiva che aveva perso il barrage per le medaglie individuali solo per un sorprendente punto di penalità sul tempo l’altroieri; il Brasile con le ottime gare di Marlon Zanotelli su Edgar (0) e di Pedro Veniss su Quabri de l’Isle (5), oltre a un Rodrigo Pessoa messo un po’ in crisi da un Carlito’s Way non molto disponibile all’impegno (20 penalità); l’Olanda, che ha rischiato moltissimo (sarebbero bastati punti sul tempo per non farcela… ) ma infine è riuscita a rimanere nei dieci; e l’Argentina, forse la sorpresa in questo gruppo.
Escluse Egitto, Cina, Marocco, Nuova Zelanda, Repubblica Ceca, Messico, mentre hanno abbandonato la prova Israele, Giappone e Irlanda. Diciamo che limitandosi a guardare la classifica non si può che notare come i valori reali siano stati rispettati: certo che se Giappone e Irlanda non fossero state costrette a lasciare la gara, e il Messico avesse avuto la possibilità di non far pesare quell’eliminazione, qualcuna delle ‘grandi’ forse nelle prime dieci non ci sarebbe… Ma con i se e con i ma non si fa lo sport. E lo sport – sarà grande sport ancora una volta – domani (ore 12 italiane) ci dirà quale squadra sarà medaglia d’oro olimpica.
LA CLASSIFICA DELLA GARA
https://olympics.com/tokyo-2020/olympic-games/resOG2020-/pdf/OG2020-/EQU/OG2020-_EQU_C73(S)A_EQUOJUMPTEAM———-QUAL000100–.pdf
IL GRAFICO DEL PERCORSO
https://olympics.com/tokyo-2020/olympic-games/resOG2020-/pdf/OG2020-/EQU/OG2020-_EQU_C03A_EQUOJUMPTEAM———-QUAL000100–.pdf