Tunisi, 23 dicembre 2017 – E’ dal 2003 che Gabriella Incisa di Camerana fa zooterapia nel suo centro ippico, a Mahdia, in collaborazione con il dottor Slim Annabi: è da quell’anno infatti che cani levrieri Sloughi, cavalli Berberi e pony di Mogods prestano la loro sensibilità al lavoro con bambini e adolescenti affetti da varie patologie – in special modo autismo – al fine di aiutarli a sviluppare le proprie capacità e ad uscire dalla bolla silenziosa che li separa dal mondo.
Può sembrare facile per noi occidentali, abituati da sempre alla vicinanza con gli animali di casa: ma non lo è altrettanto nel mondo arabo, dove i cani sono visti per lo più come animali impuri e quindi la popolazione non ha l’abitudine al contatto con loro.
Ma un piccolo dettaglio come questo non poteva scoraggiare Gabriella, donna forte e determinata: lei, studiosa da sempre della cultura araba, è riuscita a trovare punti importanti di contatto tra la religione musulmana e la vicinanza con gli animali, carte sacre alla mano.
E’ infatti in alcune Sura del Corano che Gabi ha trovato il gancio per agevolare il rapporto empatico con gli animali (indispensabile per la zooterapia) anche da parte dei fedeli musulmani: in particolare, nella Sura C (100) chiamata Al-‘Âdiyât, Le Scalpitanti e nella Sura 18, quella della Caverna, citata anche da Andrea Camilleri nel suo libro “Il cane di terracotta”.
La Sura delle Scalpitanti parla (In nome di Allah, il Compassionevole, il Misericordioso) delle cavalle, che scalpitanti e ansimanti “… fan sprizzare scintille, che caricano al mattino, che fanno volare la polvere, che irrompono in mezzo [al nemico]” ed è tutta recitata con i versetti finali in -an, così da rendere il suono dei cavalli al galoppo; e la Sura della Caverna è ancora più importante ai fini della zooterapia perchè illustra i cani come angeli protettori dei dormienti, incarnando letteralmente i ruolo di custodi e compagni che gli Sloughi devovno poter avere con i bambini durante la terapia: “…e li avresti creduti svegli, mentre invece dormivano, e lo voltavamo sul lato destro e sul sinistro, mentre il loro cane era accucciato con le zampe distese, sulla soglia“.
Grazie a questa operazione di mediazione culturale Gabriella è riuscita a porre le basi per una fruizione positiva degli interventi assistiti con gli animali anche in Tunisia, e i risultati sono estremamente positivi: i suoi levrieri Sloughi, così delicati ed eleganti, con i loro occhi dolcissimi insegnano a camminare e saltare ai bambini che li imitano, accompagnandoli su percorsi con piccoli ostacoli mentre i cavalli Berberi e i pony di Mogods (una razza tunisina in via di estinzione) prestano la loro forza trasformata in sicurezza calda e accogliente, perché la base fondamentale dell’ippoterapia è quel transfert del tutto particolare che si crea tra un cavallo e chi gli sta attorno e di cui anche noi, cavalieri cosiddetti normali, beneficiamo costantemente.
“Molti bambini autistici sono come gli austronauti” ci spiega gabriella, “nel senso che non hanno la sensazione di alto/basso e destra/sinistra: in pratica davanti ad un piccolo ostacolo ci mettono il piede sopra come fosse un gradino, infatti difficilmente saltano con la corda come invece i loro coetanei. Gli sloughi ci hanno permesso di insegnare loro a correre saltando, i bambini hanno imparato per imitazione divertendosi. Come Amin, un bambino di 8 anni e mezzo, normalissimo fino al giorno in cui per un ictus al cervelletto cadde in coma. I mesi passarono, quando si sveglia, Amin scopre che non riesce più a gestire il suo lato sinistro del corpo e non può più parlare. Il calvario per il suo recupero è solo all’inizio ma cani e cavalli lo aiuteranno”.
