Milano, 4 settembre 2017 – A quanto pare il Palio di Siena è più animalista del Ministro Lorenzin, che zitta zitta in agosto (mese ideale, in quanto consacrato alle sagre di ogni sorta) ha firmato una ulteriore modifica all’Ordinanza che autorizza espressamente l’uso dei Purosangue Inglesi nelle corse storiche: e che (come da comunicato Enpa-Ihp) sono adesso “…esclusi solamente dalle gare in cui la velocità è l’unico fattore che determina la vittoria (come ad esempio il palio di Siena), ma assurdamente si possono usare nella gare dove comunque la velocità è il principale fattore di attribuzione dei punteggi, cioè nelle giostre e nelle quintane”.
Si aprono così le porte ad una aumentata possibilità di incidenti nel caso vengano utilizzati i più veloci PSI rispetto ai più maneggevoli cavalli Mezzosangue.
In questo tipo di prove l’esperienza e le statistiche insegnano che un cavallo mezzosangue tendenzialmente mesomorfo e con diametri ossei maggiori permette una riduzione del rischio di incidenti su una pista non regolamentare (come quella di Piazza del Campo, per intenderci) sia per la sua velocità assoluta, ridotta rispetto a quella di un PSI che per la sua falcata più contenuta, che espone gli arti a minori sollecitazioni e ad un appoggio più corretto al suolo grazie al suo baricentro più basso, ad un a maggiore robustezza articolare e a pastorali più corti.
Vorremmo proprio capire cosa ha spinto il Ministro Lorenzin a firmare una cosa del genere, quali sono le ragioni logiche e tecniche che l’hanno confortata nella decisione che, del resto, era stata già accarezzata dal Mipaaf un paio di anni fa; nel frattempo, alleghiamo di seguito il comunicato Enpa-Ihp dei giorni scorsi.
Comunicato ENPA – IHP 31 agosto 2017
L’acceso dibattito dei mesi scorsi sulla possibile reintroduzione dei cavalli di razza PSI (purosangue inglese) nelle giostre e nelle quintane, ha avuto un epilogo negativo, che conferma la recente piega presa dalla Direzione Generale Sanità Animale del Ministero della Salute in tema di palii e manifestazioni con equidi.
Ricostruiamo la vicenda: in occasione dell’ultimo (ennesimo) rinnovo dell’Ordinanza urgente che disciplina palli, giostre, quintane e simili, il Ministero della Salute aveva disposto il divieto di utilizzo di cavalli PSI nelle manifestazioni che prevedono corse di velocità. Il divieto veniva a seguito di un incremento di incidenti gravi occorsi quasi sempre a cavalli di questa razza: è risaputo che i PSI, selezionati per le corse di galoppo in ippodromo, sono cavalli estremamente più veloci ma anche più fragili. Messi a correre in un circuito con curve strette e barriere pericolose, sono esposti ad altissimo rischio di lesioni agli arti, spesso incurabili.
Per tale motivo le associazioni si erano mosse subito, cercando un dialogo con il Dott. Silvio Borrello, Direttore Generale della Sanità Animale, teso a scongiurare questa evenienza. Dopo una prima lettera inviata il 24/01/2017, i presidenti di ENPA e IHP avevano ottenuto un incontro il 9 marzo, alla presenza anche di altri funzionari del Ministero. Il confronto terminò con l’impegno del Dott. Borrello a convocare un nuovo incontro con tutte le parti interessate, al fine di trovare una soluzione “nel primario interesse alla tutela del cavallo”.
Purtroppo però questo incontro non si è mai tenuto, nonostante un’altra lettera inviata dalle due associazioni il 20 marzo. Merita sottolineare che ENPA e IHP avevano cercato di porsi in maniera collaborativa: pur mantenendo la nostra contrarietà di fondo all’impiego di equidi nelle manifestazioni storico/folkloristiche, nel caso specifico dei PSI chiedevamo semplicemente al Ministero di valutare la questione sicurezza nella sua globalità. In altre parole, decidere se reintrodurre i PSI senza prima aver messo mano pesantemente a un settore che presenta numerose falle, è come fare un giro di testa o croce sulla pelle dei cavalli.
