Bologna, 4 novembre 2020 – Cavallo Magazine di novembre é in distribuzione nelle edicole a partire da oggi 4 novembre. È anche in formato digitale, scaricabile tramite le app Apple e/o Google Play. Vi proponiamo in versione integrale l’editoriale del Direttore Corrado Piffanelli.
Fieracavalli, orgoglio e resa
Facciamo una premessa: ammiriamo e apprezziamo fino in fondo chi ha cercato in tutti i modi di portare avanti fino a quando è possibile l’attività di questo paese.
In questo senso abbiamo seguito con favore lo sforzo fatto da Fieracavalli per tenere in piedi una manifestazione a dispetto delle evidenze che, con la crescita dei contagi, annunciavano purtroppo inevitabilmente un aumento delle restrizioni. Soprattutto per gli eventi che fanno della larga partecipazione il principale valore aggiunto.
Abbiamo cercato di non creare allarmismo, di rispettare la scelta degli organizzatori e di essere prudenti nei giudizi: ma è evidente che questa scommessa aveva poche possibilità di essere vinta, nonostante noi e molti altri abbiamo tifato per questo successo contro pronostico.
Fieracavalli cade purtroppo nel momento più sfortunato per lo sviluppo del contagio, richiede spostamenti che sono sempre più difficili, coinvolge migliaia di persone che in questo momento non sono nelle condizioni materiali e nello spirito più adatto per prendere parte a questo evento. Una gigantesca sfortuna che si abbatte su un orgoglio nazionale, come a suo tempo il virus fermò Wimbledon o il Gran Premio di Montecarlo.
La scelta, coinvolgendo tantissime persone, ha però avuto anche altre sfumature delle quali tenere conto nella valutazione complessiva degli avvenimenti. L’impressione che abbiamo ricavato è che agli organizzatori sia mancato, almeno da un certo punto in avanti, un piano B che, con il progredire del contagio, sembrava sempre più necessario. Coinvolgendo tanti imprenditori, sponsor, investitori e cavalieri in un rischio d’impresa importante, era fondamentale a nostro avviso avere fin dall’inizio un punto di caduta che proteggesse tutti di fronte a una possibile, o probabile, scelta drammatica.
È vero che il governo ha misteriosamente sempre tranquillizzato il paese sullo sviluppo della situazione e, tra i soggetti che hanno ricevuto rassicurazioni, il sistema fieristico nazionale è stato il primo a essere stato fuorviato: ai tavoli con l’esecutivo così come nelle dichiarazioni pubbliche, è sempre stato ribadito che le fiere non erano in discussione, in primis quelle internazionali.
Ma forse, al di là di queste rassicurazioni purtroppo lontane dallo sviluppo della realtà, un’alternativa andava costruita fin dall’inizio. Siamo in una fase in cui il paese affida alla creatività e alla capacità di reazione il suo futuro.
L’opzione di una fiera online, accarezzata inizialmente, è stata abbandonata mentre si susseguivano le garanzie del governo. Alla fine, quando la situazione è precipitata, è stato possibile salvare solo una modalità, molto importante peraltro per l’immagine mondiale e la continuità, costruita su webinar, stage, formazione ed eventi online che però non sono una vera e propria fiera.
Resta un grande dolore per una rinuncia che ha anche un aspetto simbolico ed emotivo oltre che una ricaduta economica di proporzioni enormi. Nei momenti di grande difficoltà sono i valori fondanti a tenere unita una comunità: purtroppo chi ha illuso e poi deluso gli organizzatori di Fieracavalli ha tolto a un intero mondo un simbolo di unità di passione e in definitiva ha diviso ancora di più un paese, disorientandolo nei suoi punti di riferimento.
di Corrado Piffanelli, direttore di Cavallo Magazine – corrado.piffanelli@