Bologna, 8 febbraio 2024 – Torna finalmente al suo pieno splendore, senza limitazioni dovute al Covid e si prepara a sbarcare anche quest’anno con tante importanti novità. Sa Carrela ‘e nanti, la spettacolare corsa dei cavalli “a pareza” (a pariglia) di Santu Lussurgiu, è una delle manifestazioni equestri più antiche, consolidate ed attrattive dell’intera Isola.
«Non parliamo di un semplice carnevale» dichiarano l’amministrazione comunale e la Vice Sindaca Francesca Citroni, «ma di un emblema d’identità e tradizioni legate alla cultura equestre e alla maestria degli artigiani, sintesi di ciò che il paese rappresenta per il territorio e i suoi cittadini: passione e abilità nell’allevamento, eccellenze dell’artigianato, qualità dei prodotti tipici, ospitalità e cultura».
Una manifestazione che strizza l’occhio al turismo
La manifestazione, riconosciuta dal Ministero quale “Carnevale Storico d’Italia” e dalla Regione Sardegna quale “Manifestazione di grande interesse turistico”, si svolge nell’attuale via Roma (storicamente chiamata appunto Sa carrela ‘e nanti, la strada davanti), su un percorso sterrato di circa 350 metri, caratterizzato da ripide discese e salite, da curve e strettoie. La via è divisa in zone e ogni anno l’asfalto viene rimosso per poi essere riposizionato dopo la corsa.
La prima zona, S’iscappadorzu è il punto in cui ha inizio la corsa e in cui si presentano i cavalieri, i quali a gruppi di due (una volta anche tre e quattro) con il braccio di uno sul braccio dell’altro (volendo simboleggiare l’unità), si lanciano nella loro corsa fino a Santu Ienzu, punto di arrivo e fine del paese, per poi tornare da Sa carrela ‘e segusu (la strada di dietro) e ripercorrere nuovamente la via, fino a mezz’ora prima del tramonto.
Le novità 2024
«Tra le novità principali di quest’anno troviamo 6 giovani esordienti, di cui due minorenni» aggiunge Giovanni Porcu, Presidente dell’Associazione Cavalieri. «Uno di questi minori sarà in coppia con il padre, un veterano della Carrela che si è ritirato ma che tornerà per compiere il passaggio di consegna verso le nuove leve e unire intere generazioni. Sa Carrela ‘e nanti è soprattutto animata da questo spirito comunitario e inter-generazionale».
Parliamo di tradizioni equestri che affondano le radici nel tardo medioevo per poi svilupparsi ai tempi dei Giudici di Arborea e dei viceré spagnoli che puntarono sull’allevamento di razze speciali per le corse. I cavalieri, rigorosamente lussurgesi, devono indossare, secondo la tradizione, una maschera o avere il volto dipinto. Sa mascherada, l’abbigliamento del cavaliere, è ricco di colori e fantasia. Può ricordare i costumi spagnoli, le casacche dei fantini, richiamare l’antico costume del paese, oppure rappresentare altri personaggi o temi più attuali.
Il 4 febbraio (la cosiddetta prima ‘uminiga) è stata la giornata delle prove ufficiali, ma la vera corsa si svolgerà dall’11 al 13 febbraio, alle ore 15. Nel giorno di lunedì invece, chiamato “Su Lunisi de sa Pudda” (il lunedì della gallina), i cavalieri lanciati al galoppo devono buttare a terra con un bastone (su fuste ‘e ortzastru) il fantoccio di una gallina. Il martedì la manifestazione si conclude con la premiazione dei cavalieri. Da qualche anno, con l’obiettivo di coltivare la passione delle giovani generazioni, si tiene la versione per i più piccoli, denominata “Sa Carrela dei bambini” organizzata dalla Pro loco, che si terrà il pomeriggio di sabato 10 febbraio.
Gli organizzatori
La manifestazione è organizzata dall’Associazione Cavalieri Sa Carrela ‘e nanti e dal Comune, con la collaborazione della Pro Loco, del Centro di Cultura Popolare Unla, della Fondazione Hymnos, del Centro Commerciale Naturale “Bantzigallelle”, della Compagnia Barracellare e della Protezione Civile di Santu Lussurgiu e dei volontari.