Offenburg, 24 agosto 2022 – Continuiamo la nostra carrellata sui rappresentanti dell’allevamento italiano a Eurocheval 2022: perché non sappiamo se si capisce bene, ma siamo tanto orgoglio si di ognuno di loro.
Adesso è il momento dei Cavalli del Catria: Clotilde e Bronte del Catria, due soggetti allevati proprio nella terra che ha fatto da culla per questa razza, i pascoli alti delle Marche.
“Il cavallo del Catria è l’unica razza autoctona della Regione Marche, creata utilizzando fattrici della locale popolazione presente da secoli tra i Comuni di Cantiano, Cagli, Serra Sant’Abbondio e Frontone, con stalloni Maremmani e French Montagnes. Tale razza deve il nome alla sua terra d’origine, il massiccio del Monte Catria sull’Appennino umbro-marchigiano”.
Clotilde del Catria, femmina baia di 5 anni interpretata da Giovanni Vergari, istruttore Fise di 1° livello di proprietà di Giacomo Romitelli e Bronte del Catria, stallone morello approvato di 5 anni di proprietà di Alessandro Rossi. interpretato da Michele Guidi, istruttore Fitetrec Ante.
Ci ha spiegato pochi minuti fa per telefono Giacomo Romitelli, allevatore di 5° generazione di questi cavalli oltre che vice-presidente dell’Associazione Allevatori Cavalli del Catria:
“Questo di Eurocheval è un traguardo per noi quasi impensabile, vista la situazione in cui era il Cavallo del Catria solo qualche anno fa e siamo molto contenti dell’interesse che si è creato attorno ai nostri soggetti. Siamo onorati di poter rappresentare una delle più importante razze a limitata diffusione del nostro paese e tutto il nostro territorio, la Regione Marche e anche l’Umbria visto che il Monte Catria accarezza anche quest’ultima. Ci auguriamo che questo possa essere un trampolino di lancio per far conoscere ancora di più la nostra realtà e la nostra terra in Europa”.
Approfittiamo, anche per i cavalli del Catria, della presentazione che Matteo Vasini di Anareai ha pensato per il pubblico di Offenburg.
“Il Cavallo del Catria deve il nome alla sua terra di origine, il massiccio del monte Catria sull’Appennino umbro-marchigiano. Le prime notizie che abbiamo al riguardo sembrano risalire all’anno 1000: in documenti dell’epoca si attesta infatti che proprio a Fonte Avellana venissero allevati degli equini per essere venduti alle varie signorie locali. Questo cavallo ha sempre servito l’uomo trasportando a soma ogni genere di materiale: carbone, legna, fieno, bigonci di mosto, cereali. Questi suoi utilizzi nella vita rurale locale hanno fatto si che siano arrivati ai giorni nostri cavalli con un’indole di piena collaborazione con l’uomo, soggetti docili e di facile apprendimento, idonei ad esser montati in equi-turismo, trekking, ma anche per le scuole di equitazione e le discipline ludico-sportive. La dimostrazione a sella dei due binomi che eseguono una ripresa di lavoro in piano vuole proprio rimarcare queste caratteristiche di docilità e facilità di utilizzo, tipiche di questa razza”.
Qui trovate un articolo appena uscito su La Provincia di Fermo, dove è ben spiegato da Mirco Carloni, vice presidnete della Regione Marche, il perché sia importante valorizzare anche questo abitante del Catria.
“Salutiamo con grande piacere il debutto del Cavallo del Catria in una delle maggiori vetrine equestri internazionali. Abbiamo creduto da subito nelle potenzialità della nostra razza autoctona come volano per la tutela e la promozione delle nostre aree montane. Per concretizzare questa nostra convinzione abbiamo promosso una legge ad hoc per tutelare e valorizzare questo esemplare e di conseguenza sviluppare appieno le potenzialità economiche ed il grande ritorno di immagine che potremmo creare con il Cavallo del Catria. Vogliamo premiare l’impegno dei tanti allevatori, veri custodi del territorio, che hanno creduto in questa razza equina e che stanno lavorando per portarla sempre più in alto”.
Ancora buon lavoro, cavalli del Catria: ora come sempre.