Bologna, 30 agosto 2024 – Un mese fa, durante una gara, abbiamo incontrato Francesca Trisoglio e non ci siamo fatti sfuggire l’occasione per chiedere che ci raccontasse come stava allenando Carola Semperboni per le Paralimpiadi. Ecco cosa ci ha detto.
Francesca Trisoglio, lei è piemontese, ed è una affermata istruttrice di dressage e non solo. Come descriverebbe il sodalizio con Carola Semperboni?
«Insegno al centro ippico La Ciocca, di Tonco, in provincia di Asti e la conoscenza con Carola Semperboni, piemontese anche lei, dura da molto tempo, per l’esattezza da prima dei Giochi di Tokyo. Carola ha due cavalli, Paul, tedesco che oggi ha 19 anni ed è con la sua amazzone da 10, e Shiraz, a sua volta tedesco dell’Oldenburg, di più recente acquisizione. Proprio per il maggior impegno che serve con due cavalli, un paio di anni fa Carola ha trasferito i suoi due partners quadrupedi nel centro ippico dove lavoro».
Avete deciso di andare Parigi con Paul principalmente perché è più collaudato, dunque affidabile?
«Beh calcoli che Shiraz, che ha 13 anni, non proviene dal paradressage ma dal salto ostacoli, quindi il lavoro che abbiamo svolto con lui all’inizio è partito dall’insegnamento dell’abc, a cominciare con l’assuefazione ai due frustini lunghi, che fanno le veci delle gambe dell’amazzone, dato che la disabilità di Carola le impedisce di usarle. Poi tutta la parte di desensibilizzazione e l’insegnamento di nuovi aiuti. Shiraz è un cavallo intelligente e ha imparato presto. Però alla fine Paul è più esperto, è affidabile, e siccome fisicamente è in splendida forma, non abbiano avuto dubbi nel scegliere ancora lui».
Che tipo di cavallo è Paul, anche come indole?
«È un cavallo eccezionale, collaborativo e generoso. Insomma ha un grande cuore e una grande sensibilità. Un cavallo adattissimo a un’amazzone disabile come Carola, che gareggia nelle competizioni di Grado 1, ossia quelle dove la disabilità è massima. E pensare che anche lui quando è arrivato a Carola non conosceva il paradressage. Però la sua carriera sportiva in questa disciplina equestre parla da sola delle sue capacità di apprendere e di crescere tecnicamente. Ha partecipato a due Campionati europei, a Rotterdam nel 2019 e a Riesenbeck nel 2023, nonché a un Campionato del mondo nel 2022».
In questo primo scorcio di stagione, sapendo di essere già qualificati per Parigi (la squadra paralimpica azzurra ha ottenuto il “pass” già due anni prima), che tipo di preparazione avete svolto?
«Ci siamo allenati moltissimo e con meticolosità sulla precisione dei movimenti, sull’esattezza al centesimo di secondo dei tempi di esecuzione, e via dicendo. Un lavoro ripetitivo, che richiede forti motivazioni da parte di chi sta in sella, grande volontà per reggere l’impegno costante e ripetitivo, dando però al cavallo il tempo di assimilare e trasformare percezioni e reazioni in qualcosa di istintivo e il più possibile naturale».
E Carola che tipo di allieva è, che tipo di amazzone?
«È una ragazza molto matura per i suoi 21 anni. È riflessiva, di indole tranquilla, ha profondità di pensiero e, sopra ogni altra cosa, un amore sconfinato per i cavalli. Nel quotidiano emerge la sua sensibilità nel percepire “a pelle” i “messaggi” che il cavallo sa trasmettere anche se non parla. Per lei prima vengono le esigenze del cavallo, solo dopo il risultato. Crescendo anche come persona, oltre che tecnicamente, ha acquisito maggiore consapevolezza e questa si traduce in una maggiore capacità gestire il cavallo, in allenamento e in gara. Prima di una competizione subisce un po’ di tensione, che però sparisce quando la gara comincia. Carola riesce a stare concentratissima. Questa è una sua dote».
Mi può raccontare gli allenamenti dell’ultimo periodo?
«Come ho accennato prima ci siamo concentrate sulla precisione di aiuti e movimenti. Sulla geometria del tracciato – volte di dieci metri, volte grandi di venti metri, linee di centro, angoli, eccetera. Abbiamo lavorato anche due o tre volte con Laura Conz, che in quanto a meticolosità non ha rivali. In definitiva non abbiamo lasciato nulla al caso e siamo cariche».
Qual è obiettivo di Carola e suo a Versailles?
«Realizzare il “personal best”: Carola e Paul sono stati settimi ai Mondiali del 2022, quinti agli Europei 2023, anche questa volta ce la metteremo tutta e anche di più per fare ancora meglio e supportare il risultato della squadra azzurra».