Bologna, 12 gennaio 2025 – Si chiama ‘Libro delle quote Fise’ e già la parola libro dà l’idea delle dimensioni del tema: ma questo documento scaricabile dal sito della Fise è oggi la novità del nuovo anno per centinaia di circoli, migliaia di atleti e decine di migliaia di tesserati con un aumento netto e generalizzato delle quote per il 2025.
‘E’ stata una scelta che ha pesato molto a me ed a tutto il Consiglio federale -ha detto il Presidente Di Paola -, sono consapevole che gli aumenti delle quote hanno causato disappunto e lamentele, però è stata una decisione inevitabile ed obbligata per continuare a sorreggere gli investimenti sportivi e l’attività che ci ha portato ad essere l’ottava Federazione per numero di tesserati’.
Due fattori principalmente hanno portato un aumento consistente in tutte le voci, dai tesseramenti alle licenze. Il primo è l’inflazione: poiché le quote non erano state toccate dal 2017, la revisione generalizzata ha tenuto conto dell’inflazione (pari al 18,9% in questi otto anni, dati Istat) che incide in modo preponderante sulle nuove tariffe.
Il secondo fattore, annunciato da tempo, temuto e per il quale si è sempre vanamente sperato in un ripensamento, è legato alla decisione di Sport e Salute di far pagare gli affitti e non solo questi alle Federazioni che hanno in uso immobili di proprietà della società governativa che ha in mano la cassaforte dello sport. Piove sul bagnato per la Fise. Che non solo nella distribuzione dei 343,7 milioni di di fondi pubblici destinati alle Federazioni sportive si è trovata a malpartito per effetto dei minori risultatii olimpici (il nuoto grazie a Ceccon e Martinenghi ad esempio ha avuto due milioni in più, il tennis 1,8 milioni grazie a Sinner e Paolini), della visibilità mediatica scostante e della promozione nelle scuole, mentre fattori premianti per la Fise sono stati il rispetto della partirà di genere e altri fattori gestionali, che Sport e Salute ha messo tra i parametri sulla base dei quali distribuire la vera e propria pioggia di denaro proveniente dal governo.
Per verificare l’impatto dell’inflazione sugli aumenti abbiamo rapportato i prezzi del 2024 a quelli del 2025 ma anche a quelli del 2024 indicizzati, calcolando quindi quello che è stato l’aumento reale al netto dell’inflazione. Facciamo un esempio. La prima affiliazione è passata ai 300 euro del 2024 ai 400 del 2025: aumento di 100 euro. Ma se ogni anno le quote fossero state adeguate in base all’inflazione, i 300 euro sarebbero stati di base 356,7, così che l’aumento reale è di 43,3 euro anziché 100, in percentuale il 12,13%. Lo stesso Di Paola poi corregge il tiro: ‘Nel 2017 avevamo potuto abbassare la quota di affiliazione dei circoli che era 500 euro e l’abbiamo portata a 300, ora siamo costretti a portarla a 400’.
Tenendo conto dell’inflazione, gli aumenti medi che riportiamo in tabella sono a due cifre percentuali per prima affiliazione, abilitazione per le discipline agonistiche, patente A, registrazione Fei e tesseramento tecnici di scuderia, mentre è a una cifra sola per brevetti di primo e secondo grado, copertina cavalli, rinnovo cavalli per le discipline olimpiche prima iscrizione stranieri, prima iscrizione Masaf e prima iscrizione Pony. Restano alle stelle invece gli aumenti per iscrizione temporanea e rinnovo che però, bisogna dire, non sono rivolte all’utenza di base, ma in prevalenza ai commercianti., Infine, c’è un’ultima variante a favore dell’utenza: sono stati cancellati molti diritti di segreteria, l’pdiosa percentuale sui pagameti, in particolare sulle patenti ed i passaggi di proprietà.
‘Nella necessità di dover aumentare i costi _ prosegue Di Paola _ abbiamo cercato di limitare quelli che coinvolgono lo sport di base. Abbiamo mantenuto a zero per esempio i tesseramenti dei cavalli della scuola che godono gratuitamente dell’assicurazione di responsabilità civile’. Va tenuto conto del fatto che l’assicurazione, i cui premi sono aumentati in Italia esponenzialmente come attestano per tutte le polizze auto, incidono in maniera determinante sui costi di tesseramento: gli sport equestri, per loro stessa natura, hanno un perimetro di copertura assicurativa molto più ampio e articolato che, in una dinamica di costi generalmente in forte rialzo, incide più che proporzionalmente rispetto agli altri sport. La copertura assicurativa è chiaramente una priorità: dai bimbi che vanno in passeggiata agli agonisti dei massimi livelli, è imprescindibile garantire il massimo possibile di copertura. ‘Il premio assicurativo -ha quantificato Di Paola- è arrivato a 2,4 milioni contro 1,6 milioni del 2017’.
Ha un impatto preciso anche la novità degli affitti e delle utenze che Sport e Salute farà pagare alle Federazioni: non era mai successo prima. ‘Ci costerà in bilancio 800 mila euro all’anno’ che corridponde ad una riduzione di circa il 14% del contributo pubblico ricevuto dalla Fise. Un problema questo che tocca indistintamente tutte le federazioni, che finora avevano le sedi in comodato d’uso gratuito e ora invece dovranno pagare come se si trattasse di affittuari qualunque. Tra i 131 immobili di proprietà di Sport e Salute c’è ovviamente anche la sede della Fise di Roma oltre a quelli nelle regioni.
Ufficialmente la società governativa governativa intende con questo razionalizzare gli sprechi e indurre le federazioni ad una gestione più responsabile sia degli spazi che dei consumi. L’intento di Sport e Salute è quello di reinvestire poi i soldi risparmiati negli spazi per lo sport condiviso di base. Di fatto è comunque uno scenario rivoluzionato all’improvviso che sta mettendo in ginocchio molte federazioni alle prese già con la Riforma del lavoro, l’aumento dei costi ed il calo dei tesserati.