Infatti, da anni le associazioni chiedono al Ministero di adottare uno studio sulla morfologia dei cavalli, di creare un database delle corse, dei cavalli e dei fantini, di tracciare i cavalli, di dotarsi di un elenco ufficiale degli impianti con le relative caratteristiche tecniche, di uniformare e esternalizzare i controlli relativi al doping. Nulla di tutto questo ad oggi è stato ancora fatto. Dunque, che senso ha reintrodurre i PSI, e quindi consapevolmente aumentare il rischio di incidenti, in assenza di misure concrete di tutela degli animali? Certamente quello di fare un regalo agli Enti e agli organizzatori, che infatti subito si sono affrettati a cantare vittoria e a scrivere che da oggi “aumenta la spettacolarità delle corse”.
Già negli scorsi mesi il Ministero della Salute (che governa la materia) e quello delle Politiche Agricole (che fornisce i tecnici chiamati a valutare i percorsi) avevano dato un discutibile placet per l’uso dei PSI alle quintane e alle giostre di Foligno, Ascoli, Faenza e altre ancora, pur in presenza del divieto contenuto nell’Ordinanza. Non si sono fermati neanche davanti al primo morto, il cavallo Wind Of Passion, che durante la quintana di Foligno del 18 giugno è stato vittima di un gravissimo incidente ed è poi deceduto in clinica: per questo episodio le associazioni hanno depositato un esposto in Procura.
E mentre noi attendevamo la conferma di ulteriori incontri per discutere la materia, a inizio agosto e senza preavviso il Ministro Lorenzin ha firmato l’ennesima modifica dell’Ordinanza, che per tapparci definitivamente la bocca autorizza espressamente l’uso dei PSI nelle corse storiche. Essi sono esclusi solamente dalle gare in cui la velocità è l’unico fattore che determina la vittoria (come ad esempio il palio di Siena), ma assurdamente si possono usare nella gare dove comunque la velocità è il principale fattore di attribuzione dei punteggi, cioè nelle giostre e nelle quintane: una presa in giro che tradisce ogni impegno di ridurre i rischi e tutelare gli animali.
La ragione di tutto questo non è solamente accontentare chi si diverte a vedere i cavalli lanciati a folli velocità. Dalle nostre informazioni c’è un motivazione ben più forte, legata ad interessi economici: negli anni passati, prima della modifica del 2016, erano stati tanti gli allevatori e i proprietari che avevano investito nei PSI, comprandoli o allevandoli con l’obiettivo di farli correre nei palii. Il divieto posto dal Ministero nel 2016 rischiava di penalizzare questi “investimenti”: da lì è nata la pressione fortissima affinché questo divieto venisse cancellato in tutto o in parte.
Occorre notare che il 30 marzo l’Istituto Zooprofilattico della Lombardia e dell’Emilia Romagna, che è Centro di referenza nazionale per il benessere animale, aveva rilasciato un parere al Ministero della Salute in vista del rinnovo dell’Ordinanza. In tale parere, se da un lato l’Istituto si esprimeva favorevolmente a reintrodurre i PSI nelle giostre e nelle quintane, dall’altro lato poneva tutta una serie di prescrizioni tecniche relative agli impianti (raggi di curvatura, inclinazione, larghezza, pendenze, barriere, ecc…). Ma questa seconda parte è stata totalmente ignorata dal Ministero della Salute, preoccupato solo di liberalizzare l’uso dei PSI il più in fretta possibile. A conferma di un atteggiamento che, nei fatti, smentisce le dichiarate intenzioni di voler aumentare la tutela dei cavalli.
Un’opportunità di ulteriore miglioramento dell’Ordinanza voluta nel 2011 dal Sottosegretario Francesca Martini, è stata trasformata dunque in un clamoroso passo indietro.