In questa realtà, al centro ippico di Mahdia, dal 5 al 10 gennaio 2018, sette responsabili di E.N.G.E.A. e di O.I.P.E.S., avvieranno accordi di gemellaggio, partenariato e collaborazione nei seguenti settori: promozione del turismo della salute e del benessere; formazione professionale della filiera equina, del turismo equestre e della zooterapia, nonché il potenziamento degli sport ippici non competitivi.
La delegazione E.N.G.E.A.- O.I.P.E.S. è composta dalla Sig.ra Adina Pinzi formatrice insegnanti del settore equestre ENGEA-PGS, segretaria generale e direttrice amministrativa ENGEA, responsabile nazionale P.G.S. Settore Equestre, direttrice nazionale degli Interventi Assisititi dagli Animali – I.A.A. O.I.P.E.S. ; la dottoressa Clotilde Trinchero, veterinaria, etologa e docente universitaria, membro dell’O.I.P.E.S. e presidente dell’Associazione Volontari AS.SEA Onlus; il dottor Paolo Garello, psicologo, sociologo, professore universitario, membro del comitato scientifco dell’O.I.P.E.S e referente per l’Italia di Zoo.Ani.Me.C © , il progetto zooterapico che fa parte del programma equestre proposto dall’associazione “Centre Hippique Mahdia”; l’istruttore di equitazione Luciano Allegro Fortunato, operatore di equitazione per persone con disabilità e presidente del comitato scientifico O.I.P.E.S.; Michele Pisanu istruttore di equitazione nel settore dell’equitazione per disabili di ERD ENGEA / P.G.S . e Emanuela Zanforlin, moglie del signor Allegro, che opera da oltre trent’anni nel settore della disabilità con il marito, in un’associazione no profit.
Ad accompagnarli ci sarà anche la scrittrice emiliana Paola Iotti, che recentemente ha presentato il suo ultimo lavoro a Verona, durante la 119° edizione di Fieracavalli. Questo libro, “Sembrava un cavallo ma era un cielo stellato“, è una raccolta di racconti equestri, tratti da storie vere, di cui quattro storie si svolgono in Tunisia, a Mahdia. Tra cui, il destino di Meriem e la sua vittoria sul silenzio in cui l’autismo l’aveva condannata e quella di Diana, la giovanissima turista tedesca, che recupera le sue abilità perdute e offre al Centro Ippico Mahdia la coccarda vinta durante il suo primo concorso di volteggio a squadre in Germania. Due bambine che hanno superato le loro disabilità grazie agli animali mediatori che vivono a Mahdia.
Questi professionisti della filiera equestre e della mediazione animale per disabili hanno accolto con entusiasmo l’invito dell’associazione no-profit Centre Hippique Mahdia a recarsi personalmente in Tunisia, anche perché queste persone hanno collaborato e partecipato alla campagna internazionale “Blue Connection” promossa da questa associazione tunisina.
Questa grande kermesse per l’autismo, l’inclusione familiare e la diffusione della zooterapia, si è svolta durante tutto il mese di aprile 2017, terminando con l’evento “Museo in Blu”, nel museo archeologico di El Jem, in cui il mosaico romano “Le nove Muse” è stato illuminato di blu, il colore dell’autismo. Promosso dai media e condiviso sui social network con grande successo, questo evento internazionale verrà riproposto anche quest’anno.
