Bologna, 27 agosto 2024 – Intendiamoci: non c’è performance sportiva che senza un pizzico di ‘fattore c’ possa essere data per acquisita. Pensate alla colica di Tamberi e capirete che cosa si intende… Però, la mission delle nostre paradressagiste parte per Versailles con una determinazione propria solo di chi sa di aver lavorato al meglio. E valutato ogni singolo dettaglio per essere nella condizione di provarci fino in fondo.
Ne abbiamo parlato con Laura Conz che, insieme a Francesca Trisoglio, Norma Paoli, Italo Cirocchi e Alessandro Benedetti (che, con Barbara Ardu è anche selezionatore Fise), fa parte del team di istruttori che segue le nostre paradressagiste.
Alla sua sesta olimpiade (quella di Tokyo vale doppio visto che era là per il dressage e per il paradressage) Laura Conz vanta un’esperienza davvero vasta in materia di massimi eventi sportivi e dal suo punto di osservazione ci ha raccontato quale ritiene essere una delle chiavi di volta della missione per Versailles.
«Le ragazze, lo staff di ciascuna insieme con lo staff federale, i groom, i tecnici… Tutti insomma, hanno lavorato con lo spirito di una vera scuderia di Formula 1. Ciascuno ha dato il proprio contributo per mettere in atto una studiatissima strategia di squadra. Abbiamo lavorato a strettissimo contatto avvalendoci dell’ospitalità di un impianto d’eccellenza qual è quello della Malaspina di Ornago. E la prossimità, il fatto di essere tutti insieme, ci ha aiutato ad affinare moltissimi aspetti. Dalla logistica (di cui è responsabile Anna Baroni) a tutto ciò che servirà durante le Paralimpiadi. Fabrizio Monici, il vet, Mario Ferrante, fisioterapista e Antonio Inghilleri, massofisioterapista equino, i groom, gli atleti umani ed equini e tutte le figure tecniche che circondano i nostri binomi, durante la permanenza e il lavoro a Malaspina hanno potuto capire quali sarebbero poi state le esigenze del team una volta in trasferta. E ciò ci ha consentito di lavorare curando fino ai minimi dettagli affinché fili tutto liscio e ci si possa concentrare sulle gare. Insieme abbiamo studiato ogni possibile spazio per andare a rosicchiare frazioni percentuali… Perché una cosa è sicura: non andiamo là per partecipare. Andiamo a Parigi per giocarcela fino in fondo e portare ai nostri supporter la medaglia che si aspettano».
Un pronostico difficile
Secondo la Conz, quella azzurra è una delle cinque-sei compagini in odore di podio, accanto a Olanda, Usa, Gran Bretagna, Germania e Danimarca.
«Sono tutte squadre forti ma loro di noi dicono la stessa cosa. Siamo tra quelli da battere, cosa che non intendiamo assolutamente lasciargli la possibilità di fare» continua la Conz che nonostante la ‘lunga percorrenza’ di campi olimpici e paralimpici mostra l’entusiasmo della prima volta e una grandissima energia.
«Una delle immagini più belle che posso già dire che mi rimarrà di queste Paralimpiadi è quella dell’armonia con cui abbiamo lavorato in preparazione di Parigi. A Ornago è stato fatto un gran lavoro. Siamo arrivati alle gare simulate con grande impegno e i risultati si sono visti. Alessandro Benedetti, sia in veste di selezionatore sia in veste di istruttore, non si è risparmiato neppure per un secondo. Per ottenere una perfetta amalgama e un livello così alto di performance devono incastrarsi tante cose. Su tutte quelle che potevano essere previste abbiamo lavorato con grande impegno. Per le altre… incrociamo le dita».
Il team azzurro, che conferma la formazione di Tokyo con Morganti, Salvadé, Semperboni e Sileoni, proprio in virtù del gran lavoro di preparazione e del fatto di avere già un ingaggio paralimpico alle spalle (con in mezzo un Campionato d’Europa e uno del Mondo), secondo la Conz parte con una carica emotiva davvero speciale.
«È un team determinatissimo. Sanno quanto hanno lavorato. Conoscono il proprio valore. Sanno quanto il mondo equestre le sostiene. E hanno intenzione di mettere la ciliegina sulla torta».
Per chiudere la nostra breve chiacchierata, rivolgiamo a Laura Conz un ultimo challenge: vogliamo una medaglia paralimpica perché… Lei non esita e parla a nome di tutti: «Perché siamo pronti a lottare per andarcela prendere».
E allora non ci resta che gridare ‘Forza ragazze!!!’. Scateniamo la furia azzurra. Siamo tutti con voi.