Bologna, 21 aprile 2023 – Il primo a intuirlo fu il Palladio. Nelle sue Ville Venete progettava assieme gli ambienti del patriziato e le barchesse, destinate a immagazzinare i materiali e ad ospitare le stalle per i cavalli. E oggi questo binomio, parola cara a chi ama gli sport equestri, rivive magicamente quelle atmosfere e quella magia grazie a Cavalli in Villa.
Una splendida intuizione ed una potente macchina organizzativa consentono a questa manifestazione di unire le varie forme del bello (arte, cavalli, sport, storia, musica, teatro, territorio, ville) con quelle dell’utile (campagne per la sicurezza stradale, progetti per i giovani, attenzione ai meno fortunati) regalando al Veneto ed all’Italia intera una iniziativa con la tripla a, affascinante, attenta, appassionante.
L’edizione 2023 è stata presentata ieri nella sede della Stampa Estera a Roma, presenti tra gli altri la presidente della Fise Veneto Clara Campese, il Segretario generale della Fise Simone Perillo, la madrina d’eccezione della manifestazione Katia Ricciarelli, il presidente dell’Associazione Ville Venete Amerigo Restucci.
«Lo sposalizio tra sport e cultura – ha esordito Clara Campese – ci consente di mettere in relazione in modo armonioso e sereno il nostro territorio e il cavallo, che con il suo carisma apre tutte le porte. Il cavallo ha una grande valenza sociale, oltre che sportiva: non giudica, insegna, non classifica, non etichetta. Il cavallo ama l’uomo, quando serve capisce la sua difficoltà e subentra». Un concetto questo centrale, che presuppone una visione del cavallo «sempre più presente nella nostra vita, nelle scuole, nello sport, nella quotidianità».
Cavalli e musica
Come il cavallo sprigiona empatia, così lo fa la musica. Altro ‘sposalizio’ ormai forte di Cavalli in Villa. «Non vedo l’ora di vedere la straordinaria eleganza dei cavalli muoversi a ritmo con le musiche del melodramma – ha intonato Katia Ricciarelli -: ricordo che come l’equitazione al naturale è nata in Italia, così lo è il melodramma, partito dal nostro paese nel Seicento».
Vittorio Sgarbi, collegato da Parigi dove sta partecipando a iniziative collegate al Salone del Libro, ha quasi nostalgicamente applaudito al cavallo «che decide lui il ritmo, sottraendoci alla nostra quotidianità frenetica. Il cavallo ci riporta a un’epoca a un tempo perduto, ma è un tempo che torneremo a vivere magicamente grazie alla bellezza delle ville e dei giardini ed al ritmo dei cavalli che ce le faranno amare come meritano».
Simone Perillo ha ricordato come l’evento contribuirà, oltre che a diffondere la cultura e lo sport, anche a consolidare il rapporto tra sport equestri ed economia: «Nel 2021 uno studio realizzato in collaborazione con la Luiss – ha detto – ha portato a quantificare in tre miliardi il contributo dato dal nostro movimento al Pil nazionale. Sono sicuro che questa manifestazione ci farà superare questo dato abbondantemente».
Con 70 milioni di presenze turistiche all’anno, come ricordato da Jesusleny Gomes che affiancherà a Cavalli in Villa un raid di auto storiche, il Veneto è all’avanguardia dell’attrazione turistica nazionale. «Le nostre 3800 ville sono state visitate l’anno scorso da tante persone grazie alla Fise – ha raccontato Restucci – che poi ci hanno chiesto di tornare e fare altre iniziative. La storia del Veneto è connessa strettamente a quella dei cavalli: la riprova è che a Venezia nei campielli troviamo ancora i segnali per i punti di stazionamento».
Il palinsesto 2023
Cavalli in Villa avrà quest’anno otto appuntamenti in quattro diverse città del Veneto. Ma non solo. Ci saranno iniziative in Calabria, tra castelli aragonesi e parchi naturali tra i più belli d’Italia. E la prospettiva il prossimo anno di portare questo brand di cultura e sport anche all’estero.
Il debutto quest’anno sarà il 29 e 30 aprile a Lonigo. Dove 500-700 ragazzi delle scuole prenderanno parte a diverse iniziative. Tra queste anche il Pullman Azzurro, un grande contenitore dell’Associazione Gaia Von Freymann per far conoscere ai ragazzi i pericoli della guida. Con particolari visori è possibile vivere in realtà virtuale le conseguenze di una guida in stato di ebbrezza. Oppure in altre situazioni a rischio, visto che il 94% degli incidenti in Italia è dovuto a condotte umane.
Neppure Palladio forse avrebbe potuto immaginare per le proprie meravigliose Ville una seconda vita così ricca non solo di energia ma anche oggi di prospettiva. Grazie a questo straordinario amico dell’uomo, il cavallo, che ne ha assecondato nei secoli gli spostamenti, i lavori, le imprese belliche e ultimamente quelle sportive. E che oggi ha un ruolo nuovo: insegnare silenziosamente che l’intelligenza artificiale, la realtà virtuale, il mondo frenetico sono una faccia della medaglia. L’altra è nel ritmo, per dirla alla Sgarbi, o nella capacità di migliorarci, per dirla alla Campese.
Con più cavalli e meno telefonini le nostre giornate sarebbero più belle. E chissà che a Cavalli in Villa non li vedremo anche cantare… come ha promesso, tra il visionario e il provocatorio, una Katia Ricciarelli sinceramente entusiasta dell’evento cui presta il suo nome e la sua voce.