« Nell’ambito della nostra missione in Tunisia – afferma Adina Pinzi, in qualità di segretaria generale e direttrice esecutiva ENGEA – intendiamo entrare in contatto con le autorità locali, le organizzazioni e le associazioni tunisine, che perseguono i nostri stessi obiettivi e anche con gli operatori alberghieri delle regioni reputate per lo sviluppo del turismo equestre e del benessere. Inoltre, verificheremo scientificamente gli interventi zooterapeutici del Centre Hippique Mahdia, che da 12 anni integra cavalli, cani ed altri piccoli animali in un’attività di esplorazione non solo multisensoriale, ma anche riabilitativa e occupazionale, con esercizi che inducono a sviluppare, recuperare o mantenere le competenze della vita quotidiana, nonostante disabilità cognitive, fisiche, psichiche tramite esperienze ludiche diverse. E questo grazie ad un approccio cognitivo-comportamentale, in cui le modalità di gioco e di apprendimento dei bambini con disabilità e autismo, così come il loro modo di esplorare il mondo, sono state tenute in grande considerazione. Ma sopratutto avremo modo di testare un nuovo metodo rivoluzionario, applicabile all’ippoterapia, depositato già come brevetto e proprietà intellettuale, che utilizza delle interfacce o accessori, in definitiva delle “risorse” che consentono differenti obiettivi da conseguire, differenti “contenuti” con cui lavorare, differenti finalità concordate con i vari operatori sanitari ed educatori specializzati che partecipano ad ogni signolo percorso terapeutico. Siamo inoltre interessati a realizzare progetti legati all’allevamento e alla protezione degli animali autoctoni, minacciati di estinzione, che partecipano a sport equestri e attività di zooterapia, alla formazione professionale nel settore ippico e zooterapico, alla protezione ambientale nell’ambito di un turismo sostenibile legato agli sport equestri e alla pet therapy. »
Gli Interventi Assisititi dagli Animali o I.A.A. sono una “terapia non convenzionale mediata dagli animali” che agiscono come intermediari e catalizzatori tra il terapeuta e il suo paziente, attraverso un’attività psicomotoria, per stimolare e accelerare i processi di apprendimento e migliorare lo stato di salute generale.
Sono necessarie alcune condizioni: l’animale che interviene come mediatore deve essere selezionato, il suo comportamento prevedibile e adattato alla situazione riscontrata; la supervisione di questi incontri deve essere diretta da un operatore sanitario; l’obiettivo di queste sedute deve essere chiaramente indicato e la valutazione dei risultati ottenuti deve essere obiettiva.
E.N.G.E.A. è un’ente equestre italiano che, oltre alle attività legate agli sport equestri, opera nell’ambito della formazione professionale, della protezione ambientale e dello sviluppo del turismo sostenibile (Certificazione di Qualità ISO 9001: 2015 per la formazione professionale associativa e istituzionale ; Certificato RINA numero 7337/02/S; Certificato internazionale CISQ / RINA n IT / 27077; E.N.G.E.A. è certificata OHSAS 18001 per la sicurezza nelle certificazioni dei centri ippici ed ha la certificazione ISOENCErtifications per i centri affiliati e i dirigenti tecnici sulla qualità eco-ambientale con certificato del 13.10.2005 n.34324V99). E.N.G.E.A. è un’organizzazione che si occupa della realizzazione di progetti, test e certificazioni di ippovie, in sella, agli attacchi, con gli asini, in mountain bike, ecc.
O.I.P.E.S. invece è un’organizzazione di promozione sociale il cui obiettivo è lo sviluppo della promozione sportiva e sociale attraverso la diffusione di attività sportive, sociali, ricreative e culturali, in particolare per quanto riguarda le attività rivolte ai giovani.
L’O.I.P.E.S. funge anche da collegamento tra le varie organizzazioni sportive associate nel territorio, gli sportivi associati e le organizzazioni di promozione sportiva riconosciute dal CONI (Comitato Olimpico Nazionale Italiano) per facilitare la pratica sportiva, in tutte le sue forme. Inoltre, opera : in azioni per combattere i problemi della gioventù e della tossicodipendenza, l’assistenza agli anziani e ai disabili; le attività di formazione per motivi di lavoro, sociali ed educativi; la creazione di una cooperazione culturale nazionale e internazionale e di organizzazioni per lo sviluppo per la popolazione del Terzo mondo; in iniziative per proteggere e salvaguardare l’ambiente e il paesaggio, il patrimonio culturale e l’arte in tutte le sue forme e per il turismo sostenibile.
O.I.P.E.S. è presente in Italia con oltre 600 centri e club e con circa 25.000 iscritti.